Appello

"Salviamo Ahmadreza Djalali": sono passati 8 anni dall'arresto del ricercatore

Prosegue la raccolta firme di Amnesty International

"Salviamo Ahmadreza Djalali": sono passati 8 anni dall'arresto del ricercatore
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Sono passati otto anni dal 26 aprile 2016, data dell'arresto di Ahmadreza Djalali, condannato a morte per “corruzione sulla terra” nell’ottobre 2017 da un tribunale iraniano, dopo un processo gravemente iniquo, con l’accusa di “spionaggio”.

Amnesty International ne chiede la liberazione

"Oggi come allora chiediamo alle autorità iraniane il suo rilascio immediato ed incondizionato".

Ahmadreza Djalali, svedese-iraniano detenuto arbitrariamente, è a grave rischio esecuzione in Iran per “corruzione sulla terra” in un contesto in cui le autorità iraniane stanno intensificando l’uso della pena di morte come strumento di repressione politica.

Le preoccupazioni per la vita di Ahmadreza Djalali sono aumentate dopo che le autorità hanno messo a morte arbitrariamente Habib Chaab (Asyoud), svedese-iraniano, il 6 maggio 2023.

Le condizioni in cui persiste la detenzione di Djalali sono disumane: oltre alla continua paura dell’esecuzione, il ricercatore è sottoposto a continue e immense torture. Più tempo passa, maggiore è il rischio che l’esecuzione abbia luogo.

Qui per firmare l'appello per la sua liberazione: https://tinyurl.com/59vup3za

La storia di Ahmadreza Djalali

Ahmadreza Djalali è stato condannato in via definitiva a morte da un tribunale iraniano con l’accusa di “spionaggio”.

Djalali è stato arrestato dai servizi segreti mentre si trovava in Iran per partecipare a una serie di seminari nelle università di Teheran e Shiraz. Si è visto ricusare per due volte un avvocato di sua scelta.

Le autorità iraniane hanno fatto forti pressioni su Djalali affinché firmasse una dichiarazione in cui “confessava” di essere una spia per conto di un “governo ostile”. Quando ha rifiutato, è stato minacciato di essere accusato di reati più gravi.

Ahmad avrebbe anche urgente bisogno di cure mediche specialistiche. Un medico che lo ha visitato in carcere all’inizio del 2019 ha detto che deve essere visto da medici specializzati in ematologia e oncologia in un ospedale fuori dal carcere. Dal suo arresto il 26 aprile 2016, ha perso 24 kg e ora pesa 51 kg.

L’Università del Piemonte Orientale è sempre rimasta in contatto con Vida e ha messo in atto ogni possibile intervento, in accordo con le istituzioni nazionali ed europee, per richiedere la liberazione di Ahmadreza Djalali.

Le autorità iraniane di rilasciare immediatamente Ahmadreza Djalali e le autorità svedesi devono agire adesso per riportarlo a casa!

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