Adozione

Orsa JJ4: "Ecco perché la Val Grande non può accogliere l'animale"

Svelate le problematiche del parco

Orsa JJ4: "Ecco perché la Val Grande non può accogliere l'animale"
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"In seguito ai fatti accaduti in Trentino abbiamo ricevuto migliaia di messaggi con la richiesta di adozione e
salvataggio dell’orsa JJ4 e di altri orsi “problematici”. Precisiamo che fin da subito abbiamo comunque
risposto (in merito ad altro orso ma i motivi sottesi sono gli stessi), al Presidente dell’Associazione Rispetto
per Tutti gli Animali APS inviando e-mail allo stesso indirizzo da cui era pervenuta la richiesta" così l'ufficio stampa del Parco Nazionale della Val Grande.

Le parole del parco

"Con i nostri canali istituzionali rispondiamo quindi ai tanti appelli che ci hanno raggiunto relativi alla
richiesta di accogliere nel nostro parco alcuni esemplari di orso. Siamo di fronte ad una situazione
decisamente complessa che va al di là dell’amore e del rispetto del singolo animale che, come ogni
essere, ha diritto di godere della sua vita, pur coi limiti dettati dalla incolumità della specie umana
(beninteso, laddove la specie umana sia rispettosa anch’essa delle minime regole di corretta condotta per
rapportarsi con le diverse specie) e dalla preservazione dell’ecosistema.

Nel caso della specie in questione, occorre evidenziare come l’orso in Val Grande non sia stanziale. Alcuni
avvistamenti e segni di passaggio occasionali non confermano la presenza stabile della specie e pertanto
l’immissione di un esemplare di questa specie allo stato attuale potrebbe configurarsi come una
introduzione, vietata dalla legge dei parchi.

Se anche potesse configurarsi come reintroduzione questa segue protocolli e iter molto complessi con parere ISPRA. Anche il progetto Life Ursus che ha portato i primi 10 orsi dalla Slovenia nel Trentino dove erano sopravvissuti pochi esemplari ormai sull’orlo dell’estinzione (https://grandicarnivori.provincia.tn.it/L- orso/Storia-sull-arco-alpino/Il-Progetto-di-reintroduzione-Life-Ursus) seguì queste procedure.
Le reintroduzioni vengono infatti realizzate solo dopo aver accertato la reale presenza storica della specie e soprattutto dopo aver verificato la vocazionalità dell’area e la superficie minima vitale per la specie.
Allo studio di fattibilità attuato in Trentino gli esperti dedicarono quasi 5 anni. Gli orsi hanno territori vastissimi e la Val Grande da sola è insufficiente a garantire una popolazione vitale di orso, fossero anche due soli individui. Questo implica la sottoscrizione di accordi con altri enti territorialmente competenti (regioni, province e altri enti parco).

Le aree protette naturali non sono luoghi recintati ed è quindi impossibile escludere che da lì l’orso potrebbe andarsene frequentando territori vicini, sicuramente non vocati e ricchi di infrastrutture pericolose per lui (strade e ferrovie) e soprattutto densamente popolati. Pur capendo il punto di vista degli ambientalisti e animalisti un destino di questi orsi, cosiddetti “problematici”, è quello delle aree faunistiche attrezzate, quindi la cattività o semi-cattività".

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