2 milioni di euro di danni, “risarcimento integrale”

2 milioni di euro di danni, “risarcimento integrale”
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Emergenza cinghiali, campi devastati: “La ricostruzione graverà per l’ennesima volta sulle spalle degli agricoltori”. Cos. tuonava nei giorni scorsi Paola Battioli, presidente di Confagricoltura Novara e Vco, sollecitando interventi urgenti per le zone coltivate del Parco del Ticino.

Non solo proclama, anche fatti. “No al regime ‘de minimis’ fissato dalla Regione Piemonte per la liquidazione dei danni”: Confagricoltura Torino appoggia il ricorso al Tar presentato da un gruppo di aziende agricole. “La deliberazione della Giunta regionale –spiega Confagricoltura Torino in una nota - . in aperto contrasto con il nostro ordinamento giuridico, che prevede il risarcimento integrale dei danni causati da fauna selvatica. Danni che, periziati, in Piemonte superano i 2 milioni di euro e che nelle zone parco raggiungono vette insostenibili. La proliferazione dei selvatici è diventata un problema di ordine pubblico. Oltre alle numerose segnalazioni e alla richiesta di interventi concreti per affrontare la questione, Confagricoltura Torino si è recentemente attivata sostenendo con un intervento ‘ad adiuvandum’ il ricorso al Tar Piemonte presentato da alcuni agricoltori contro la delibera della Giunta regionale che l’estate scorsa, recependo una norma europea, ha fissato il criterio del “de minimis” per il risarcimento danni avvenuti dopo il 30 giugno 2014”. Regime che “fissa un plafond massimo di 15mila euro nell’arco di un triennio per tutti gli aiuti concessi ad ogni singola azienda”. “In Italia – spiega il presidente di Confagricoltura Torino Paolo Dentis - ai proprietari non è concesso cacciare la selvaggina presente sui fondi e di conseguenza la Regione finora ha liquidato i danni considerandoli un risarcimento e non un contributo-aiuto alle imprese”.

E tornando alla situazione del Parco del Ticino, “la centralità dell’agricoltura deve essere la priorità del nuovo consiglio”: lo ribadisce Coldiretti Novara e Vco in una nota stampa rivolta in particolare ai sindaci dei comuni 'storici' del Parco, chiamati a importanti decisioni relative alla nuova dirigenza dell’ente. Sollecitato “un necessario segno di rinnovata attenzione al settore primario”. Stigmatizzate anche le “gravi mancanze presenti nel piano di gestione e controllo demografico del cinghiale predisposto per il quinquennio 2016/2020. Un piano che non rivolge nessuna attenzione all’attività agricola, che riconosce che la specie cinghiale (Sus scrofa) “è  storicamente assente all’interno delle aree protette in gestione all’Ente”. E tuttavia, rileva Coldiretti, “l’inefficacia degli interventi di contenimento e gestione della specie. L’espansione incontrollata ha provocato profondi squilibri all’ecosistema”.

ari. mar.

Emergenza cinghiali, campi devastati: “La ricostruzione graverà per l’ennesima volta sulle spalle degli agricoltori”. Cos. tuonava nei giorni scorsi Paola Battioli, presidente di Confagricoltura Novara e Vco, sollecitando interventi urgenti per le zone coltivate del Parco del Ticino.

Non solo proclama, anche fatti. “No al regime ‘de minimis’ fissato dalla Regione Piemonte per la liquidazione dei danni”: Confagricoltura Torino appoggia il ricorso al Tar presentato da un gruppo di aziende agricole. “La deliberazione della Giunta regionale –spiega Confagricoltura Torino in una nota - . in aperto contrasto con il nostro ordinamento giuridico, che prevede il risarcimento integrale dei danni causati da fauna selvatica. Danni che, periziati, in Piemonte superano i 2 milioni di euro e che nelle zone parco raggiungono vette insostenibili. La proliferazione dei selvatici è diventata un problema di ordine pubblico. Oltre alle numerose segnalazioni e alla richiesta di interventi concreti per affrontare la questione, Confagricoltura Torino si è recentemente attivata sostenendo con un intervento ‘ad adiuvandum’ il ricorso al Tar Piemonte presentato da alcuni agricoltori contro la delibera della Giunta regionale che l’estate scorsa, recependo una norma europea, ha fissato il criterio del “de minimis” per il risarcimento danni avvenuti dopo il 30 giugno 2014”. Regime che “fissa un plafond massimo di 15mila euro nell’arco di un triennio per tutti gli aiuti concessi ad ogni singola azienda”. “In Italia – spiega il presidente di Confagricoltura Torino Paolo Dentis - ai proprietari non è concesso cacciare la selvaggina presente sui fondi e di conseguenza la Regione finora ha liquidato i danni considerandoli un risarcimento e non un contributo-aiuto alle imprese”.

E tornando alla situazione del Parco del Ticino, “la centralità dell’agricoltura deve essere la priorità del nuovo consiglio”: lo ribadisce Coldiretti Novara e Vco in una nota stampa rivolta in particolare ai sindaci dei comuni 'storici' del Parco, chiamati a importanti decisioni relative alla nuova dirigenza dell’ente. Sollecitato “un necessario segno di rinnovata attenzione al settore primario”. Stigmatizzate anche le “gravi mancanze presenti nel piano di gestione e controllo demografico del cinghiale predisposto per il quinquennio 2016/2020. Un piano che non rivolge nessuna attenzione all’attività agricola, che riconosce che la specie cinghiale (Sus scrofa) “è  storicamente assente all’interno delle aree protette in gestione all’Ente”. E tuttavia, rileva Coldiretti, “l’inefficacia degli interventi di contenimento e gestione della specie. L’espansione incontrollata ha provocato profondi squilibri all’ecosistema”.

ari. mar.

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