Il caso

La lettera da Dagnente: "Qui nella frazione ci sentiamo abbandonati"

L'"ultima beffa" sarebbe rappresentata dalla chiusura del parcheggio al campo sportivo

La lettera da Dagnente: "Qui nella frazione ci sentiamo abbandonati"
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La lettera inviata da Lino Cannone, uno dei decani della frazione aronese di Dagnente, è stata scritta per denunciare una situazione a suo dire di trascuratezza della frazione.

Una lettera per parlare di Dagnente e dell'"ultima beffa"

"Su Dagnente si abbatte l’ultima beffa". Si intitola così la lettera con cui Lino Cannone, uno degli abitanti storici della frazione aronese, torna a parlare dei problemi della zona. Ad attirare l’attenzione del decano di Dagnente - e di altri abitanti della frazione - è stata la decisione, presa dalla Diocesi, di vietare l’utilizzo del terreno del campo sportivo della frazione come parcheggio. «Dopo il problema dei parcheggi - scrive Cannone - dove la poca chiarezza e la latitanza dell’Amministrazione comunale e della vigilanza urbana hanno permesso a uno sconosciuto di asportare il cartello di parcheggio pubblico, causando così liti quotidiane e feroci tra la popolazione e i proprietari del condominio Le Terrazze; dopo l’indifferenza dell’Amministrazione sui pini che giganteggiano davanti al monumento dedicato a Felice Cavallotti che di fatto lo cancellano alla vista del lago; dopo la noncuranza sulle strade di accesso alla Frazione (via dei Partigiani è diventata una mulattiera, via Verbano è impercorribile per i perenni lavori sulla Statale 33); dopo le promesse on mantenute di allargamento di via Di Sopra; dopo le promesse non mantenute di rifacimento dei gabinetti della ex scuola, cosa tra l’altro che va contro le norme igieniche più elementari tenendo conto che l’edificio ospita l’ambulatorio medico e il seggio elettorale dove le forze dell’ordine hanno l’obbligo di presidiare giorno e notte. Ora a tutto questo si aggiunge una tegola beffarda".

La questione del campo sportivo

"I dagnentesi non potranno più utilizzare il campo sportivo come posteggio - prosegue Cannone - perché la Diocesi, proprietaria del terreno, ne ha murato l’ingresso. I cittadini dagnentesi ignari e sbigottiti ricordano che il campo sportivo veniva usato per la festa campestre, per accogliere le auto dei partecipanti alle funzioni religiose (matrimoni, funerali, ecc.) e in caso di emergenza per il Covid 19 per sgomberare le strade e permettere il passaggio dei mezzi di soccorso. Inoltre non potendo più entrare con i mezzi di manutenzione dell’associazione Felice Cavallotti, la quale da molti anni si occupa della manutenzione del verde, l’area sarà destinata a diventare bosco o peggio ancora area edificabile. I dagnentesi non si meritano questa imposizione e la respingono".

La stoccata al Comune

Al di là della questione sollevata in questo momento, e legata al problema della mancanza di parcheggi, Cannone punta il dito soprattutto sul clima di generale abbandono che sembra dominare nella frazione. "E’ comunque doveroso scendere a patti con la proprietà. L’attuale Amministrazione dovrebbe sapere che una petizione popolare del 26 maggio 2009 di 134 firme proponeva l’acquisizione, al Comune di Arona, dall’Ipab (Istituto pubblico di assistenza e beneficienza) dell’asilo di via Galeazzi e che il ricavato della eventuale vendita fosse messo a disposizione di opere necessarie a Dagnente. La proposta veniva accettata e confermata da una delibera del Consiglio comunale di Arona in data 30 giugno 2009 e dalla delibera del Consiglio regionale del Piemonte datata 15 settembre 2011. Dagnente ha quindi un tesoretto. Sarebbe bene che il Signor Sindaco, abbandonata l’indifferenza, proponga una assemblea pubblica a Dagnente per discutere e risolvere i problemi coi cittadini che hanno votato a stragrande maggioranza per la Sua elezione".

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