Aggiornamenti sul caso

Stresa Mottarone: dissequestrato l'impianto

Nella tragedia morirono 14 persone

Stresa Mottarone: dissequestrato l'impianto
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I legali delle 6 persone e delle due società imputate a vario titolo di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, disastro colposo, omissione dei sistemi di sicurezza, sino al falso per alcuni nell’ambito dell’udienza preliminare in corso di svolgimento per la tragedia della funivia del Mottarone dove morirono 14 passeggeri, hanno tempo fino al 21 maggio per presentare alla gip del tribunale di Verbania le richieste di eventuali riti alternativi.

Aggiornamento

Al momento la sola Leitner, azienda altoatesina coinvolta nel caso, ha già fatto sapere tramite il suo collegio difensivo che non intende ricorrere alla via del patteggiamento. Il rinvio a giudizio di 6 persone e due società, sul quale il giudice dovrà esprimersi, era stato chiesto dalla procuratrice capo Olimpia Bossi, sul cui tavolo giace il fascicolo di inchiesta insieme alle conclusioni dei periti coinvolti nella fase di incidente probatorio, secondo cui quanto accaduto il 23 maggio 2021 sarebbe riconducibile all’usura della fune traente e all’inserimento dei forchettoni che hanno impedito al sistema frenante di entrare in azione.

Sin qui, va ricordato, la gran parte delle parti civili hanno già ricevuto i primi indennizzi dall’assicurazione, in piccola parte da Ferrovie del Mottarone e da Leitner: circa 25-30 milioni di euro in tutto. Nel corso dell’ultima udienza, lo scorso 23 aprile, è emerso che Leitner e Ferrovie del Mottarone non dovranno rispondere civilmente dei reati penali eventualmente accertati a carico dei propri amministratori, dipendenti e collaboratori. Così ha deciso la gup Rosa Maria Fornelli, che ha dunque accolto la richiesta di esclusione che era stata presentata.

All’udienza, va detto, degli indagati era presente il solo Gabriele Tadini, l’ex capo servizio di Borgomanero che si è assunto una parte delle responsabilità della caduta nel bosco della cabina numero 3 della funivia del Mottarone: è colui il quale inserì manualmente i forchettoni rossi. Si tornerà nell’aula “C” per la quinta udienza, martedì 21 maggio, non più nella sala convegni della Casa della Resistenza, bensì al tribunale di corso Europa a Pallanza, considerato che gli accordi risarcitori hanno ridotto il numero delle parti civili.

Per quella data potranno essere chiesti, come detto, eventuali riti alternativi e si saprà se le interlocuzioni con Regione Piemonte e Comune di Stresa, tuttora in corso, porteranno a un risarcimento anche per i due enti. Intanto è stato chiesto dall’avvocato del Comune di Stresa, Riccardo Tacca, il dissequestro della funivia e il primo passo utile e necessario per avviare il recupero dell’impianto tra Carciano, Alpino e la vetta è stato compiuto giovedì 2 maggio. I carabinieri della sezione di polizia giudiziaria di Verbania e della stazione di Stresa, su delega del gip di Verbania, hanno notificato nei giorni scorsi al Comune di Stresa, alla Regione Piemonte e al liquidatore di ferrovie del Mottarone, il provvedimento di revoca del sequestro dell'impianto. Va ricordato che a novembre 2023 il Governo aveva annunciato il finanziamento di 15 milioni di euro proprio per rimettere la funivia in funzione – questo l’auspicio – entro l’estate del prossimo anno.

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