Nuovo e rivoluzionario intervento al Cto di Torino per instabilità rotulea
Tecnica innovativa
Un nuovo e rivoluzionario intervento di trocleoplastica artroscopica per l'instabilità rotulea effettuato presso l'ospedale Cto di Torino. L'instabilità rotulea si manifesta a partire dall'adolescenza e, se non trattata, conduce a progressiva usura della cartilagine articolare e ad artrosi conclamata.
Instabilità rotulea
Una tecnica innovativa e rivoluzionaria di trocleoplastica artroscopica per l'instabilità rotuleaè stata sperimentata con successo all'ospedale Cto della Città della Salute di Torino. L'instabilità femoro rotulea è caratterizzata da lussazioni recidivanti della rotula. Si tratta di una condizione abbastanza rara (6 su 100.000 persone) ma invalidante perchè impone delle limitazioni nelle attività quotidiane dei pazienti affetti.
Si manifesta a partire dall'adolescenza e, se non trattata, conduce a progressiva usura della cartilagine articolare e ad artrosi conclamata. L'instabilità rotulea è determinata da molteplici fattori: la displasia della troclea femorale, ovvero del “binario” che accoglie fisiologicamente la rotula, è tra questi il più frequente e il più importante, ma anche il meno trattato.
Innovativo intervento al Cto
Il rimodellamento della troclea femorale o trocleoplastica è infatti una procedura di difficile esecuzione e di rilevante invasivitàse eseguito con tecnica tradizionale a cielo aperto ed allo stato attuale viene eseguita sporadicamente in pochi centri specializzati in Italia. Spesso si preferisce eseguire la correzione di altri fattori anatomici collaterali, esponendo al rischio di nuove lussazioni e non restituendo una corretta morfologia articolare.
Ora, presso il reparto di Ortopedia e Traumatologia universitaria dell'ospedale Cto di Torino (diretto dal professor Alessandro Massè), viene utilizzata dal dottor Marcello Capella una nuovissima tecnica di trocheoplastica artroscopica, che, grazie all'impiego di limitate immagini radiologiche intraoperatorie, permette una migliore definizione spaziale ed una più precisa verifica della correzione ottenuta, grazie ad un'accurata riproduzione tridimensionale dell'anatomia.
I risultati clinici sono stati buoni, non si sono registrate recidive di lussazione, le complicanze sono risultate percentualmente inferiori rispetto alla tecnica tradizionale con tempi di ospedalizzazione ridotti.