Progetto

Mediazione culturale: in due anni da Fondazione Comunità Novarese oltre 100.000 euro per le scuole

"Con l’arrivo dei profughi ucraini è emersa subito l’esigenza di reperire figure professionali capaci di favorire l’integrazione degli stranieri accolti sul territorio”

Mediazione culturale: in due anni da Fondazione Comunità Novarese oltre 100.000 euro per le scuole
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Mediazione interculturale: in due anni, grazie al Fondo Emergenza Ucraina costituito in Fondazione Comunità Novarese, oltre 100.000 euro impegnati per l’attività in sei istituti scolastici. Il presidente Maggi: “L’inserimento nelle classi di studenti stranieri deve essere accompagnato da figure professionali in grado di superare le barriere linguistiche e socioculturali”.

Nella foto Maggi, Dura, Benyahia, Belguth, Diotti, Orlov

Mediazione culturale: la scuola come luogo privilegiato

Nella città di Novara risultano residenti 15.390 persone di origine straniera (pari al 15,1% della popolazione residente) e di queste, 3.777 nella fascia di età tra 0 e i 19 anni 1 . Le comunità più numerose sono quelle marocchina, pakistana ed albanese; a seguire quelle ucraina, romena e nigeriana. La crescita della presenza di ucraini, in modo particolare, è legata al conflitto bellico iniziato a febbraio 2022.

Anche nel contesto novarese, la scuola è il luogo privilegiato per promuovere l’integrazione, ma è anche, e da sempre, una cartina di tornasole capace di mettere in luce e far emergere le disuguaglianze sociali ed economiche che interessano in modo particolare gli studenti con background migratorio: peggiori performance scolastiche, difficoltà economiche e un più alto tasso di abbandono scolastico caratterizzano gli studenti stranieri, anche a Novara.

“L’arrivo di studentesse e studenti in fuga dal conflitto russo-ucraino – commenta il Presidente di Fondazione Comunità Novarese, Prof. Davide Maggi - ha rappresentato un ulteriore banco di prova della capacità della scuola di favorire l’integrazione degli studenti stranieri. Le scuole sono state chiamate ad agire, prima di tutto, per rafforzare le competenze linguistiche, agevolare l’inclusione delle ragazze e dei ragazzi nelle classi e favorire l’apprendimento. L’inserimento scolastico deve, però, essere accompagnato da un adeguato supporto per affrontare i bisogni di ciascuna studentessa e di ciascun studente ed instaurate buone relazioni con le loro famiglie. La mediazione interculturale può giocare un ruolo di primo piano, proprio in relazione a questi obiettivi; infatti, con l’arrivo dei profughi ucraini è emersa fin da subito l’esigenza di reperire figure professionali capaci di superare le barriere linguistiche e socioculturali e favorire l’integrazione degli stranieri accolti sul territorio novarese”.

Il ruolo di Caritas

“Come Caritas Diocesi di Novara – aggiunge - Federico Diotti, project manager di Caritas Diocesi di Novara – abbiamo scelto di investire perché abbiamo ritenuto questo percorso un modo di fare integrazione ma in maniera attiva ed efficace. Ci siamo occupati di bambine e bambini, fin dalla prima infanzia, e, quindi, di quelle che saranno le future generazioni che vivranno il nostro territorio. Riteniamo che l’intermediazione culturale sia una pratica fondamentale per avvicinare giovani e giovanissimi al concetto di cittadinanza della comunità in cui sono inseriti”.

Il Fondo Solidale Emergenza Ucraina

In questo contesto, Fondazione Comunità Novarese, in collaborazione con Fondazione Cariplo, ha deciso di attivare fin da subito il fondo solidale Emergenza Ucraina per la raccolta di donazioni da destinare a progetti rivolti ai profughi e, con le prime risorse pervenute, ha scelto di promuovere un corso di formazione professionale per mediatori interculturali, promosso e strutturato da Filos Formazione, che potesse offrire un’opportunità di inserimento lavorativo, e rappresentare una risorsa non solo per le persone di nazionalità ucraina accolte sul territorio, ma per tutti i residenti stranieri, soprattutto per agevolare l’inserimento e l’inclusione dei minori in età scolare.

