Ricostruzione dell'esofago: intervento straordinario al Maggiore di Novara
La paziente era stata precedentemente operata per contrastare il suo caso di obesità
Un’équipe guidata dal professor Sergio Gentilli, direttore di Chirurgia generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Maggiore della Carità” di Novara, nei giorni scorsi ha condotto con successo un complicato intervento di ricostruzione dell’esofago. L’operazione, infatti, è estremamente rara e viene svolta solo 4-5 volte l’anno in Piemonte. La Struttura di Chirurgia di Novara l’ha eseguita 5 volte negli ultimi anni.
La storia
La paziente, una donna di 56 anni precedentemente ospedalizzata presso un’altra struttura, era stata operata nel gennaio del 2023 per contrastare il suo caso di obesità. Dopo una decina di giorni era stata ricoverata d’urgenza presso l’AOU “Maggiore” di Novara per una peritonite da fistola gastrica insorta in seguito di sleeve gastrectomy laparoscopica.
Dopo una serie di trattamenti “conservativi” falliti – consigliati dalla letteratura internazionale – l’équipe del professor Gentilli aveva riscontrato la comparsa di una comunicazione tra aorta ed esofago (fistola su endoprotesi), condizione che aveva portato alla necessità di eseguire una parziale esofagectomia e l’asportazione totale dello stomaco, a cui, pochi giorni dopo, era seguito un intervento di sostituzione dell’aorta toracica con una protesi eseguita dal professor Mauro Rinaldi, direttore della Cardiochirurgia presso l’AOU “Citta della Salute e della Scienza” di Torino – Ospedale Molinette.
La 56enne si trovava quindi in una situazione molto seria senza più esofago e stomaco e con un'alimentazione attraverso una sonda posizionata nell'intestino e un sacchetto al collo per drenare la saliva.
La svolta arriva nel 2024, quando il lento ma progressivo miglioramento delle condizioni cliniche ha convinto l’équipe del professor Gentilli a optare per l’intervento ricostruttivo dell'esofago, sostituito con il colon di destra anastomizzato al collo e passato per via retrosternale.
"Già da giorni - commenta soddisfatto il professor Gentilli - la paziente si alimenta normalmente, la nostra finalità e quella della donna è stata così pienamente raggiunta".