SOS riso Made in Piemonte: 1 pacco su 4 arriva dall’estero
A segnalarlo è Coldiretti Novara-Vco per uno dei prodotti più amati dagli italiani
Più di un 1 pacco di riso su 4 venduto in Italia arriva dall’estero lasciando spazio a speculazioni sui prezzi dal campo alla tavola con gli agricoltori che prendono meno di un euro al chilo mentre sugli scaffali i consumatori arrivano a pagare anche 4 euro.
L'allarme
E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti per uno dei prodotti più amati dagli italiani con le varietà nazionali come Arborio e Carnaroli, ma non solo, che rischiano di essere cannibalizzate dai risi stranieri per effetto di importazioni praticamente raddoppiate nel 2022 (+82%) ma più che triplicate dalla Cambogia, quintuplicate dal Vietnam e addirittura aumentate di 50 volte dalla Birmania (Myanmar) dove la giunta militare ha soppresso la democrazia e fatto strage del popolo Rohingya.
Tutti paesi dove fra l’altro nelle coltivazioni viene usato il triciclazolo un potente pesticida vietato invece nell’Unione Europea. “Una situazione che va a discapito della nostra produzione di riso – fanno notare il Presidente di Coldiretti Novara-Vco Fabio Tofi e il Direttore Luciano Salvadori - Nelle vendite al dettaglio si sta poi affermando una nuova strategia di marketing, permessa dalla legge, con pacchi che mettono in evidenza la scritta Riso da risotto per indicare in piccolo, magari su un lato nascosto della scatola, tipologia riso Lungo A, origine in Myanmar, in Vietnam o in Cambogia, e quindi senza alcun legame con le vere varietà italiane da risotto, come il Carnaroli".
"Troppi messaggi ingannevoli per i consumatori"
"Serve un intervento per bloccare questo messaggio ingannevole ai consumatori - aggiungono da Coldiretti - che danneggia anche i risicoltori italiani: la dicitura riso da risotto deve essere utilizzabile solo per le vere varietà nazionali. I nostri risicoltori stanno già fronteggiando la crisi legata alla siccità dei mesi precedenti e l’esplosione dei costi mentre i prezzi pagati agli agricoltori italiani sono crollati anche di oltre il 20% negli ultimi giorni nonostante il calo delle produzioni a causa del taglio delle superfici e per effetto dei cambiamenti climatici”.