Il Fondo è nato, nel 2022, grazie a Fondazione Comunità Novarese in collaborazione con Caritas Diocesi di Novara, per offrire un aiuto concreto e tempestivo a coloro che sono stati costretti a lasciare improvvisamente la propria casa, le proprie abitudini e i propri cari e che hanno trovato rifugio sul territorio novarese. Il Fondo ha sostenuto numerose iniziative legate all’accoglienza dei profughi secondo un ordine di priorità dettato dalla situazione di emergenza, per soddisfare i bisogni di prima necessità o l’attivazione di servizi in ambito sanitario e socio-assistenziale, o servizi educativi e di supporto ai minori in età scolare. Anche Fondazione Cariplo ha scelto di aderire all'iniziativa con una donazione complessiva di € 176.000.

Sino ad oggi, il Fondo Solidale ha raccolto € 285.952,55, di cui:
• € 176.000 da Fondazione Cariplo;
• € 3.000 dalle disponibilità del fondo solidale Studio Santagostino;
• € 106.952,55 da erogazioni liberali di donatori.

Ad oggi sono stati stanziati complessivamente € 245.822,51 a favore di interventi di sostegno per i profughi, in ambito sanitario, educativo, di tipo socio-assistenziale e iniziative di formazione per l’inserimento lavorativo.

Il mediatore

La figura del mediatore interculturale facilita; infatti, la comunicazione tra individuo, famiglia e comunità e collabora con enti e operatori dei servizi pubblici e privati.

“La guerra – spiega Milena Dura, responsabile di sede Novara Filos Formazione – ci ha portati, ancora più del solito, a riflettere sui bisogni legati all’emergenza e a cosa avremmo potuto fare. La nostra esperienza sul campo quale agenzia di formazione, ci aveva già reso chiaro quanto fosse difficile, per chi arriva, inserirsi in un contesto senza un accompagnamento. La barriera non è solo quella della lingua ma anche dovuta alle differenze culturali. Banalmente, per gli stranieri, può essere difficile iscriversi all’ASL o comprendere quali documenti servono per poter usufruire dei servizi di base e avere qualcuno al tuo fianco, già inserito, è davvero un valore aggiunto”.

Quando l’emergenza iniziale è andata a diminuire, è stato chiaro quanto il problema fosse sentito nelle scuole, dove le bambine, bambini e i ragazzini e le ragazzine più grandi, erano stati inseriti con premura.

“Dalle scuole – continua Dura – abbiamo avuto solo feedback positivi non solo per i miglioramenti che, un mediatore culturale, può far conseguire in termini di rendimento ma, soprattutto, per il superamento di alcune pesanti barriere che impedivano la creazione di un rapporto di fiducia tra insegnanti e famiglie. Il corso di intermediazione culturale ha offerto, alle partecipanti e ai partecipanti, anche competenze in termini di relazione di cura così da fornire gli strumenti per essere un reale accompagnamento per chi arriva”.

Il progetto, i dettagli e i numeri

Il corso di mediazione interculturale, sostenuto dal Fondo Emergenza Ucraina e promosso da Caritas Diocesana di Novara in collaborazione con Filos Formazione, ha coinvolto 24 persone e di queste, 20 hanno superato gli esami e ottenuto la qualifica professionale.

Grazie alle risorse raccolte sul Fondo Emergenza Ucraina, e al sostegno del Fondo Franchini Ferutta, costituiti presso FCN, è stato inoltre possibile inserire i mediatori interculturali di lingua ucraina e araba, scelti tra i partecipanti al corso di formazione promosso da FCN, in alcuni istituti scolastici della città di Novara nei due anni scolastici 2022/23 e 2023/24.

Nello specifico, per l’anno scolastico 2022-2023, il progetto ha permesso l’affiancamento di sette mediatori (5 di lingua ucraina, 1 di lingua araba, i di lingua nigeriana, 1 di lingua urdu) a 45 alunni di nazionalità straniera, in sei istituti (IC Bottacchi, IC Rita Levi Montalcini, IC Achille Boroli, IC Duca D’Aosta, IC Contessa Tornielli Bellini, Liceo artistico musicale e coreutico “Felice Casorati”). Lo stanziamento è stato di oltre 31.000 euro.

