Novara

Legambiente e Pro Natura fanno ricorso al Tar contro la logistica di Pernate

Insieme all’Associazione i Fontanili e a diversi cittadini chiedono l’annullamento della Delibera di giunta di approvazione del Piano di sviluppo industriale

Legambiente e Pro Natura fanno ricorso al Tar contro la logistica di Pernate
Pubblicato:

Non si spegne la mobilitazione della politica, delle associazioni ambientaliste e dei cittadini contro il progetto di maxi polo logistico a Pernate. Una mobilitazione che sabato 1 aprile ha portato oltre 400 persone a manifestare per le strade di Novara.

Ma non ci si ferma alle manifestazioni. Nei giorni scorsi Legambiente Nazionale APS e Federazione Nazionale Pro Natura hanno presentato ricorso, insieme all’Associazione i Fontanili di Pernate e a diverse decine di cittadini per l’annullamento della Delibera di Giunta Comunale 51/2023 di approvazione del Piano strategico di sviluppo industriale, a firma del CIM SpA e di Develog 4 Srl, che prevede appunto la realizzazione, di un parcheggio e di un insediamento logistico non connesso e funzionale all’intermodalità, nella zona agricola a ridosso dell’abitato di Pernate.

Le ragioni del ricorso

Il ricorso s’intende esteso a tutti i correlati eventuali ulteriori atti urbanistici, incluso il previsto accordo di pianificazione in capo alla Provincia di Novara. Tale ricorso è motivato dall’illegittimità dell’atto in quanto ritenuto in contrasto con la disciplina del vigente PRGC di Novara e con tutti gli altri atti di pianificazione sovraordinata, nonché in contrasto con l’Atto di indirizzo del 01.04.2011 della stessa amministrazione comunale di Novara.

Pro Natura Novara e Legambiente Circolo” Il Pioppo” Novarese e Ovest Ticino condividono e sostengono, a livello locale, le iniziative del Comitato per Pernate e dell’associazione Fontanili di Pernate a difesa del suolo e della salute e per l’affermazione di uno sviluppo sostenibile.

La contrarietà al progetto, che prevede la realizzazione di capannoni alti 20 metri per una superficie di 242.000 m2 (34 campi di calcio) e di altre migliaia di mq di piazzali di sosta e aree di manovra dei TIR, all’interno di un'area complessiva di circa 800.000 m2, più estesa di quella dell’intero abitato di Pernate, in sintesi, si fonda, sui seguenti punti:

- ulteriore perdita di una vasta estensione di terreni, appartenente alle migliori classi di capacità d’uso agricolo del suolo, come da dati della Regione Piemonte, a tuttora coltivato, anche a riso, condizione opportunamente evidenziata nel parere negativo espresso dall'Ordine degli Agronomi di Novara e VCO;

- aumento dell’incidenza della superficie edificata–impermeabilizzata e conferma di una tendenza di crescita - antitetica rispetto agli obiettivi nazionali del Piano per la transizione ecologica (PTE) che ha fissato il target di un consumo netto pari a zero entro il 2030, in anticipo di venti anni rispetto alla data fissata dall’ UE e tale da allinearsi a quanto indicato dall’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite – nonostante la recente realizzazione di insediamenti logistici che, come da dati ufficiali di ISPRA, hanno portato la provincia di Novara ad essere quella con più accelerazione nel consumo di suolo in Piemonte e da collocare Novara e Trecate ai primi posti tra i comuni per consumo di suolo;

- incidenza su un territorio fragile ma anche importante dal punto di vista idrogeologico, per la presenza di acquiferi che garantiscono disponibilità di acque sotterranee per l’approvvigionamento potabile e di acque superficiali, in uno scenario particolarmente problematico di cambiamento climatico con conseguente crisi idrica strutturale che richiederebbe ben altre politiche, indirizzate verso l’adattamento (deimpermeabilizzazione, forestazione, ecc.);

- contrasto con il Piano Paesaggistico Regionale - PPR, strumento prevalente e che avrebbe dovuto essere già recepito con l’adeguamento del vigente PRG, tanto che il Comune di Novara si trova in una situazione di “colpevole” inadempienza, aggravata dalla non considerazione che tale piano riconosce i suoli di I e II classe ancora liberi, come quelli in questione, quali “aree a elevato interesse agronomico come componenti rilevanti del paesaggio agrario e risorsa insostituibile per lo sviluppo sostenibile della Regione” per le quali attuare la salvaguardia attiva dello specifico valore agronomico, la protezione del suolo dall’impermeabilizzazione, il contenimento della crescita di insediamenti preesistenti e della creazione di nuovi nuclei insediativi, la promozione delle buone pratiche agricole, la tutela e la valorizzazione degli elementi rurali tradizionali (siepi, filari, canalizzazioni).

"Mancano le condizioni di compatibilità ambientale e sociale"

"L’amministrazione di Novara - prosegue il comunicato delle associazioni ambientaliste - in questo accompagnata da numerosi comuni confinanti che hanno analoghe previsioni, come Trecate e San Pietro Mosezzo, invece di dare attuazione ai citati obiettivi del PPR, che si
condividono, accetta le proposte di soggetti privati per insediamenti a "funzione logistica", tanto in aree di prevista trasformazione ma tuttora agricole, quanto in aree ad effettiva destinazione agricola, senza una visione complessiva di governo del territorio e facendo venire meno le condizioni di compatibilità ambientale e sociale di tali insediamenti. Il prevedere interventi di mitigazione e compensazione, per altro spesso mal realizzati e poco efficaci, non rende qualitativamente migliore Novara".

"Serve un piano di riqualificazione complessivo"

Quindi proseguono: "Ribadiamo, evidenziando le note che avevamo già inoltrato a proposito dell'insediamento di Agognate: continua a mancare un piano di riqualificazione complessivo di tutta la zona nord di Novara, da Agognate a S. Agabio, a Pernate, piano che dovrebbe essere concordato anche con i comuni limitrofi. L'area in questione è attraversata da Agogna, Terdoppio e da rogge e cavi da valorizzare; è stata interessata da industrializzazione e urbanizzazione "storica", che oggi ha lasciato molti edifici vuoti e in degrado (per cui è fondamentale una progettazione di riuso di queste aree dismesse); è stata interessata anche dalla costruzione della linea ad alta velocità che ha prodotto cesure nel tessuto urbano non ancora sanate secondo gli accordi pur sottoscritti da Comune ed aziende costruttrici. Ogni intervento dovrebbe inserirsi in un progetto di riqualificazione di quadrante a medio - lungo periodo, che tenga in considerazione la PRIORITA' del RIUSO (e il NO a consumo ulteriore suolo).

"Per una Novara effettivamente sostenibile"

Nell'area in questione: c'è da definire lo stato e la possibilità di recupero dei capannoni da anni non più utilizzati; c'è da definire stato e possibilità di demolizione di edifici, ormai "ruderi"; c'è da valutare la sistemazione di alcuni edifici di valore storico; c'è da completare il corridoio ecologico – percorso pedonale ciclabile lungo il torrente Agogna, dal tratto in città fino ad Agognate, così come completare i percorsi lungo il Terdoppio. In questo modo si individuerebbero aree già cementificate da riusare, si bloccherebbe l'ulteriore cementificazione, si riqualificherebbe un intero quadrante cittadino creando integrazioni tra passato, presente e futuro, e tra diverse fruizioni, sia economiche che sociali. Un progetto che vorremmo fosse costruito con la reale partecipazione dei cittadini, per una Novara effettivamente sostenibile".

Seguici sui nostri canali