Follia dietro le sbarre

Vercelli fuoco e fiamme in carcere: nove agenti in ospedale

Serie di eventi sconcertanti

Vercelli fuoco e fiamme in carcere: nove agenti in ospedale
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“Ad appena 24 ore dai disordini che hanno portato al ferimento di un Agente in servizio ed al danneggiamento di una intera Sezione detentiva, mentre i più facinorosi attendevano in isolamento l’esecuzione del provvedimento di trasferimento, nella giornata del 28 febbraio, due di loro hanno dato fuoco ai materassi delle loro celle scatenando una serie di eventi sconcertanti”.

La denuncia del sindacato

Lo denuncia Vicente Santilli, segretario nazionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, il quale spiega che “mentre le fiamme ardevano, uno dei due detenuti si è armato sfilando dai cardini l’anta della finestra con cui ha iniziato a percuotere ferocemente il cancello della cella, tentando di impedire l’intervento del personale di Polizia Penitenziaria accorso per fronteggiare l’emergenza. La coltre di fumo denso non consentiva di vedere l’interno della cella dell’altro detenuto, che nel frattempo si era chiuso nel bagno, rompendo la serratura dall’interno per impedire agli agenti di intervenire.

Nell’impossibilità di vedere a un palmo, i poliziotti sono comunque riusciti, con gli estintori, a spegnere le fiamme per poi, da una parte iniziare la mediazione con il detenuto armato di finestra e dall’altra cercare di aprire con un piede di porco la porta del bagno in cui si era barricato il secondo detenuto”. Sono stati momenti di grande tensione, evidenzia il sindacalista: “Una volta forzata la porta, i poliziotti hanno rinvenuto il soggetto accasciato sul pavimento ormai privo di sensi per aver respirato le esalazioni dei fumi e lo hanno, quindi, immediatamente portato in infermeria dove è stato rianimato ed ha ricevuto le cure del caso.

L’altro detenuto, invece, ha proseguito le sue azioni minacciose e violente, tanto che si è reso necessario l’utilizzo di scudi e caschi per irrompere nella stanza, immobilizzarlo e porre fine a quella follia. Nove sono i poliziotti che hanno riportato lesioni e traumi che vanno dalla grave intossicazione delle vie respiratorie a varie contusioni, uno di loro ha anche subito la frattura di un dito della mano”.

Per Santilli, “la misura è colma”: “mentre continuiamo a domandarci se ci sia un altro lavoro che abbia questo livello di rischio e di pericolosità, chiediamo come si possa accettare che uomini e donne che hanno scelto per mestiere di difendere l’onore e la giustizia debbano sopportare quotidianamente tutto questo. Sono ormai anni che, come sindacato più rappresentativo della Polizia Penitenziaria, lamentiamo la mancanza di uomini, di strumenti e di risorse, ma anche di norme che vadano a tutelare concretamente l’incolumità degli uomini e donne della Polizia Penitenziaria, dando ad un mestiere così delicato e pericoloso il concreto riconoscimento per riaffermare i principi di una società giusta che crede nell’applicazione della giustizia a cui tutti devono conformarsi. Non è più accettabile che uomini e donne che hanno sposato la causa dello Stato per lavorare in un corpo di Polizia debbano rischiare la vita ogni giorno, la misura è colma! Servono interventi concreti ed urgenti per ridare dignità alla divisa e contestualmente garantire che nei confronti dei detenuti maggiormente violenti ed incivili vengano presi provvedimenti esemplari”.

Solidarietà ai poliziotti

Il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece stigmatizza i gravi episodi avvenuti del carcere di VERCELLI ed esprime solidarietà ai poliziotti coinvolti: “Sono stati eroici, a discapito della loro stessa incolumità fisica: con questi ulteriori gravi eventi critici sale vertiginosamente il numero dei poliziotti coinvolti da detenuti senza remore in fatti gravi. Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza a tutti i colleghi della Casa circondariale di Vercelli: mi chiedo cos’altro serva per indurre i vertici penitenziari dell’Istituto e della Regione per chiedere al Ministero della Giustizia rinforzi e un netto cambio di passo. Ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali, siamo in balia di questi facinorosi. Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni”. Per questo, il leader del SAPPE “auspica in un celere intervento di questo Governo sulle continue aggressioni al personale oramai all’ordine del giorno”.

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