A chiusura dell’anno scolastico 2022/23, su sollecitazione di Fondazione Comunità Novarese e in collaborazione con Filos Formazione, sono stati mappati i bisogni degli istituti scolastici di Novara per l’anno scolastico 2023/24 e sono emerse le esigenze di: potenziare l’apprendimento della lingua italiana per gli studenti di nazionalità straniera (soprattutto di lingua ucraina e araba) e di recente inserimento all’interno del gruppo classe; facilitare l’interazione tra studenti, famiglie e istituto scolastico, superando le iniziali barriere culturali e linguistiche.

Per cercare di rispondere in modo adeguato ai bisogni espressi dalle scuole al termine dell’anno scolastico 2022/23, Fondazione Comunità Novarese, in collaborazione con Fondazione San Gaudenzio e Filos Formazione di Novara, ha permesso la prosecuzione dell’attività di mediazione interculturale per tutto l’anno scolastico 2023/24 a beneficio di 54 studenti di nazionalità straniera e delle loro famiglie.

Gli stessi gli istituti coinvolti hanno accolto l’intervento di 7 mediatori culturali (5 di origine ucraina e 2 di origine araba) a sostegno di 54 studenti (31 alla scuola primaria, 19 alla scuola secondaria, 4 al liceo) per un monte ore di 52 a settimana per la mediazione in lingua araba e 84 a settimana per la mediazione in lingua ucraina. Per un totale stanziato, per il secondo anno, di 70.000 euro di cui 50.000 euro dal Fondo Ucraina e 20.000 euro dal Fondo Franchini Ferutta.

Le attività di mediazione

Le attività dei mediatori, in sintesi, si sono composte di: supporto ai minori per favorirne l’inclusione nel gruppo classe; supporto al corpo docente per favorire una migliore collaborazione tra docenti a beneficio dei bisogni del minore; supporto nella relazione tra scuola e genitori; supporto nell’apprendimento e nella comprensione delle materie di studio.

Le testimonianze

“Vivo qui dal 2014 e lavoro in Ospedale Maggiore, collaborando con AIL – racconta Dmytro Orlov, ucraino – ma nel tempo, ho lavorato con i Servizi Sociali del Comune, in ENAIP e, infine, mi sono dedicato più specificatamente alla mediazione. Ci siamo resi conto che, nelle scuole, l’apporto della figura del mediatore è molto importante; specialmente nell’età dell’adolescenza in cui i giovani tendono a chiudersi e non parlare. Molti dei quali si sono trovati improvvisamente in Italia, hanno sofferto parecchio per la difficoltà di inserirsi e li ho sentiti spesso ripetere di voler tornare in Ucraina. E’ importante avvicinarsi a loro nel modo giusto; per non sconfinare in un rapporto troppo confidenziale che poi può compromettere il lavoro ma, sempre, tenendo a mente quanto sia importante l’ascolto dell’altro”.

“Sono in Italia da 15 anni e sono mediatrice lingua araba inglese e francese a scuola – dice Muna Belguth, di nazionalità tunisina – e mi sono trovata di fronte a tante situazioni diverse. Ci sono ragazzi che sono nati qui e che, quindi, hanno situazioni più semplici ma anche altri che arrivano in Italia e devono partire da zero. Ho collaborato con le scuole Pajetta, con la primaria Buscaglia, con la Thouar e la Calvino e in alcune classi delle scuole medie. La figura del mediatore in Italia non è ancora completamente riconosciuta nonostante il bisogno sia evidente e i risultati, quando viene data la possibilità di lavorare fianco a fianco con i ragazzi, siano sotto gli occhi di tutti. Il potenziamento dell’apprendimento della lingua, quando serve, è indispensabile ed essendo, spesso, anche i programmi diversi per la stessa classe in Paesi differenti, è fondamentale venga concessa una cosa che sembra scontata ma non lo è: il tempo. In questi due anni ho potuto vedere quanto, un buon accompagnamento nei primi sei mesi dall’arrivo, possa fare la differenza”.

“Io sono mediatrice lingua araba e francese – chiude Kenza Benyahia, algerina – e ho lavorato all’Istituto “Bonfantini” con i ragazzi poi, con le donne tramite la cooperativa sociale “Liberazione e Speranza” e ancora all’IC “Duca D’aosta”. La partenza, soprattutto con i più giovani, non è facile ma devo dire che, quando si vedono certi risultati, la fatica e gli ostacoli che si incontrano sotto tanti punti di vista, quasi non si ricordano più”.

 

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