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Record storico di iscritti alla Uil Piemonte: in 10 anni +15mila tessere

Negli ultimi dieci anni gli iscritti alla UIL Piemonte sono cresciuti di quasi 15.000 unità

Record storico di iscritti alla Uil Piemonte: in 10 anni +15mila tessere
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Negli ultimi dieci anni gli iscritti alla UIL Piemonte sono cresciuti di quasi 15.000 unità (14.972). Il 2023 si è chiuso a quota 156.502 iscritti, livello più alto di sempre, in crescita di 2.541 tessere rispetto al 2022 (+1,65%). L’incremento nel decennio ha riguardato tutti i settori produttivi (industria, costruzioni, trasporti, terziario, pubblico impiego e agroalimentare). Positiva anche la performance dei pensionati (+2.764 iscritti).

I dettagli

Per quanto riguarda le categorie, per il 1° posto è testa a testa tra la UILTUCS (commercio e servizi) e la UILFPL (sanità ed enti locali), seguono i metalmeccanici della UILM, la UILTrasporti e la FENEAL (edili). I lavoratori attivi rappresentano quasi il 65% del totale degli iscritti.

L’area metropolitana torinese, che comprende anche il territorio della Camera Sindacale del Canavese, fa registrare la presenza più significativa di tessere (90.997). Al secondo posto tra le Camere Sindacali si posiziona la UIL Asti-Cuneo.

Così il segretario generale Gianni Cortese

“Il bilancio della UIL piemontese sul versante del proselitismo si chiude con un risultato importante che fa ben sperare anche per il futuro della nostra organizzazione. Il 2023 ha, infatti, confermato l’andamento positivo degli ultimi dieci anni, nonostante il lungo periodo di crisi e i profondi cambiamenti in atto nel mondo del lavoro. Siamo al nostro massimo storico, per merito delle attività delle nostre categorie, dei nostri servizi e di un solido radicamento nei luoghi di lavoro e nei territori. Ovviamente, siamo consapevoli delle tante sfide e incognite che ci attendono, a cominciare dalla necessità di rinnovare i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro per recuperare il potere d’acquisto perso per effetto dell’inflazione degli ultimi due anni (quasi il 14%). Dalla crisi del 2008 il Piemonte ha perso 76.000 posti di lavoro e il tasso di disoccupazione giovanile è salito al 20,6% dal 15% del 2008. Viviamo una fase di grandi trasformazioni ecologiche, digitali e anagrafiche, con ripercussioni sulla sostenibilità finanziaria del nostro sistema di welfare e preoccupazioni, a cominciare dalla sanità, fortemente depotenziata da oltre un decennio di tagli sciagurati e di programmazione formativa errata. Bisogna rendere più attrattivo il nostro territorio per lavoratori e aziende, utilizzando bene lo strumento delle politiche attive per formare, aggiornare e riqualificare, incrociando le richieste dalle aziende. In tal senso è necessario disporre di dati certi e attuali”.

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