Peste suina

Maiali abbattuti a Trecate con le scosse elettriche: il caso arriva in Parlamento

Dopo il clamore suscitato da un servizio di "Food for profit", è stata presentata un'interrogazione al ministro, ma la Regione assicura che è stato adottato il sistema che genera minori sofferenze per gli animali

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Il caso dei circa 700 maiali abbattuti a Trecate a inizio agosto non si è spento con la soppressione degli animali ma, anzi, ha acquisito clamore in seguito a un videoservizio giornalistico realizzato dal team "Food for profit", che ha dato lo spunto alla deputata Eleonora Evi di presentare una interrogazione parlamentare sulla vicenda e più in generale sul tema della gestione dell'epidemia.

I fatti

Tutto inizia quando a fine luglio si diffonde la notizia della presenza di un caso di peste suina africana presso l’area della Cascina Bellaria situata nella frazione di San Martino di Trecate di proprietà della famiglia Boldini. Come da protocollo in questi casi senza troppe esitazioni si annuncia la necessità di procedere all'abbattimento di circa 700 maiali.

Le operazioni imposte dalle normative europee in caso di peste suina africana (malattia pericolosa per gli animali e non per l'uomo) si traducono di fatto nell’eliminazione di ogni capo presente all’interno dell’allevamento.

Il documentario

Così il primo agosto 2024 iniziano le procedure di soppressione dei suini. Procedure che in parte vengono riprese dall'alto tramite un drone dal team di "Food for profit", lo stesso che ha realizzato l'omonimo documentario realizzato da Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi che denuncia le crudeltà e gli impatti ambientali degli allevamenti intensivi e le connessioni tra industria della carne, lobby e potere politico.

Le immagini riprese dal drone diventano oggetto di un video in cui Innocenzi punta il dito contro le modalità di soppressione adottate a Trecate, e non solo.

Il video viene presentato così: "Abbiamo filmato gli abbattimenti per la PSA. Ci risiamo, questa malattia è tornata a colpire altri milioni di animali negli allevamenti. E come per l’epidemia dell’anno scorso sono iniziati gli abbattimenti. Per questo siamo stati in provincia di Novara, dove è scoppiato il primo focolaio. Con un drone abbiamo filmato le operazioni di abbattimento, mostrando tutte le crudeltà che sono avvenute"

"L'anno scorso le immagini pubblicate da Report avevano suscitato molta indignazione - spiega Innocenzi mentre scorrono le immagini dei maiali immobilizzati all’interno di un macchinario -  perché veniva mostrato l'abbattimento praticato proprio con le pinze e la scossa elettrica, tanto che il ministro Lollobrigida era dovuto intervenire in Parlamento. Mentre le istituzioni dicono che bisognerebbe fare gli abbattimenti con il gas la realtà che vi mostriamo con queste immagini è che viene usata ancora la scossa elettrica".

"Ma perché tutto questo - chiede alla fine Innocenzi - perché gli abbattimenti di massa servono a tutelare la filiera del prosciutto made in Italy e sapete chi paga questi abbattimenti? Siamo proprio noi con le nostre tasche, l'anno scorso come quest'anno e a un anno di distanza sembra che non abbiamo ancora imparato la lezione".

L'interrogazione parlamentare

Sulla scia di questo servizio la deputata milanese del Pd Eleonora Evi ha deciso di presentare un'interrogazione parlamentare al ministro dell'agricoltura Lollobrigida.

"Torna la peste suina africana negli allevamenti - scrive Evi - torna l’emergenza, non sanitaria bensì produttiva. E Tornano gli abbattimenti in massa. La 'colpa' della diffusione del virus viene ancora data in grandissima parte ai selvatici, ai cinghiali, sebbene, dopo averne ammazzati migliaia, di cui pochi quelli effettivamente risultati positivi, nulla sia cambiato. Soldi pubblici spesi poco e male per le misure di prevenzione, recinzioni, la biosicurezza. Ora, di nuovo, anche per uccidere i suini negli allevamenti. Grazie alle immagini girate dal team investigativo di Foodforprofit e al lavoro costante di Giulia Innocenzi, sappiamo che chi sta facendo gli “abbattimenti” ci dice di usare pratiche meno cruente come il gas, sebbene sia terrificante anche questa morte, e invece, filmati con un drone, vediamo l’uso della pinza elettrica. Ecco il made in Italy".

"Che sia giunto il momento di fermarsi e riflettere - conclude la parlamentare - come ho scritta nella interrogazione che ho appena depositato, se, alla luce del fallimento della gestione dell’emergenza PSA sancito dai dati, il governo non ritenga sia urgente mettere in discussione il modello di produzione di cibo basato sul confinamento di massa di milioni di animali, migliaia all’interno di singoli capannoni, esposti a condizioni di densità estreme e stress psicofisico, vittime e vettori di agenti patogeni anche letali e favorire, rapidamente, una transizione verso produzioni e consumi diversi a beneficio di salute, ambiente, clima, animali e anche del giusto guadagno per chi lavora in questo settore, schiacciato oggi da prezzi sempre più bassi. Fare altro, fare in modo diverso, chiudere con questo orrore e sfruttamento, si può e si deve fare".

Nell'interrogazione è citato esplicitamente il caso di Trecate: "Food For Profit ha filmato con un drone come è avvenuto l'abbattimento in una struttura della provincia di Novara. Gli enti preposti promuovono l'utilizzo del gas per l'abbattimento dei capi, ma le immagini dimostrano che nonostante le evidenti criticità si continua a usare la scossa elettrica, pratica cruenta che provoca una morte tramite scosse elettriche alle tempie. Questo metodo, è sconsigliato perché provoca sofferenza agli animali, soprattutto se fatto su grandi numeri, e viene spesso eseguito in modo inadeguato, causando ulteriori tormenti".

La replica della Regione

Dal settore sicurezza alimentare della Regione Piemonte arrivano però una serie di precisazioni: “A Trecate è stato seguito in maniera rigorosa il protocollo previsto dal regolamento europeo in caso di abbattimenti per motivi sanitari - spiega il dirigente del settore bartolomeo Giglio - non si tratta di maltrattamenti, ma di una forma di eutanasia. Questa malattia che non è curabile, causa una morte atroce per i suini: i vasi sanguigni si rompono e generano devastanti emorragie, che fanno morire gli animali tra mille sofferenze”. E ancora: "Posso assicurare che a Trecate i tecnici del Presidio Multizonale di Profilassi e Polizia Veterinaria di Novara, coordinati dalla Regione hanno seguito con puntualità quanto previsto dalle regole".

“Il sistema che noi utilizziamo per gli abbattimenti – evidenzia Griglio – è in assoluto, tra i tre previsto dalla normativa, quello che genera le minori sofferenze per gli animali: in pratica i suini vengono anestetizzati attraverso una prima scossa elettrica alle tempie e poi abbattuti con una scarica al cuore”. “Il dirigente regionale evidenzia infine come il depopolamento degli allevamenti infetti sia l’unico strumento disponibile per cercare di fermare l’epidemia, che è molto difficile da controllare.

 

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