Naso e Rosino: il Tar del Lazio conferma la sospensiva e salva per ora i cinghiali
Continua quindi la battaglia di Rifugio Miletta per salvare Naso e Rosino dalla sentenza di morte emessa dalla ASL 3 Liguria
Il TAR del Lazio, a cui spetta ora la decisione sulla vita di Naso e Rosino dopo che il TAR di Genova ha declinato la sua competenza territoriale, ha accolto l’istanza di Rifugio Miletta di Agrate Conturbia confermando la sospensione dell’ordinanza di abbattimento dei cinghiali.
Il comunicato del Rifugio Miletta
"Il provvedimento monocratico condivide le nostre impostazioni dal punto di vista del periculum in mora (vale a dire il pregiudizio grave e irreparabile che potrebbe sussistere se la ASL proseguisse nei suoi intenti, considerato che oggetto del giudizio è la misura dell’abbattimento dei due cinghiali). Tiene conto, inoltre, delle misure di biosicurezza messe in campo da noi con Giordana ai fini della prevenzione della diffusione della PSA. Ora attendiamo il 29 ottobre, data in cui è stata fissata l’udienza collegiale per la discussione in camera di consiglio".
Continua quindi la battaglia di Rifugio Miletta per salvare Naso e Rosino dalla sentenza di morte emessa dalla ASL 3 Liguria.
I due cinghiali
La storia dei due cinghiali incontra quella di Giordana a inizio 2022, dopo che, fortunosamente sopravvissuti a una battuta di caccia, si erano rifugiati nel suo terreno a Bargagli (GE), scegliendo, di fatto, di vivere con lei.
La donna, con una PEC inviata all’ente competente in fauna selvatica, la Regione Liguria, ne aveva immediatamente chiesto l’affido, senza mai ricevere risposta. Nel frattempo aveva continuato ad occuparsi di loro, facendoli vivere in sicurezza e nel rispetto delle norme di biosicurezza.
A maggio di quest’anno, però, dopo una segnalazione, i servizi veterinari dell’ASL 3 Liguria si sono presentati a casa di Giordana consegnandole un provvedimento di “abbattimento e distruzione” di Naso e Rosino, con il pretesto della prevenzione della diffusione della Peste Suina Africana e contestando un'ipotesi di allevamento abusivo.
Come in passato di fronte a casi analoghi, anche stavolta Rifugio Miletta si è subito mossa affinché questa inutile ingiustizia non si compia. “Sconvolta dall'ingresso delle forze dell'ordine in casa e terrorizzata all'idea della sentenza di morte che per la ASL dovrebbe essere applicata agli amati Naso e Rosino, Giordana G. ci ha chiesto aiuto”, aveva raccontato Alessandra Motta, presidentessa di Rifugio Miletta, “e ci siamo subito attivati per presentare ricorso al TAR della Liguria con l'avvocato Angelita Caruocciolo”.
“La battaglia di Rifugio Miletta in difesa dei cinghiali, a cui da tempo ormai lo Stato e i suoi apparati hanno dichiarato guerra, sta passando anche attraverso i tribunali”, continua Alessandra Motta. “Io mi auguro che, in sede di dibattimento, prevalga il buon senso nel comprendere che uccidere Naso e Rosino non servirebbe a fermare la diffusione del virus della PSA, così come non lo sta fermando lo sterminio delle migliaia di vite dei cinghiali selvatici”.
Ricorso accolto
"Il nostro ricorso con richiesta urgente di sospensiva al Tar della Liguria era stato accolto il 7 giugno; il 18 settembre 2024 c’era stata l’udienza collegiale e, il 23 settembre, il TAR di Genova aveva depositato il provvedimento con cui declinava la sua competenza territoriale a favore del TAR del Lazio. Una scelta che ci aspettavamo, come spiega il nostro avvocato Angelita Caruocciolo: “In seguito all’incardinamento del primo ricorso, noi abbiamo depositato anche motivi aggiunti impugnando l’ordinanza commissariale sulla quale si basa il provvedimento di abbattimento. Questa ordinanza, essendo emanata dal commissario straordinario per l’emergenza PSA, ha valore nazionale: quindi la sua competenza naturale, dal punto di vista giudiziario, è il TAR del Lazio”.
Dopo aver quindi depositato, all’inizio della settimana, tutto il fascicolo elettronico che era stato già depositato al TAR di Genova e reiterato la richiesta di misura cautelare, oggi è giunto il primo responso, con il decreto monocratico di accoglimento del nostro ricorso.
Il 29 ottobre è stata fissata la discussione in camera di consiglio, in base alla quale decideremo le successive azioni per salvaguardare due vite innocenti.
Naso e Rosino stanno bene, non possono entrare in contatto con altri cinghiali selvatici e, di conseguenza, non possono contrarre o diffondere la PSA.
Tra l’altro, ricordiamo che i focolai di PSA all’interno degli allevamenti intensivi di maiali e cinghiali in Piemonte e Lombardia, che si vorrebbe prevenire uccidendo Naso e Rosino, non sono stati causati da cinghiali selvatici entrati in contatto con i maiali allevati (cosa, peraltro, impossibile), ma dalle scarse misure di biosicurezza, come affermato anche dall’assessore all’agricoltura della Regione Piemonte Paolo Bongioanni e da quello della Regione Lombardia Alessandro Beduschi.
Oltre che immorale, la morte di Naso e Rosino sarebbe, quindi, totalmente inutile ai fini della prevenzione della PSA.
Attendiamo con attenzione il responso della discussione collegiale del 29 ottobre, augurandoci che vinca il buon senso. In caso contrario, siamo pronte ad appellarci al Consiglio di Stato".