Il caso

Peste suina africana, Confagricoltura: "Dobbiamo abbattere 50mila cinghiali"

I responsabili dell'associazione presentano la loro ricetta per uscire dalla crisi

Peste suina africana, Confagricoltura: "Dobbiamo abbattere 50mila cinghiali"
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Peste suina africana: Confagricoltura Piemonte dice la sua sulla situazione attuale e si conferma come uno dei principali attori istituzionali al fianco della politica.

Peste suina: la diagnosi di Confagricoltura

Confagricoltura Piemonte si esprime sulla crisi legata alla diffusione dell'epidemia di peste suina africana nella popolazione di cinghiali. Per limitare i danni agli allevamenti e alle attività umane, il Ministero e la Regione hanno avviato iniziative di contenimento sul territorio regionale. "Per contrastare l’epidemia nell'arco dei prossimi 12 mesi - spiega il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia - sarà indispensabile abbattere circa 50.000 cinghiali, che si sono rivelati, come purtroppo avevamo denunciato da tempo, vettori della peste suina africana. La proliferazione di questi selvatici è ormai abnorme e occorre riportare in equilibrio l'ambiente naturale che oggi è messo a rischio anche per quanto riguarda la tutela della biodiversità".

L'analisi di Confagricoltura

"Confagricoltura - fanno sapere dall'associazione - ricorda che il numero di 50.000 cinghiali citato dal presidente Allasia è frutto di un preciso calcolo: in base al “Manuale operativo pesti suine” redatto dal Centro nazionale di lotta ed emergenza contro le malattie animali e dall’Unità centrale di crisi della Direzione Generale Sanità animale e Farmaci veterinari del Ministero della Salute, è infatti previsto che “un’efficace opera di depopolamento si raggiunge quando vengono abbattuti il doppio dei cinghiali abbattuti normalmente durante l’attività venatoria”.
Escludendo dal calcolo gli anni 2020 - 2021 nei quali l’azione di contenimento dei cinghiali è stata fortemente limitata dalla pandemia di Covid-19 che ha imposto una serie di restrizioni all’attività venatoria, in Piemonte vengono abbattuti annualmente circa 25.000 cinghiali e, nonostante questo, la proliferazione di ungulati è ancora eccessiva. “Questo perché la gestione venatoria degli ultimi vent’anni si è dimostrata totalmente inefficace – dichiara Allasia - per non dire fallimentare: adesso bisogna concentrarsi sul contenimento dei danni e parallelamente riprogrammare il sistema degli ambiti territoriali di caccia e dei comparti alpini, che non riescono a rispondere in modo adeguato alle esigenze di contenimento della forma selvatica sul territorio”.

Un clima di collaborazione con le istituzioni

Confagricoltura sta collaborando con l'unità di crisi della Regione Piemonte nell'attività di monitoraggio dei cinghiali, partecipando alla rilevazione delle carcasse di animali morti nei fondi condotti dagli agricoltori. "Stiamo lavorando con grande attenzione - aggiunge Enrico Allasia - per evitare che si verifichino troppi passaggi nelle aree infette e per far sì che la zona delimitata rimanga quella attualmente circoscritta. Sulla base delle informazioni che abbiamo ricevuto dalla Regione entro la prima settimana di febbraio si dovrebbero concludere i monitoraggi, dopodiché, nell’area infetta, si potranno avviare le operazioni di abbattimento, a scopo precauzionale, dei suini allevati allo stato semi-brado e brado, avviando parallelamente l'azione di contenimento dei cinghiali selvatici negli altri territori”.

Gli agricoltori esprimono soddisfazione per le nomine dei commissari

Confagricoltura ha accolto con favore la nomina di Giorgio Sapino a commissario per la gestione dell'emergenza la peste suina in provincia di Alessandria. “Sapino è un veterinario di lunga esperienza - dichiara Enrico Allasia - che conosce bene la zootecnia piemontese e saprà lavorare con la passione che l’ha sempre contraddistinto per contribuire a contenere i danni di questa emergenza".
Grande apprezzamento viene anche espresso da Confagricoltura per la nomina del commissario interregionale per la gestione dell'emergenza peste suina: il Governo, al termine della riunione di martedì scorso a Roma tra i ministri della Salute Speranza e delle Politiche Agricole Patuanelli, con i presidenti e gli assessori alla Sanità delle Regioni Piemonte e Liguria, ha affidato l’incarico ad Angelo Ferrari, 67 anni, direttore dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta. "La scelta di Ferrari ci rassicura – afferma Enrico Allasia - perché è stato individuato un tecnico di alto profilo che si è contraddistinto, nel corso della sua lunga carriera tutta interna all’istituto, per le sue doti di professionalità e competenza. Al dottor Ferrari, al quale assicuriamo la piena collaborazione di Confagricoltura, formuliamo i migliori auguri di buon lavoro, certi che saprà ancora nuove una volta mettere a servizio del comparto zootecnico il suo impegno per fronteggiare con determinazione una situazione difficile, nella quale è necessario agire con fermezza e con rigore scientifico”.

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