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Rapporto sulla qualità dell'aria in Piemonte nel 2022: il caldo record ha fatto aumentare le concentrazioni di ozono

L'inquinante ha registrato superamenti sia dell’obiettivo per la protezione della salute umana sia dell’obiettivo a lungo termine praticamente su tutto il territorio regionale.

Rapporto sulla qualità dell'aria in Piemonte nel 2022: il caldo record ha fatto aumentare le concentrazioni di ozono
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Il quadro descrittivo dello stato di qualità dell’aria a livello regionale per l’annualità 2022 è stato riportato nel Rapporto Annuale sulla Qualità dell’Aria in Piemonte che da oggi è in consultazione sul sito dell’Agenzia.

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Per la redazione del rapporto sono state utilizzate le informazioni provenienti dagli strumenti che il Decreto Legislativo 155/2010 prevede per la valutazione della qualità dell’aria ambiente, ovvero la rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria, l’inventario regionale delle emissioni ed il sistema modellistico regionale.

Il rapporto, dopo una sintetica caratterizzazione meteorologica dell’anno in esame con una particolare attenzione verso i parametri che maggiormente influenzano l’accumulo e la dispersione degli inquinanti, illustra lo stato di qualità dell’aria a livello regionale per l’anno 2022, nel quale – per ognuno degli inquinanti normati – vengono riportati i risultati ottenuti dal sistema modellistico (ove utilizzato) ed esaminati i dati acquisiti dalle stazioni della rete di monitoraggio regionale, confrontandoli con gli indicatori di legge e valutandone copertina RELAZIONE ANNUALE 2022 newl’andamento nel corso degli anni.

"L’anno 2022 è risultato il più caldo e il secondo meno piovoso dell’intera serie storica dal 1958, sia come quantitativi di precipitazione, sia come numero di giorni piovosi. Principalmente per questo motivo il 2022 ha avuto condizioni sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti; particolarmente critici ed estremamente sfavorevoli sono stati i mesi di gennaio, febbraio e, anche se in misura minore, ottobre, mentre il mese di dicembre risulta essere tra i meno critici del periodo di riferimento - spiega Secondo Barbero, direttore generale di Arpa Piemonte - Nei mesi di gennaio e febbraio l’assenza di precipitazioni, insieme a condizioni meteorologiche sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti in atmosfera (sull’area metropolitana torinese si sono avuti 55 giorni, su 59, favorevoli all’accumulo degli inquinanti), ha inciso sulle concentrazioni del particolato atmosferico con un incremento delle concentrazioni medie annue e del numero di superamenti del valore limite giornaliero per il PM10 in diverse stazioni di monitoraggio della rete regionale.

Tuttavia, nonostante l’influenza meteorologica, il valore limite di 40 µg/m³ per la media annua del particolato PM10 non è stato superato sul territorio regionale e il trend generale risulta essere comunque in diminuzione anche per il numero dei superamenti giornalieri, sebbene il valore limite per la concentrazione media giornaliera sia stato superato in diverse aree urbane della Città Metropolitana di Torino, delle province di Alessandria, Asti, Novara. Non si sono registrati superamenti del valore limite della media annua per il particolato PM2.5".

Per il biossido d’azoto si conferma come significativo il trend di decrescita delle concentrazioni, sebbene permangano due stazioni della città di Torino (Torino – Consolata e Torino – Rebaudengo) nelle quali non si rispetta il valore limite su base annuale previsto dalla normativa.

L’anomalia termica positiva ha caratterizzato buona parte dell’anno e, in particolare, l’estate è risultata essere la più calda dopo quella del 2003. Queste condizioni hanno contribuito ad incrementare le concentrazioni di ozono, inquinante che ha registrato superamenti sia dell’obiettivo per la protezione della salute umana sia dell’obiettivo a lungo termine praticamente su tutto il territorio regionale.

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