Video-choc di Grillo, la Appendino difende la vittima di stupro ma è “vicina” a Beppe
Le dichiarazioni dell'ex-comico genovese, quintessenza dell'anti-femminismo, hanno evidentemente scandalizzato solo i più sensibili...
Anche la sindaca di Torino Chiara Appendino ha preso posizione sul discutibile video postato da Beppe Grillo per difendere il figlio Ciro accusato di stupro. Non poteva essere altrimenti: le dichiarazioni choc dell’ex-comico genovese hanno spaccato la politica e soprattutto il mondo femminile del centrosinistra, come riportano i colleghi di primatorino.it
Perfetto stile cerchiobottista
Ma, anche per la Appendino così come successo per l’ex-premier Conte, pare che la posizione preferita sia una sorta di “via di mezzo” in perfetto stile cerchiobottista. Da una parte, infatti, viene difesa la vittima di violenza sessuale: “Una donna può decidere quando denunciare le violenze subìte, anche non subito ma dopo giorni” è la condivisibile tesi esposta. Ma, dall’altra, guai a dire chiaramente che Grillo l’ha fatta un po’ fuori dal vaso: viene infatti attestata vicinanza anche a leader M5S e non sia mai…
Così la Appendino:
“Non c’è un momento giusto. Una donna o un uomo hanno il diritto di denunciare eventuali violenze quando lo ritengono più opportuno e comunque entro i termini stabiliti dalla legge, che sono stati correttamente allungati. (…) La giustizia poi farà il suo corso, come lo farà in questa vicenda. Purtroppo con i suoi tempi e portandosi dietro la sofferenza di tutte le parti coinvolte, anche quella di Beppe a cui sono umanamente vicina”.
Questa dunque la dichiarazione della Appendino sul video choc di Grillo. Nessun accenno neanche velato alle argomentazioni sostenute urlando da Grillo in quel video, una vera quintessenza di anti-femminismo: la vittima “consenziente” e lo stupro di gruppo come “divertimento” hanno evidentemente scandalizzato solo i più sensibili.
Chi nel M5S dà ragione a Grillo
Anzi, va segnalato che alcuni esponenti del M5S danno ragione a Grillo. A cominciare dallo stretto collaboratore della Appendino (social media manager, uno che dovrebbe capirci di notizie e diffusione in rete) Xavier Bellanca che ha postato senza remore: “Una vicenda semplicemente vergognosa. Forza Beppe“. Anche la consigliera comunale Monica Amore (già al centro delle polemiche per un post antisemita) ha dichiarato pubblicamente il suo “Beppe non mollare“. Ma ci sono anche persone che nel Movimento chiamano le cose col loro nome, si sfilano e preferiscono la coerenza con le posizioni in difesa della donna senza se e senza ma. Così il consigliere comunale Marco Chessa: “Mi dissocio da quanto riferito da Grillo (…) nella speranza che la cultura dello stupro non venga mai più alimentata ma, al contrario, debellata“. Da parte sua la collega Daniela Albano definisce le parole di Grillo “raccapriccianti“. E la capogruppo M5S Valentina Sganga: “Una donna deve essere libera di denunciare una violenza quando se la sente (…). Nessuno, neanche un padre in stato di disperazione, deve permettersi di sentenziare in base a questo“.