Dibattito

In Val Strona infiamma la polemica per la "messa del lupo"

Un'associazione ambientalista avrebbe deciso di denunciare il parroco di Forno per istigazione all'uccisione di animali selvatici

In Val Strona infiamma la polemica per la "messa del lupo"
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Non si spengono le polemiche dopo che lo scorso sabato 17 febbraio 2024 nella parrocchia di Forno, in Val Strona, è stata celebrata la cosiddetta "messa del lupo", antica tradizione, risalente al 1762. Un rito che ha scatenato l'ira di alcuni animalisti.

La messa del lupo a Forno

Il rito, officiato da don Gaudenzio Martini nella chiesa parrocchiale, viene celebrato, come si legge sul volantino pubblicato dalla parrocchia, per chiedere la protezione divina e in particolare quella di San Valentino "dalle calamità naturali, valanghe, frane, incendi, e dal lupo” . Un rito che affonda le sue radici in un passato in cui la presenza dei lupi rappresentava una minaccia costante per gli abitanti della valle e che nasce anche per ricordare l’uccisione dell’ultimo lupo nel 1927. Adesso dopo quasi cento anni i lupi sono tornati e anche il rito avrebbe riacquistato una sua attualità.

La reazione degli animalisti

Netta e decisa la reazione dell’Associazione italiana difesa degli animali guidata da Lorenzo Croce che ha reso nota la decisione di scrivere al vescovo di Novara "per chiedere un intervento immediato e porre fine a questa idiozia pericolosa". "Abbiamo deciso di inviare una denuncia contro il celebrante per istigazione all'uccisione di animali selvatici e per maltrattamento di animali ai sensi dell'articolo 544 del codice penale" aggiunge Croce.

L’associazione Aidaa guidata da Lorenzo Croce, che ha sede nel Milanese, sostiene che sabato in valle Strona si sia celebrata «una messa con annesso un rito di esorcismo contro i lupi e per il loro abbattimento. Roba da psichiatria - dice Croce -. Abbiamo scritto al vescovo e denunciato il prete per istigazione al maltrattamenti di animali e violazione della legge sulla fauna selvatica».

«Abbiamo deciso di scrivere al vescovo di Novara per chiedere un intervento immediato e porre fine a questa idiozia pericolosa – scrivono in una nota i referenti dell’Associazione italiana difesa degli animali - e abbiamo deciso di inviare una denuncia contro il celebrante per istigazione all'uccisione di animali selvatici e per maltrattamento di animali ai sensi dell'articolo 544 del codice penale».

L’associazione Aidaa guidata da Lorenzo Croce, che ha sede nel Milanese, sostiene che sabato in valle Strona si sia celebrata «una messa con annesso un rito di esorcismo contro i lupi e per il loro abbattimento. Roba da psichiatria - dice Croce -. Abbiamo scritto al vescovo e denunciato il prete per istigazione al maltrattamenti di animali e violazione della legge sulla fauna selvatica».

La difesa dell'europarlamentare Panza

Subito da diverse parti si sono levati gli scudi a difesa di don Gaudenzio Martini e del suo operato: "Apprendo dagli organi di stampa – ha dichiarato l’europarlamentare della Lega Alessandro Panza, responsabile delle politiche per le aree montane della Lega e Consigliere per la Montagna del ministro per gli Affari Regionali - che secondo l'Associazione Difesa degli Animali la messa istighi all'odio verso i lupi e alimenti una pericolosa cultura di caccia e soppressione, e che abbiano addirittura annunciato l'intenzione di presentare una denuncia contro il sacerdote celebrante, Don Gaudenzio Martini, per istigazione all'uccisione di animali selvatici e maltrattamento di animali, ai sensi dell'articolo 544 del codice penale. La messa ovviamente non è contro il lupo – prosegue Panza - ma è un rito per la protezione del gregge e dei pastori, quindi non istigazione all'odio, ma la preghiera di una pacifica convivenza. La celebrazione, ripetuta dal 1762, ha l'obiettivo di chiedere la protezione divina contro gli attacchi del predatore, invocando in particolare l'intervento di San Valentino, la cui reliquia è conservata nella chiesa".

"Non posso che esprimere solidarietà al parroco Don Gaudenzio Martini che andrò presto a trovare, vittima di un delirio cittadino che non vuole capire e comprendere i sentimenti di chi vive le sfide quotidiane delle montagne ed è nel pieno diritto di preservare le proprie tradizioni e la cultura locale"  conclude Panza.

E di Preioni

Sulla questione si è espresso anche Alberto Preioni, presidente del gruppo Lega in Piemonte: "Denunciare un parroco per avere celebrato una messa tradizionale di chi vive sulle Alpi è assurdo. La messa del lupo è una funzione che affonda le sue origini nel 1762 e invoca “𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑡𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑝𝑎𝑒𝑠𝑖, 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑣𝑎𝑙𝑙𝑎𝑡𝑒 𝑑𝑎 𝑐𝑎𝑙𝑎𝑚𝑖𝑡𝑎̀ 𝑛𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎𝑙𝑖, 𝑣𝑎𝑙𝑎𝑛𝑔ℎ𝑒, 𝑓𝑟𝑎𝑛𝑒, 𝑖𝑛𝑐𝑒𝑛𝑑𝑖, 𝑒 𝑑𝑎𝑙 𝑙𝑢𝑝𝑜”, come si può leggere nel volantino della parrocchia di Forno. È un attacco dissennato e virulento contro una 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐬𝐞𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞, in nome di un animalismo poco sensato, che arriva addirittura a voler denunciare un uomo di chiesa per istigazione a uccidere gli animali e per maltrattamento di animali. Un conto è Milano, un conto la nostra montagna con le sue tradizioni e la sua cultura. Si tratta di una 𝐦𝐚𝐧𝐢𝐟𝐞𝐬𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐨𝐩𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐞 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐫𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧 𝐝’𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞".

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