Approfondimento

Ma il Piemonte è zona sismica? Una mappa delle aree a rischio

Il Centro Meteo Piemonte precisa: "La regione non è esente da questi fenomeni"

Ma il Piemonte è zona sismica? Una mappa delle aree a rischio
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In seguito alla scossa di terremoto avvertita ieri, martedì 7 febbraio, alle 23.35 circa, con epicentro nel Cuneese, il Centro Meteo Piemonte ha voluto proporre un interessante approfondimento. In tanti infatti tendono a considerare la regione del tutto esente dai fenomeni sismici. La realtà invece è più articolata.

Basso rischio, non assente

Riguardo alla piccola scossa sismica che nella serata di ieri si è verificata nelle Langhe, il Centro Meteo Piemonte ha notato il nascere di alcune discussioni nei commenti sul proprio profilo social riguardo la sismicità del Piemonte.
"È bene chiarire - scrivono sulla pagine - che una regione, anche se considerata a basso rischio sismico, non è esente da terremoti: sono sicuramente più rari e la probabilità di accadimento di scosse piuttosto forti sono basse (ma non nulle!). Che poi la nostra regione sia meno sismica di zone come l'Appennino Centro Meridionale dell'Italia o la Turchia, questo è un dato di fatto".

Sismicità media

Inoltre, il Centro Meteo Piemonte specifica che non tutta la regione è a basso rischio sismico: "Troviamo infatti la zona pedemontana tra il Torinese (in particolar modo il Pinerolese) e il Cuneese e le zone a ridosso dell'Appennino Alessandrino con una sismicità media dove sono già avvenuti sismi significativi anche superiori al 5 grado in passato".

Questi i precedenti significativi

  • 22 Ottobre 1541: M. 5.3 richter Valle Scrivia, Alessandrino: Ci furono gravi danni e alcune vittime; danni rilevanti anche a Stazzano, Novi Ligure e Serravalle Scrivia.
  • 30 Aprile 1680: M 5.1 Richter Valle Scrivia Alessandrino
  • 9 Marzo 1753: M 5.2 Richter Val Chisone, Torinese: L’evento interessò centri di grande importanza strategica come Pinerolo, Perosa e Fenestrelle. Il terremoto spaventò molto la popolazione, ma non fece vittime in modo diretto. I danni riguardarono prevalentemente caduta di tetti, di comignoli, di qualche muro esterno, in particolare alle strutture militari fortificate. Il periodo sismico fu caratterizzato da una lunga serie di scosse che si protrassero fino alla prima metà di maggio e molte persone dimorarono all'aperto per 3 mesi; una forte ripresa dell’attività sismica si ebbe, in seguito, nei primi giorni del mese di agosto.
  • 26 Maggio 1767: M 5.1 Richter Valli di Lanzo, Torinese. A Lanzo Torinese la scossa causò il crollo di alcune case, a Balangero la caduta delle mura di un vecchio castello e in un altro paese, di cui le fonti non fanno il nome, il crollo della volta di una chiesa. La scossa fu avvertita senza danni a Torino.
La mappa della sismicità storica (i punti più piccoli sono scosse comprese tra M 4.0 e 4.9)
  • 2 Aprile 1808: M 5.6 Richter (5.7 Mercalli) Val Pellice, Torinese. furono gravissimi danni al patrimonio edilizio con crolli totali, numerosi crolli parziali e gravi lesioni a tutti gli edifici, molti dei quali divennero pericolanti e inabitabili. Ci furono decine di feriti nei comuni più prossimi all'epicentro, un numero imprecisato di capi di bestiame coinvolti dal crollo degli edifici e pure due persone decedute a San Germano e a Vigone. Il periodo sismico si protrasse fino alla fine di ottobre, danneggiando gravemente i paesi delle valli dei torrenti Pellice e Chisone, nel circondario di Pinerolo. Il panico indusse la popolazione di numerose località a cercare scampo nelle campagne. Dopo la scossa principale, altre ne seguirono la sera alle ore 21:15 di magnitudo 5, poi il 16 aprile di ben 5.3, il 18 aprile di 5.1 e il 20 aprile di magnitudo 4.8.

