Scudetto dell'Inter: tra i protagonisti anche l'aronese Massimo Cosentino
41 anni, è il segretario sportivo dei nerazzurri.
L'inter sul tetto d'Italia. Dopo quasi un decennio di dominio incontrastato della Juventus, lo scorso weekend i nerazzurri si sono aggiudicati in anticipo lo scudetto. I campioni d'Italia di mister Antonio Conte hanno così festeggiato il titolo: Romelu Lukaku, Lautaro Martinez, Marcelo Brozovic per citarne alcuni. Ma forse non tutti sanno che un ruolo di spicco all'interno della società presieduta da Steven Zhang, ce l'ha anche un aronese. Massimo Cosentino, 41 anni, è infatti il segretario sportivo dei nerazzurri.
Massimo si racconta
"Sono nato e cresciuto in Svizzera a Sion - si racconta - mia mamma era del lago d'Orta (Armeno) ma lavorava al Ministero degli Esteri e mio papà, d'origini siciliane lavorava lì. Dopo le medie mi sono trasferito ad Arona dove ho studiato al Fermi (Scientifico) per poi laurearmi in Scienze Politiche Internazionali alla Cattolica. Dopo la laurea avevo vinto una borsa di studio all'ONU (Ginevra) e ho deciso di fare un master in Gestione/Organizzazione Sportiva al Real Madrid. Poi, per puro caso mi sono ritrovato a bussare alla porta del Torino FC di Cairo ed ho iniziato a fare un po' di tutto: dagli accrediti, alla predisposizione dei documenti per la licenza Uefa".
Dal Torino al Novara: "Poi sono passato al Novara nell'aprile 2010 come segretario sportivo e dopo alla Sampdoria nel 2011 dove ho svolto il ruolo di segretario generale sino a novembre 2014. Finalmente lo stesso mese dello stesso anno ho iniziato all'Inter".
Ma di cosa si occupa un segretario sportivo?
"Nella segreteria generale lavorano 35 persone e gestiamo i trasferimenti ed i contratti della prima squadra, delle giovanili e del femminile; organizziamo le gare della prima squadra e di tutte le altre squadre, gestiamo la sicurezza della prima squadra, il convitto delle giovanili e ci occupiamo di tutta la modulistica inerente all'iscrizione del campionato e dell coppe. Infine gestiamo le relazioni istituzionali calcistiche".
Ti aspettavi lo scudetto?
"E' stata un'annata "due in uno", nel senso che da maggio 2020 non ci siamo mai fermati; dopo le finali di UEL in Germania, il lunedì successivo eravamo già al lavoro per l'attuale stagione che ci ha consacrati campioni d'Italia. Personalmente ancora non ci credo, ma ci speravo, dopo i risultati della scorsa stagione".
E come avete festeggiato?
"Abbiamo/stiamo festeggiando con moderazione e con rispetto per la situazione pandemica. Diciamo che il grosso della festa è avvenuto in aereo di ritorno dalla trasferta da Crotone".
Fianco a fianco con i calciatori, è nata qualche amicizia particolare negli anni?
"Ora ho 41 anni, mi vedono come vecchio, ma ho ottimi rapporti con tutta la rosa. Un amico vero è Ludi attuale direttore sportivo del Como e Paolo Morganti, bandiera del Novara. Ma con un calciatore dell'Inter mio figlio durante le finali in Germania si sentiva dopo ogni partita, perchè secondo me portava bene: gioca con il 9!".
Infine, a chi dedichi questo tuo primo scudetto?
"Banale ma è la verità: a mia moglie e mio figlio che sopportano le mie assenze; a mio papà e a mia mamma, che non c'è più, ma che era tifosa nerazzurra".