Curiosità

Nelle pubblicità utilizzavano il volto di Cannavacciuolo, ma lui non ne sapeva nulla

Il caso è stato discusso in tribunale a Ravenna nei giorni scorsi

Nelle pubblicità utilizzavano il volto di Cannavacciuolo, ma lui non ne sapeva nulla
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A processo un caso avvenuto nella zona del Ravennate, dove un ristorante avrebbe utilizzato indebitamente per marketing il volto del celebre chef partito da Villa Crespi di Orta per conquistare la ribalta del mondo della cucina nazionale e internazionale.

A testimoniare in tribunale c'è Cannavacciuolo

Il 9 ottobre, al tribunale di Ravenna, lo chef stellato Antonino Cannavacciuolo è stato chiamato a testimoniare. Il cuoco che fino a poco tempo fa a Novara aveva il suo bistrot in centro, ha fornito la sua versione sul caso che coinvolge un ristorante, un tempo famoso, nel Ravennate: nel 2018 un camion vela aveva girato in lungo e in largo con una sua maxi foto come testimonial. Ma tutto sarebbe stato a sua insaputa.

La tesi sostenuta dal celebre chef

“Mai concesso l’uso di nome e immagine”, ha dichiarato lo chef in aula. Sul banco degli imputati sono finiti un 63enne di Lumezzane e due cubani, un uomo e una donna di 32 e 50 anni residenti a Marina Romea. I tre gestivano il locale attraverso una società bresciana. L’ipotesi di reato è contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi. Cannavacciuolo la scorsa settimana in tribunale ha fornito la sua testimonianza senza costituirsi parte civile.

Revocata la sanzione per il vip dei cuochi

"Ho quasi 6 milioni di persone che mi seguono, mi mandarono un po’ di foto. C’erano volantini e pure un furgone con la mia immagine: andai dai carabinieri. Con lei (la 32enne: ndr) feci una puntata di Cucine da Incubo. Anche per il menu non ho mai concesso alcun utilizzo", ha testimoniato. Finora, l’unico provvedimento preso in questo procedimento, è stata una multa proprio contro Cannavacciuolo, un’ammenda di 300 euro, perché non si era presentato a un’udienza. Ma il 9 ottobre il giudice l’ha revocata.

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