Intervento

Rossi: "Cirio su Marte. In Piemonte sanità al collasso e record di cassa integrazione"

"La realtà è una regione in cui ci vogliono 400 giorni per una colonscopia"

Rossi: "Cirio su Marte. In Piemonte sanità al collasso e record di cassa integrazione"
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"L’intervista rilasciata l'altra mattina dal Presidente Alberto Cirio porta a chiedersi se viva nello stesso Piemonte di cui i cittadini quotidianamente fanno esperienza mentre Cirio parla di sanità pubblica, riduzione delle liste d’attesa, trasporti gratis, infrastrutture e lavoro, la realtà è una regione in cui ci vogliono 400 giorni per una colonscopia, i pendolari devono sperare nella clemenza di una rete disastrosa e abbiamo interi settori manifatturieri in crisi, a partire dall’automotive e record negativi per assunzioni del personale sanitario, consumo di suolo e cassa integrazione". Così il consigliere regionale Pd Domenico Rossi.

L'intervento

Cirio sembra vivere su Marte, forse dovrebbe cominciare ad ascoltare le proposte delle opposizioni che cercano, Partito Democratico in testa, di collaborare per risolvere i problemi che i piemontesi vivono ogni giorno, senza posizioni ideologiche ma con la volontà di offrire ai cittadini i servizi di cui hanno diritto. Invece Cirio rimane ostaggio di una maggioranza a trazione Fdi che lo costringe a misure ideologiche e propagandistiche come abbiamo visto con il bonus Vesta o ancora con le stanze dell’ascolto e la legge sul poltronificio che ha tenuto impegnato il consiglio regionale per parlare di poltrone anziché di problemi seri.

Quando dice che la sanità privata lo ripugna, Cirio dovrebbe spiegare perché la sanità piemontese, dopo 6 anni del suo governo e nonostante le ingenti risorse del PNRR a disposizione, è allo stremo con liste d’attesa infinite, assunzioni in calo, aumento dei gettonisti ed edilizia sanitaria bloccata. Da vice segretario di Forza Italia deve spiegare come mai con il governo Meloni siamo al livello più basso mai raggiunto per gli investimenti in sanità se si guarda alla percentuale rispetto al PIL.

Durante il governo di centro-sinistra, nonostante gli sforzi per uscire dal piano di rientro, il Piemonte è stato sempre in alta classifica per i LEA e ha garantito un saldo di assunzioni positivo. In questi anni le giunte Cirio, come abbiamo dimostrato con diversi accessi agli atti, ha assunto meno personale di quello che è andato in pensione, nonostante i continui annunci. Sono aumentati solo i gettonisti e il ricorso alle cure private per chi può permetterselo, lasciando indietro tutti gli altri. Non capisco dove sia la centralità del Piemonte in questo momento. Basta guardare alle infrastrutture. Il colle del Tenda è fermo mentre il governo finanzia il ponte sullo Stretti e taglia i fondi di coesione. Servirebbe meno propaganda e qualche un po’ di visione accompagnata, magari, da un programma di governo.

Bene l’apertura sullo Ius Scholae, a dimostrazione della necessità che in consiglio si affrontino discussioni serie e costruttive e non sia soltanto il luogo – che per altro Cirio frequenta pochissimo – degli annunci e della propaganda. Stiamo aspettando ancora il piano socio-sanitario, così come servirebbe un grande piano per la manifattura piemontese accompagnato da investimenti per riqualificare il personale che è in cassa integrazione o ha perso il lavoro. Quale Piemonte lascerà Cirio dopo due legislature? Se guardiamo a questi primi 6 anni purtroppo non possiamo essere ottimisti. Ci auguriamo faccia meglio nei prossimi quattro. Lo meritano i piemontesi.

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