Usano indebitamente il marchio di Cannavacciuolo: ristoratori a processo
A denunciare il fatto sarebbe stato lo stesso chef alla stazione dei carabinieri di Orta San Giulio
A Marina di Ravenna, per l'avvio del loro ristorante, avevano utilizzato senza permesso il marchio del noto chef che ha fatto una fortuna con il suo locale a Orta San Giulio. Ora sono a processo.
In tre a processo a Ravenna
Hanno usato il marchio di Cannavacciuolo per pubblicizzare il loro locale. Tre persone, due uomini e una donna, sono a giudizio perché accusate di avere indebitamente utilizzato il marchio registrato dello chef pluristellato Antonino Cannavacciuolo, noto soprattutto per il suo “Villa Crespi” di Orta San Giulio nel Novarese, in occasione dell’avvio, tra il settembre 2018 e il dicembre 2019, di un ristorante di Marina di Ravenna.
La denuncia è partita da Orta
Per tutti e tre il processo per violazione dell’articolo 473 del codice penale partirà (salvo sorprese) a fine febbraio davanti al tribunale di Ravenna. A presentare la denuncia ai carabinieri della stazione di Orta San Giulio, così si apprende, era stato lo stesso chef a quanto pare avvisato via Facebook da un’amica di un volantino pubblicizzante la riapertura del locale ravennate con menù di pesce e crudité curato da Cannavacciuolo. Era poi emersa la presenza in loco di un “camion vela” con la gigantografia dello chef accostato al nome del ristorante. Cannavacciuolo aveva allora dato incarico alla sua segretaria di fingersi cliente per chiedere informazioni. La successiva telefonata al locale di conferma dei fatti era stata registrata.
Le giustificazioni degli indagati e il caso di Varese
Gli inquirenti erano poi risaliti a una tipografia di Cesena e, infine, ai presunti committenti. La donna coinvolta nel caso avrebbe affermato di avere ricevuto quel menù da Cannavacciuolo nel 2016 in occasione del programma “Cucine da incubo” – uno dei format televisivi che vede protagonista lo chef che vive e lavora nel Novarese – quando lei gestiva un ristorante in quel di Suzzara, e di avere pensato che si potesse usare per fare pubblicità. Lo stesso Cannavacciuolo e moglie dovrebbero anche deporre, il prossimo mese di marzo, nel processo in corso di svolgimento al tribunale di Novara che vede a giudizio un uomo residente in provincia di Varese chiamato a rispondere di appropriazione indebita dopo la denuncia dello chef. Gli era stato affidato il compito di cercare degli sponsor in relazione a un evento di cucina, ma si sarebbe trattenuto diverse migliaia di euro. Questa sostanzialmente l’accusa.