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Vaccino Pfizer: sarà necessaria una terza dose?

“A sei mesi dalla vaccinazione, l’efficacia del vaccino declina

Vaccino Pfizer: sarà necessaria una terza dose?
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Si inizia a parlare della terza dose Pfizer. Un nuovo richiamo del vaccino anti Covid per chi ha già completato il ciclo vaccinale. La casa farmaceutica statunitense Pfizer intende chiedere all’EMA e alla FDA, le autorità del farmaco in Ue e Usa, il via libera per una terza dose del suo vaccino contro il Covid-19. Lo riportano i colleghi de la provinciadibiella.it 

“A sei mesi dalla vaccinazione, l’efficacia del vaccino declina”

Pfizer annuncia anche che a sei mesi dalla vaccinazione, l’efficacia del vaccino declina sebbene sia ancora sufficiente a prevenire la malattia nelle forme più gravi. Pfizer segnala che la diffusione della contagiosa variante Delta consiglia la ricerca di un metodo per frenare l’infezione. “Come si vede dai dati raccolti sul campo dal ministero israeliano della Salute” si legge in un comunicato, “l’efficacia del vaccino nel prevenire sia l’infezione che lo sviluppo dei sintomi declina sei mesi dopo la vaccinazione, sebbene resti alta l’efficacia nel prevenire i casi gravi”.

Mikael Dolsten, direttore scientifico di Pfizer, ha affermato che il calo recentemente riportato nell’efficacia del vaccino in Israele sarebbe dovuto principalmente alle infezioni nelle persone che erano state vaccinate a gennaio o febbraio.

“Inoltre, in questo periodo la variante Delta sta diventando dominante in Israele come in molti altri paesi. Questi risultati sono coerenti con l’analisi continua dello studio di fase tre della compagnia”, si legge ancora nel comunicato. “Mentre la protezione contro le forme più gravi della malattia resta alta per sei mesi dopo la vaccinazione” prosegue il testo di Pfizer, “ci aspettiamo un declino nell’efficacia contro la malattia sintomatica e ci aspettiamo anche il continuo emergere di nuove varianti. In base alla totalità dei dati disponibili, Pfizer e BioNTech ritengono che una terza dose sarebbe di beneficio fra i 6 e i 12 mesi dopo la seconda dose, per mantenere alti i livelli di protezione”.

Terza dose: un richiamo autunnale o invernale

Insomma, oggi per la prima volta si comincia concretamente a parlare di un richiamo autunnale o invernale. Quanto alle cifre: Israele aveva annunciato questa settimana che aveva visto scendere l’efficacia del vaccino Pfizer dal 90 al 64% man mano che si espande la variante Delta.

La buona notizia è che secondo Pfizer, un richiamo del vaccino sviluppato con BioNTech porta a quintuplicare o decuplicare gli anticorpi rispetto a quelli sviluppati con la seconda dose. Ma certo si tratta di cominciare a pensare a una campagna di richiami mentre buona parte della popolazione occidentale ancora non ha completato la prima vaccinazione (per non parlare di altre zone del mondo). Nessuna certezza in ogni caso per adesso. Pfizer intende “pubblicare dati più definitivi anche in una rivista peer-reviewed e intende nelle prossime settimane sottoporre i dati alla FDA, all’Ema e ad altri organismi regolatori”. Serviranno quindi studi molto più approfonditi per prendere una decisione.

L’autorizzazione della FDA o dell’EMA sarebbe però solo un primo passo: non significherebbe affatto che automaticamente alla popolazione sarebbe proposta una nuova dose. Spetterebbe alle autorità sanitarie dei singoli Stati, che dovrebbero decidere se saranno davvero necessarie nuove somministrazioni, in una fase nel quale le percentuali di popolazione vaccinata con una o due dosi variano molto da paese a paese. I vaccini sono stati progettati “per evitare l’ospedalizzazione” dice alla NBC William Schaffner, un esperto di vaccini presso il Vanderbilt University Medical Center,  e “continuano a farlo nonostante la variante Delta più contagiosa”.

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