 

  • 9 Ottobre 1828: M. 5.7 Richter (5.8 Mercalli) Val Curone-Appennino Ligure-Alessandrino. forte boato preannunciò una violenta scossa, che durò 10 secondi circa. Non vi furono però danni gravissimi. Nei giorni successivi diverse le scosse di assestamento, e molta gente preferì accamparsi all'aperto.
    La scossa fu sentita o avvertita in gran parte del nord-ovest italiano, a Lugano in Svizzera, persino a Marseille in Francia, nella Toscana e a Ravenna in Emilia-Romagna.
  • 5 Settembre 1886: M. 5.2 Richter Val Sangone, Torinese. I danni più significativi, ma non gravi, si verificarono a Coazze e Pinasca (crepe in tutti gli edifici e caduta di camini), a Chiusa di San Michele e Vaie (crepe e caduta di tegole), nonché a Voleva. Lesioni meno significative e meno diffuse a Caprie, San Francesco al Campo, Sciolze e Melezet. Fu forte ma non provocò danni, solo al più lievi, in molte altre località piemontesi.
  • 5 Marzo 1892: M 5.0 Richter Val Chiusella, Canavese. I maggiori effetti in termini di danni si ebbero nella vicinissima Valle d'Aosta soprattutto a Outrefer e Hône.

 

  • 26 Ottobre 1914: M 5.2 (Mw 5.3) Val Sangone, Torinese. scossa fu risentita in gran parte del Piemonte soprattutto nei luoghi vicini all'epicentro, causando anche diversi danni come caduta di cornicioni e comignoli. A Cumiana, quasi tutti gli edifici avevano riportato danni ingenti; a Giaveno si dovette anche far la conta di una vittima, un ragazzo rimasto sepolto dal crollo del soffitto nella stanza dove dormiva. Dopo la scossa principale, altre di assestamento di cui una di 4.5 alle ore 16:22. Molte persone avevano deciso di passare la notte successiva all'aperto per il continuare delle scosse di cui una di 4.7 all'1:12.

 

  • 5 Gennaio 1980: Mw 5.0 Val Sangone, Torinese. sisma è durato per oltre un minuto e mezzo, seguito per altri 4 minuti da altre piccole scosse di riflessione. Un tempo lunghissimo in cui i torinesi si sono immediatamente riversati di massa in strada. Danni a numerosi edifici con crolli e profonde lesioni alle pareti. Tre persone colte da malori collaterali sono state ricoverate negli ospedali. Nella notte c'erano già stati segni premonitori con scosse di lieve intensità. Il forte terremoto è stato avvertito in tutto il Piemonte, in Liguria e ai confini della Lombardia.
    Le tubature, le linee elettriche e quelle del telefono, principale preoccupazione dei tecnici e dei vigili del fuoco, non hanno subito particolari danneggiamenti, mentre i palazzi maggiormente lesionati sono stati nella zona di via Po, corso Palermo e piazza della Repubblica.
    Il danno peggiore, senza conseguenze, è stato il crollo del campanile della Chiesa, creando danni anche al convento della Visitazione di Maria Vergine di strada del Castello di Mirafiori 44 e risalente agli inizi del diciassettesimo secolo.

 

  • 11 Aprile 2003: M 4.8 Richter (Mw 5.0) Valle Scrivia, Alessandrino. Diverse scuole furono evacuate. Nei giorni successivi furono stimati danni per 80 milioni di euro in 58 comuni, con 300 sfollati, 5.000 case lesionate e alcuni feriti. Nei giorni successivi ci furono diverse lievi scosse comprese tra 1.8 e 2.8 Richter.
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