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Incontro da tutto esaurito

"Novara prima in regione per consumo di suolo pro capite"

Il climatologo Luca Mercalli e il professore del Politecnico Paolo Pileri si sono espressi chiaramente contro la cementificazione

"Novara prima in regione per consumo di suolo pro capite"
Novara Pubblicazione:

Non hanno certo bisogno di interpretazione - soprattutto per i pernatesi - le parole del climatologo Luca Mercalli, che alcuni giorni fa è intervenuto (in streaming) alla serata promossa da Fontanili di Pernate e Italia Nostra (con l’appoggio della stragrande maggioranza delle associazioni ambientaliste cittadine) sul tema “Consumo del suolo e cambiamento climatico”.

Grande partecipazione

Una serata il cui successo di pubblico è andato ben oltre le aspettative degli stessi organizzatori: gremita la saletta “Minola” messa a disposizione dalla Fondazione Faraggiana, è stata attrezzata anche una seconda sala-ascolto nel locale uffici, ma molti sono coloro che sono comunque rimasti fuori.

Le parole di Mercalli

«Le Amministrazioni che promuovono, per una manciata di posti di lavoro, la cementificazione del suolo stanno violando l’articolo 41 della Costituzione, che dice chiaramente che l’attività economica non può essere svolta se lede il benessere delle generazioni future. E’ criminale cementificare territori in classe 1 e 2 come la pianura Padana».

Benché l’argomento fosse generico, quello che il moderatore Guido Peagno ha definito «il caso Novara» è stato in realtà il focus degli interventi dei due relatori (oltre a Mercalli, il professore del Politecnico di Milano Paolo Pileri).

Tanto più alla luce di quanto appena accaduto in Emilia Romagna. Che non è certo attribuibile alla fatalità: «Ciò che è successo - ha detto Mercalli - non è che il risultato del consumo di territorio in un’area da sempre riconosciuta a rischio alluvioni, dove negli ultimi 30-40 anni sono state costruite moltissime lottizzazioni di villette e attività produttive. La causa non è tanto da attribuirsi alla cementificazione in se stessa, ma ad un enorme capitale edilizio che è stato messo là dove non doveva esserci. Visto che in futuro si va verso il riscaldamento globale e dobbiamo aspettarci una intensificazione dei fenomeni meteorologici estremi, bisognerebbe avere il coraggio di non costruire più nulla e, anzi, abbandonare alcune zone particolarmente esposte invece di ricostruire».

L'intervento di Pileri

D’altronde, ha ricordato Paolo Pileri, «anche la Costituzione è stata recentemente integrata aggiungendo un principio fondamentale dove si dice che la Repubblica deve tutelare l’ambiente e la biodiversità. E il suolo è il più grande deposito di biodiversità che abbiamo sulla terra. L’equazione è chiara: dobbiamo spiegare ai nostri amministratori che l’unica via di fuga è non consumare più suolo, se non vogliamo tagliare il ramo su cui siamo seduti».

Un messaggio che ancora non sembra essere passato: «Pensate che in Lombardia - ha detto Pileri - sono riusciti a costruire logistica perfino sulla via Francigena...». Nell’ultimo anno, ha aggiunto il professore, «il tasso di crescita del consumo di suolo è aumentato del 22%. Lo scorso anno è stato un’esplosione di cemento. Il Piemonte ha una superficie di 169.665 ettari già cementificati e completamente impermeabilizzati, con una quota pro capite di 396,9 metri quadri».

E Novara certo non brilla: «E’ quarta in regione per suolo impermeabilizzato, ma prima in percentuale. Il consumo di suolo pro capite è altissimo, il doppio delle altre province. E questi non sono dati miei, o degli ambientalisti: sono quelli dell’Osservatorio nazionale, cioè del Governo». Solo nell’ultimo anno, «Novara ha consumato quasi 35 ettari, Trecate 28 e San Pietro Mosezzo 25».

Numeri importanti, che dovrebbero far riflettere: «La regione Emilia Romagna l’anno scorso - ha ricordato Pileri - è stata la prima regione per consumo di suolo nelle aree alluvionali: se fai così, è chiaro che te la stai cercando. E oggi quei 5 miliardi di danni li paghiamo noi tutti». Senza pensare, inoltre, che «il suolo non è resiliente, Ci vogliono centinaia di anni perché possa tornare come prima». Eppure, nonostante questo, «in Italia non abbiamo una legge di tutela del suolo. E anche nel Pnrr, da una parte ci si impegna a fare una riforma del suolo, ma dall’altra si dice che prima bisogna realizzare delle infrastrutture... E’ vergognoso anche solo averla pensata, una cosa del genere...».

Dunque, sì alla difesa del suolo. E sì anche alle manifestazioni di protesta. «Ma insieme ai fatti - ha ammonito Pileri - ci vogliono anche le parole. E’ indispensabile essere informati».

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