Ennesimo episodio

Torino detenuto dà fuoco a due celle: tre agenti in ospedale

“Sono stati momenti di grande tensione”

Torino detenuto dà fuoco a due celle: tre agenti in ospedale
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Ennesima nottata di follia, fuoco e fiamme nella Casa circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, da tempo al centro delle cronache per il continuo verificarsi di eventi critici posti in essere da alcuni dei detenuti.

Il commento del sindacati

“E la situazione è sempre più grave e merita l’urgente e giusta attenzione da parte dei vertici dipartimentali e ministeriali”, denuncia il segretario provinciale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Marcello Angelone, che sintetizza quanto avvenuto nelle ultime ore nella Casa circondariale torinese isolana: “Questa notte, presso la IX Sezione del Padiglione B del carcere, un detenuto italiano, già resosi protagonista di eventi critici in passato, ha dato improvvisamente fuoco alla cella dove era ristretto, tanto da rendersi necessario il suo spostamento in un’altra cella. Questa mattina, verso le 6,30, lo stesso detenuto ha dato fuoco anche alla nuova cella dove era stato collocato. Dato subito l’allarme dal personale di Polizia preposto, il detenuto in questione e tutti gli altri detenuti ubicati all'interno della sezione sono stati spostati nel timore che l'incendio potesse propagarsi. Tre agenti sono stato accompagnati in ospedale per intossicazione”.

“Sono stati momenti di grande tensione”, aggiunge Vicente Santilli, segretario regionale SAPPE Piemonte. “Tempestivo, il pronto intervento del personale di Polizia Penitenziaria, accorso per spegnere l’incendio e salvare il detenuto. Il personale è stanco, sono davvero poche le unità di polizia penitenziaria in servizio. Troppi sono i carichi di lavoro che incombono in capo al personale. Ma la vera amarezza è che a nulla sono valse le varie segnalazioni emanate dal SAPPE per assumere urgenti provvedimenti rispetto alle criticità ed alle problematiche della Casa circondariale di Torino”.

Tuona Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Basta! Anche questo è un grave evento critico annunciato! A questo hanno portato questi anni di ipergarantismo nelle carceri, dove ai detenuti è stato praticamente permesso di auto gestirsi con provvedimenti scellerati ‘a pioggia’ come la vigilanza dinamica e il regime aperto, con detenuti fuori dalle celle pressoché tutto il giorno a non fare nulla nei corridoi delle Sezioni. E queste sono anche le conseguenze di una politica penitenziaria che invece di punire, sia sotto il profilo disciplinare che penale, i detenuti violenti non assume severi provvedimenti”.

“Il personale di Polizia Penitenziaria non ha ancora ricevuto i previsti guanti anti-taglio, caschi, scudi, kit antisommossa e sfollagenti promessi dal DAP”, denuncia. “La situazione delle carceri italiane, per adulti e minori, è allarmante per il continuo ripetersi di gravi episodi critici e violenti che vedono sempre più coinvolti gli uomini e le donne appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. Donne e uomini che svolgono servizio nelle sezioni detentive senza alcuno strumento utile a garantire la loro incolumità fisica dalle continue aggressioni dei detenuti più violenti. Il taser potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici) ma i vertici del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria continuano a tergiversare – tanto mica stanno loro in prima linea nelle carceri a fronteggiare i detenuti violenti… - e la Polizia Penitenziaria continua a restarne sprovvisto”.

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