Le parole di Binatti

Nel novarese al via la raccolta fondi per la popolazione ucraina

Coinvolta la Caritas polacca e quella ucraina.

Nel novarese al via la raccolta fondi per la popolazione ucraina
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“Chiedo al territorio novarese di essere presente e solidale come lo è sempre stato in diverse altre circostanze, certo che i nostri sindaci sapranno essere efficaci portavoce e fare rete: la situazione di emergenza nella quale versa la popolazione ucraina non ci vedrà indifferenti” così il presidente della provincia di Novara Binatti.

La raccolta fondi

Nella la giornata di oggi il presidente Federico Binatti, “in accordo – sottolinea - con padre Yuriy Ivanyuta, referente spirituale dei cattolici ucraini residenti nella nostra provincia che ho incontrato questa mattina per la messa nella chiesa del Carmine di Novara,  invierà una lettera a tutti i primi cittadini del Novarese con la quale chiederò di pubblicizzare attraverso i canali istituzionali e sensibilizzare i cittadini e le associazioni locali rispetto alla raccolta fondi a sostegno della popolazione ucraina, che avverrà per mezzo di donazioni attraverso l’iban IT74P0503410100000000044187.

Saranno quindi la Caritas polacca e quella ucraina – spiega il presidente - a coordinare gli acquisti e i trasporti dei beni direttamente in Ucraina, una strada assolutamente sicura e trasparente affinché gli aiuti possano arrivare in modo mirato ed efficace. Mi sembra importante che ci si renda tutti protagonisti di un gesto di solidarietà nei confronti dei 3.700 Ucraini che vivono nel Novarese e delle loro famiglie che risiedono in patria. L’Italia ha conosciuto per sua fortuna quasi ottant’anni di pace e vero è che, invece, nel mondo si sono verificati centinaia di conflitti, alcuni dei quali alle porte di casa nostra: questa guerra ci tocca comunque da vicino perché gli Ucraini che vivono e lavorano nella nostra provincia sono diventati parte delle nostre vite, ma anche perché la condanna dell’invasione da parte della Russia è vista da tutti noi come un fatto gravissimo, oltre che deprecabile.

Il mio desiderio è che il Novarese si contraddistingua, com’era avvenuto ai tempi della guerra nella ex-Jugoslavia, per l’impegno generoso della società civile nei confronti di popolazioni annichilite dal conflitto: per questo – conclude il presidente – penso che anche i nostri sindaci, con il loro diretto intervento, possano fare la differenza ed essere parte attiva per rendere la catena solidale davvero significativa”.

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