Legambiente: Novara penultima in biodiversità, determinante il consumo di suolo agricolo
"Non sono belle notizie ma rispecchiano, sulla base di dati ed elaborazione fondate su metodologie scientifiche, la condizione della città e del suo territorio"
Ma anche la trasformazione della conduzione delle risaie, la riduzione di ambienti con vegetazione naturale-rurale, la non realizzazione di reti ecologiche.
L'indagine
"Novara, che si era candidata nel 2023 per il premio “Capitale europea verde 2025”, si posiziona, nel 2024, al penultimo posto nella classifica dei capoluoghi italiani “più naturali” stilata da 3BEE sulla base di due parametri, l’abbondanza media di specie e l’uso del suolo. A questo primato negativo si affianca il 64° posto di Novara sui 105 comuni capoluogo di provincia già ottenuto nella classifica 2023 di “Ecosistema Urbano”, rapporto sulle performance ambientali delle città redatto da Legambiente" commentano dal Circolo Il Pioppo Ovest Ticino e novarese.
"Non sono belle notizie ma rispecchiano, sulla base di dati ed elaborazione fondate su metodologie scientifiche, la condizione della città e del suo territorio e ci dicono che devono essere modificate le politiche locali per assicurare uno sviluppo sostenibile, attuando azioni concrete per allinearsi agli obiettivi delle strategie europee, inclusi quelli di protezione e ripristino degli ambienti naturali e degli ecosistemi, di riduzione del consumo di suolo e rigenerazione urbana, di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico.
Il Circolo di Legambiente “IL PIOPPO” Ovest Ticino e Novarese, in quest’ottica, con il coinvolgimento dell’UPO e di ASSA, si è fatto promotore, presso l’amministrazione comunale di Novara, di un progetto finalizzato a modificare la gestione delle aree verdi in modo da assicurare la presenza di prati fioriti, allo scopo di aumentare la biodiversità in ambito urbano creando micro-ecosistemi favorevoli alle specie impollinatrici. Il progetto “Novara città in erba” era stato proposto da tempo ma complici le vacanze estive e i rimpasti di giunta è stato approvato dal comune il 1.10.2024 e sarà ora presentato per il bando “Opportunità clima” di Fondazione Comunità Novarese. Si tratta,
ovviamente, di un piccolo intervento, ma significativo e attuabile immediatamente, utile anche per cominciare a parlare seriamente di biodiversità in ambito urbano.
Per “scalare la classifica” sono necessarie azioni di maggior peso e ad una scala territoriale, a partire dalla costruzione della rete ecologica e dalla riforestazione urbana e creazione di habitat diversificati.
Anche le Linee Guida per il PRG indicano, tra gli obiettivi specifici, l’utilizzo consapevole del territorio (riduzione del consumo di suolo, costruire sul costruito, cinture verdi) e la rinaturalizzazione della città (deimpermeabilizzazione, infrastrutture verdi), che trovano il favore di Legambiente, ma anche indicazioni di sviluppo tra le quali rientra il “livello logistico” per il quale non sono definiti limiti alle trasformazioni territoriali indotte dalla localizzazione di tali insediamenti.
Il Circolo IL PIOPPO ritiene che il basso grado di biodiversità sia dovuto tanto al consumo di suolo, imputabile negli ultimi anni alla perdita di aree agricole per l’insediamento della logistica, che collocano Novara, come da dati ISPRA, sopra alla media nazionale e regionale e tra i primi posti per incremento annuale nell’ultimo periodo, quanto alle trasformazioni delle modalità di coltivazione del riso e perdita di aree ed elementi lineari di vegetazione nelle zone agricole.
Con riguardo alla risicoltura non condividiamo le dichiarazioni di Coldiretti sulla monocoltura della risaia come ecosistema unico che preserva la biodiversità e sulla scomparsa di specie in risaia quale condizione registrata in tutto il mondo. Le modifiche determinate dall’ampliamento delle camere di risaia e correlata riduzione degli elementi lineari della vegetazione lungo i fossi irrigui hanno un impatto negativo in quanto riducono la diversificazione degli habitat e quindi offrono minori aree idonee per la sopravvivenza di alcune popolazioni.
I dati acquisiti a seguito di monitoraggio di lungo periodo degli ardeidi e di sperimentazioni su diverse modalità di conduzione della risaia, in particolare da parte dell’Università di Pavia e da diverse aree protette, sostenute anche da Regione Piemonte e Lombardia, attestano, dopo il progressivo aumento delle popolazioni strettamente dipendenti dalla risaia (Airone cenerino, Nitticora, Garzetta), determinato dalla protezione delle garzaie, una loro riduzione negli ambienti di risaia dall’inizio degli anni 2000 che coincide con l’utilizzo del laser per creare superfici
perfettamente livellate che non consentono il permanere di pozze d’acqua e dall’introduzione delle risaie asciutte e delle variazioni dei periodi di allagamento. Le cause sono imputabili agli effetti sulla popolazione di anfibi (girini e adulti) che rappresentano la principale fonte di alimentazione per tali specie. Diversamente, è in crescita la popolazione di Ibis sacro e di Airone guardabuoi ma tali specie hanno una alimentazione diversificata, non strettamente dipendente dalla risaia.
Il Circolo Il Pioppo è ovviamente disponibile ad avviare un confronto con tutte le Associazioni agricole, sulla base di dati scientifici, per definire sinergie di azione allo scopo di sostenere interventi finalizzati a aumentare e diversificare gli habitat e a ricreare condizioni ottimali per la permanenza della fauna legata agli ambienti di risaia, coerenti con le indicazioni derivanti dai citati studi, dalle indicazioni di Arpa Piemonte sulle Buone Pratiche per la Biodiversità in risaia e dal rapporto ISPRA 330/2020 per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN) per la tutela della biodiversità".
Lodevole quanto minima iniziativa che agisce sull'esistente verde ma che non modifica l'enorme consumo di suolo e non amplia il verde urbano. Meglio le risaie dei capannoni!