Medici ad Arona, l'allarme di Impronta Civica: "La situazione è critica"
Il gruppo di Ubertini ricorda che "a breve, altri dottori andranno in pensione lasciando molti cittadini senza copertura sanitaria adeguata"; le "risposte concrete" del sindaco Gusmeroli
"La situazione medica nella città di Arona già critica così come in tanti altri comuni italiani è prossimamente destinata ad esplodere". A lanciare l'allarme è il gruppo "Impronta Civica", gruppo di minoranza rappresentato in consiglio comunale dal sindaco Gianluca Ubertini e da Roberta Tredici e Cesare Bellodi.
Medici ad Arona: "La situazione è critica"
Il gruppo ha affidato a un lungo comunicato una articolata riflessione sulle criticità della sanità locale: "A breve, altri medici andranno in pensione - scrivono da Impronta Civica - lasciando molti cittadini senza copertura sanitaria adeguata e anche solo avere delle semplici prescrizioni potrebbe diventare un’impresa. Eppure solo 5 anni fa c’era chi come l’attuale Ministro Giorgetti, che il nostro Onorevole (il sindaco Alberto Gusmeroli: ndr) dovrebbe ben conoscere, con poca lungimiranza preconizzava la fine del ruolo dei Medici di Medicina Generale. Poi è arrivato il Covid, che ha messo sotto gli occhi di tutti l’importanza della Sanità territoriale, il ruolo essenziale di medici e infermieri. Grandi proclami di interventi strutturali, utilizzo delle maxi risorse messe a disposizione dal PNRR. Sono passati anni e nulla è stato fatto e la realtà presenta il conto".
"A livello nazionale serve una politica unitaria"
"Sia a livello nazionale che regionale i fondi per la sanità sono stati tagliati - prosegue il comunicato - ed è mancata una adeguata programmazione. Investite risorse per qualche infrastruttura ospedaliera o il restyling delle case della comunità. Su personale ed organizzazione poco o nulla. Liste d’attesa ormai insostenibili, reparti in mano ai gettonisti. Quello che serve a livello Nazionale è una politica unitaria, ingenti investimenti, organizzazione: il Paese sembra invece andare nella direzione opposta soprattutto con l’ultima proposta di legge della Lega sull’autonomia differenziata, le cui due misure – la mancata redistribuzione del gettito fiscale proveniente dalle Regioni su scala nazionale e la definizione della programmazione sanitaria su base regionale – rischiano però di minare la tenuta di un servizio sanitario come quello italiano, i cui tratti distintivi, sulla base della legge 833 del 1978, sono l’universalità, l’uguaglianza e l’equo accesso alle cure.
Non si può smantellare progressivamente il Servizio Sanitario Nazionale e poi rendersi conto dopo della sua importanza fondamentale".
Le critiche al sindaco
Il discorso poi si focalizza sul contesto aronese, chiamando in causa il sindaco Gusmeroli: "Ora il primo cittadino dice di essersi già (?) attivato con la direzione dell’ASL per tentare di trovare delle soluzioni, con proposte però tardive, troppo semplicistiche per affrontare un problema così complesso o già tentate inutilmente. Si appella ai medici per tentare di superare un’emergenza che poi è la tragica normalità senza rendersi conto che lavorare in queste condizioni semplicemente non è accettabile. Prima ci sarebbe da chiedere perché i giovani non siano attratti dalla professione, perché tanti vanno in pensione o lasciano la sanità pubblica per dedicarsi al privato".
"Piuttosto che scrivere a ogni singolo medico - incalzano Ubertini e la sua squadra - chiedendo a chi già lavora uno sforzo ulteriore insostenibile, il primo cittadino dovrebbe cercare soluzioni in altre sedi, come spesso sentiamo che fa quando contatta ANAS o Ferrovie dello Stato per provare a risolvere i problemi di strade e treni. Servono più finanziamenti a livello Nazionale e una politica seria a livello regionale, magari iniziando subito in via sperimentale ad attivare il progetto Casa della Comunità, previsto dal PNRR. Sempre che si creda ancora che il Servizio Sanitario Universale sia ancora una risorsa da tutelare".
Quindi la conclusione: "Come minoranza, vogliamo essere e saremo parte attiva nella ricerca di soluzioni. Siamo aperti a un confronto con il primo cittadino e la giunta e a un lavoro congiunto per garantire un futuro sanitario sicuro e sostenibile per la nostra comunità".
Le risposte del sindaco
1 - l'aumento (previsto per legge) da 1.500 a 1.800 del numero dei mutuati per ciascun medico (per questo ho scritto una lettera ad ogni medico di famiglia inviata tramite l’Asl) ;
2 - la possibilità di aprire il CAP (casa della salute) per le prescrizioni mediche a tutti coloro che fossero rimasti senza medico di base o per chi ce l'ha lontano dalla propria residenza;
3- la possibilità di utilizzare le guardie mediche di turno per le prescrizioni mediche;
4 - la possibilità per ogni cittadino rimasto senza medico di base di recarsi da un altro medico con il quale NON è mutuato per le prescrizioni urgenti.
Chiederò anche, visto che ho avuto medici di famiglia in pensione che si sono offerti, la possibilità di richiamarli in servizio.
L'Asl di Novara al momento ha garantito massimo impegno per cercare una soluzione tangibile, soprattutto in considerazione del fatto che nel territorio aronese due medici con un alto numero di mutuati sono in procinto del pensionamento.
Ma come si vede dall’articolo (allega un articolo in cui si parla della situazione difficile relativa ai medici di base a Baveno: ndr) è un problema generalizzato".