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La Novara-Biella-Santhià tra le linee peggiori di Italia

"Ma in generale la situazione in Piemonte è disastrosa": lo spiega Legambiente nel rapporto Pendolaria

La Novara-Biella-Santhià tra le linee peggiori di Italia
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Rapporto Pendolaria 2023: la Novara-Biella-Santhià tra le linee peggiori di Italia. E le province di Novara e Vercelli non sembrano interessate a risolvere il problema. È quanto denuncia Legambiente nel nuovo rapporto Pendolaria 2023, in cui fa il punto sul trasporto su ferro in Italia – indietro rispetto agli altri Paesi europei – con un’analisi sul presente e futuro di questo settore.

Il rapporto di Legambiente

Nonostante dei timidi miglioramenti, spiega Legambiente, in Italia la transizione ecologica dei trasporti è ancora troppo lenta. A pesare soprattutto sul trasporto su ferro sono i continui ritardi infrastrutturali, i treni poco frequenti, le linee a binario unico, la lentezza nella riattivazione delle linee ferroviarie interrotte, chiuse e dismesse, e poi le risorse economiche inadeguate. Dall’altra parte, il trasporto pendolare risente ancora degli effetti della pandemia: seppur cresciuto, il numero dei pendolari non raggiunge ancora i livelli del periodo pre-pandemico. Nella sua analisi l'associazione stila anche un elenco delle "linee peggiori d'Italia" e c'è davvero poco da stare allegri.

Il caso della Novara-Biella-Santhià

Un caso emblematico tra quelli citati nel report di Legambiente è sicuramente quello rappresentato dalla linea di 78 km, Novara-Biella-Santhià.

"La tratta tra Biella-Santhià, di 27 km, è stata elettrificata a inizio 2022 - si legge nel documento - mentre la linea Biella-Novara è stata inserita tra quelle per la sperimentazione ad idrogeno, creando disomogeneità tra le due tratte, un tempo gestite come una sola linea. Per ovviare al problema, sembra che si stia accantonando l’ipotesi della sperimentazione dell’idrogeno della Biella-Novara a favore dell’elettrificazione, ma al momento la Regione non ha finanziato neanche la progettazione, per cui rimane l’incertezza".

"L’elettrificazione della Biella-Santhià - prosegue Legambiente - era stata realizzata per permettere di attivare treni diretti per Torino, che però non si sono visti ad eccezione di due sole coppie di treni con orari piuttosto scomodi per i pendolari. Inoltre, i servizi sono stati ridotti rispetto al passato, in particolare nei fine settimana. A questo si aggiunge che il servizio sulla linea ha vissuto un anno pessimo, con la cancellazione di diverse corse e ritardi, in particolare nei mesi autunnali".

E l'associazione ambientalista rincara la dose: "Parliamo di situazioni in cui sull’intera linea non sono transitati treni per ore. Problemi che sono causati anche dagli oltre 65 passaggi a livello che sono soggetti a frequenti guasti".

La stoccata alle province di Novara e Vercelli

Legambiente poi riferisce che ad oggi, per risolvere i disservizi, la Provincia di Biella ha portato avanti un piano sottoscritto con RFI e Ministero delle Infrastrutture per la soppressione dei passaggi a livello, mentre "per contro le Province di Novara e Vercelli non sembrano interessate a risolvere il problema. Ci chiediamo, a che serve elettrificare se poi il servizio resta lo stesso, scadente, di prima?"

Piemonte: situazione disastrosa e un brutto primato

"La situazione delle linee ferroviarie in Piemonte è disastrosa - prosegue il report - in particolare a causa dell’avversione per il trasporto su ferro dell’amministrazione regionale. Si tratta della regione che “vanta” il maggior numero di linee sospese d’Italia, una quindicina, ormai inattive da circa dieci anni. Solo grazie all’opera di Fondazione FS, recentemente sono state riattivate alcune linee a scopo turistico, con la speranza che tale azione possa spronare la Regione affinché, almeno su quelle linee, ripristini il servizio per i pendolari".

E ancora: "Inoltre, anche sulle linee regionali ancora attive, dopo la riduzione delle corse durante la pandemia, il servizio non è più tornato ai livelli precedenti. La gestione del servizio ferroviario regionale è suddivisa su due ambiti: il Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) che riguarda l’area della Città Metropolitana di Torino e il Servizio Ferroviario Regionale (SFR) che riguarda il resto del territorio regionale. L’SFM è gestito con un contratto di servizio che prevede un graduale incremento dell’offerta nel corso della durata del contratto, con un maggior numero di corse, la riattivazione di una linea sospesa e una serie di migliorie come il trasporto gratuito delle biciclette".

Ma le cose stanno andando diversamente: "Nonostante siano ormai passati più di due anni dall’inizio del contratto, la Regione continua a mantenere il servizio base, senza alcun miglioramento per i pendolari che gravitano sul capoluogo. Per quanto riguarda l’SFR, nel 2022 è stato siglato il nuovo contratto di servizio con Trenitalia che prevede, a parità di costo, un minor numero di corse, situazione che penalizza fortemente i pendolari. Le associazioni dei consumatori hanno depositato un ricorso al TAR rilevando le incongruenze del nuovo contratto
rispetto alle prescrizioni dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti che la Regione Piemonte ha inspiegabilmente ignorato".

Quindi l'amara conclusione: "Come se non bastasse numerose sono le carenze e le criticità che si riscontrano nelle diverse aree, con servizi ridotti o inesistenti nei festivi e prefestivi, cosicché anche chi vuole recarsi da turista in molte zone del Piemonte deve ricorrere al mezzo privato".

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