37enne a processo per omicidio colposo

37enne a processo per omicidio colposo
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NOVARA – Nell’ultima udienza del processo avrebbe dovuto essere ascoltato l’imputato ed esserci, quindi, la discussione. La difesa dell’uomo, G.G., 37 anni, titolare della Industrial Service di Senago, nel Milanese, ha però chiesto e ottenuto che fosse svolta una perizia, in grado di fare maggiore luce sull’infortunio mortale. Un incidente che, il 22 gennaio del 2010, aveva visto il decesso di un operaio di 30 anni, cittadino ucraino, dipendente di una ditta milanese incaricata di fare manutenzione all’interno dello stabilimento Pai di corso Vercelli.
La ‘battaglia’ è se il lavoro che stava svolgendo l’uomo doveva essere fatto su un trabattello, come sostenuto dall’accusa e dagli stessi tecnici dell’Asl (avrebbe garantito maggiore sicurezza) o, invece, come sostiene la difesa (l’avvocato Lucilla Tassi), sarebbe bastata una scala. G.G. si trova alla sbarra con l’accusa di omicidio colposo. La Procura di Novara gli contesta una serie di negligenze in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro. In azienda quel giorno, nonostante la festività, c’era, comunque, qualcuno, in particolare per occuparsi di piccoli interventi. L’operaio, a quanto risulta, stava installando un impianto elettrico a 4 metri di altezza ed era precipitato da un cassone, che poi pare gli fosse finito addosso. Sull’esatto accaduto di quel giorno restano, però, ancora diversi dubbi. Per alcuni testimoni, il 30enne si trovava in un cassone di patate dal quale è scivolato e il cassone, a sua volta, gli era finito addosso. Questa l’ipotesi sostenuta dall’accusa, stando anche alle relazioni condotte dallo Spresal, il servizio dell’Asl che si occupa di infortuni. Per altri presenti, invece, l’operaio stava lavorando su una scala industriale e aveva perso l’equilibrio. Nella prossima udienza, il 22 ottobre, sarà affidato l’incarico al perito. I famigliari della vittima sono parte civile con l’avvocato Davide Occhipinti.

mo.c.

NOVARA – Nell’ultima udienza del processo avrebbe dovuto essere ascoltato l’imputato ed esserci, quindi, la discussione. La difesa dell’uomo, G.G., 37 anni, titolare della Industrial Service di Senago, nel Milanese, ha però chiesto e ottenuto che fosse svolta una perizia, in grado di fare maggiore luce sull’infortunio mortale. Un incidente che, il 22 gennaio del 2010, aveva visto il decesso di un operaio di 30 anni, cittadino ucraino, dipendente di una ditta milanese incaricata di fare manutenzione all’interno dello stabilimento Pai di corso Vercelli.
La ‘battaglia’ è se il lavoro che stava svolgendo l’uomo doveva essere fatto su un trabattello, come sostenuto dall’accusa e dagli stessi tecnici dell’Asl (avrebbe garantito maggiore sicurezza) o, invece, come sostiene la difesa (l’avvocato Lucilla Tassi), sarebbe bastata una scala. G.G. si trova alla sbarra con l’accusa di omicidio colposo. La Procura di Novara gli contesta una serie di negligenze in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro. In azienda quel giorno, nonostante la festività, c’era, comunque, qualcuno, in particolare per occuparsi di piccoli interventi. L’operaio, a quanto risulta, stava installando un impianto elettrico a 4 metri di altezza ed era precipitato da un cassone, che poi pare gli fosse finito addosso. Sull’esatto accaduto di quel giorno restano, però, ancora diversi dubbi. Per alcuni testimoni, il 30enne si trovava in un cassone di patate dal quale è scivolato e il cassone, a sua volta, gli era finito addosso. Questa l’ipotesi sostenuta dall’accusa, stando anche alle relazioni condotte dallo Spresal, il servizio dell’Asl che si occupa di infortuni. Per altri presenti, invece, l’operaio stava lavorando su una scala industriale e aveva perso l’equilibrio. Nella prossima udienza, il 22 ottobre, sarà affidato l’incarico al perito. I famigliari della vittima sono parte civile con l’avvocato Davide Occhipinti.

mo.c.

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