Liberi e uguali: "Riattivare i consultori familiari in Piemonte"
“I consultori devono tornare a essere strumento di prevenzione sanitaria, di educazione sessuale e sostegno alla procreazione responsabile"
“Si utilizzino parti importanti delle 2000 assunzioni per la Sanità piemontese per riattivare i Consultori familiari fortemente penalizzati in questi ultimi anni anche da scelte a volte ideologiche di questa maggioranza” - lo chiede con forza la Presidente di Liberi Uguali Verdi in Consiglio regionale Silvana Accossato depositando un ordine del giorno nella seduta odierna del Consiglio in cui inoltre si chiede l’internalizzazione del personale dei CUP .
La richiesta
“Grazie alla proficua battaglia portata avanti dai Sindacati si è riusciti ad ottenere questo importante risultato in termini di assunzioni che non va assolutamente sprecato, si tratta di un’occasione più unica che rara che va sfruttata al massimo andando a potenziare servizi che sono in grave difficoltà se non al collasso vero e proprio” – ribadisce Silvana Accossato.
“I consultori dovrebbero essere 1 ogni 20 mila abitanti in base al D.M. 77 recepito anche dalla regione Piemonte mentre sono molti meno. Dalla loro istituzione i consultori hanno svolto un ruolo fondamentale per l’autodeterminazione delle donne. Oggi sono in crisi: molti sono stati chiusi, in quasi tutti manca personale” – afferma la Presidente di LUV.
“La mancanza di personale mette il libero accesso sempre più in discussione, trasformando questi importanti presidi in ambulatori uguali agli altri, dove si accede con prescrizione e pagando il ticket, in contrasto con la legge istitutiva” – spiega Silvana Accossato.
“I consultori devono tornare a essere strumento di prevenzione sanitaria, di educazione sessuale e sostegno alla procreazione responsabile. Per questo nel 2018 il nostro gruppo consiliare fece approvare dal Consiglio Regionale una delibera che prevede la gratuità delle contraccezioni per le/i giovani fino a 26 anni e interventi per limitare gli effetti negativi dell’obiezione di coscienza – continua la Presidente Accossato ribadendo come – “proprio per questo la possibilità di somministrazione della pillola RU 486 nei consultori va difesa e resa possibile in concreto”.
La Regione espliciti la propria volontà di mettere in condizione queste strutture di poter lavorare al fine di tutelare la salute delle donne – “volontà che chiediamo venga ribadita con atti concreti a cominciare dall’assegnare risorse di personale importanti” conclude l’esponente di LUV.