Addio

Una folla per il saluto ad Alessandro, papà 37enne morto in un incidente

Chiesa della madonna Pellegrina gremita per l'ultimo saluto, sulla bara la giacca e il casco da motociclista

Una folla per il saluto ad Alessandro, papà 37enne morto in un incidente
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La bara sollevata verso il cielo, il lancio dei palloncini bianchi e rossi e l’Hallelujah di Cohen accompagnano il feretro di Alessandro Occhiato, il 37enne che ha perso la vita lo scorso 4 novembre ribaltandosi con la sua auto sulla tangenziale di Novara.

Lo racconta Vittoria Passera sul Corriere di Novara

Chiesa gremita

Era gremita la chiesa della Madonna Pellegrina a Novara nel pomeriggio di mercoledì 15, per portare l’ultimo saluto al frontaliere che si è scontrato contro il destino avverso troppo presto. Sulla bara il cuscino di rose bianche volute dai figli Manuel e Filippo, e i fiori di mamma Maddalena e papà Giuseppe, accanto al feretro il giubbotto della Ducati corse e l’inseparabile casco.

«Siamo qui numerosi per cercare di esprimere tutto il nostro affetto e dolore - ha esordito don Maurizio durante l’omelia funebre - Siamo qui per esprimere tutto il nostro amore per Alessandro come amico, figlio, padre. A piangerlo sono in tanti, soprattutto i figli con la mamma Francesca, i genitori, i fratelli Francesco con la compagna Debora, Rosalba ed Emanuele, i nipoti Giuseppe, Claudio, Thomas e Desiree, il nonno Pasquale e i parenti tutti. E’ bello - continua don Maurizio - che abbiate voluto ringraziare quanti sono intervenuti nel momento dell’incidente, ci sono state premura e umanità e non sono certo cose da poco».

I ricordi

Al termine della cerimonia non sono mancati i ricordi toccanti del fratello e del migliore amico a cui Alessandro aveva fatto da testimone.

«Più che un ricordo voglio dirti grazie - le parole rotte dall’emozione del fratello - Grazie per esserci stato, perché ti sei sempre fatto in quattro per tutti, ci hai insegnato tante cose, ci hai insegnato la differenza fra passione e fare le cose tanto per farle. Dico grazie anche a Dio che ti ha messo nelle nostre vite e che ora ti custodisce. Veglia su tutti noi e custodiscici».

«Ciao Mitico - abbozza un sorriso l’amico di sempre - abbiamo fatto tantissime cose insieme, sei sempre stato la spalla su cui contare, esempio raro, lo zio figo per i tuoi nipoti, vanto per i tuoi genitori, padre giovane e carismatico, sei stato un sacco di cose per un sacco di persone. Ad Ale riusciva sempre bene tutto, riusciva sempre ad aiutare tutti e per chi aveva bisogno lui c’era sempre. Oggi è l’ultimo giorno in cui piango, poi basta, voglio ricordarti con il sorriso perché ci vorresti così. Facciamoci forza e guardiamo avanti con tantissimi sorrisi».

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