A processo per alcune rapine, Medina si opporrà all’estradizione dal Brasile

A processo per alcune rapine, Medina si opporrà all’estradizione dal Brasile
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NOVARA - Si trova ancora in Brasile, dove è stato raggiunto e arrestato una decina di giorni fa a seguito di un mandato di cattura internazionale emesso dalla Corte d’Appello di Torino, Gianluca Medina, 42 anni, con una serie di processi per rapina a suo carico in Tribunale a Novara.

Uno di questi procedimenti era in programma martedì mattina a Palazzo Fossati. Un processo nel quale il pm, all’ultima udienza, aveva chiesto nove anni di reclusione e 1.300 euro di multa per una serie di rapine tra Novara, Biella e Vercelli, e l’assoluzione per il possesso di un’arma. Medina, assistito ora da un nuovo avvocato (dopo due legali di Vercelli, l’avvocato Massimo Barbero, adesso è seguito dall’avvocato Giuseppe Ruffier), ha ottenuto un rinvio del processo, facendo valere il suo ‘legittimo impedimento’, che gli impediva di essere presente in aula. L’udienza è stata così aggiornata al 26 gennaio 2016.

Si attende, dunque, il suo rientro in Italia. Anche se, come si apprende dallo stesso legale, il borgomanerese pare farà opposizione all’estradizione nel nostro Paese. Vuole essere ascoltato dalle autorità brasiliane, per raccontare la sua versione dei fatti.

Il 42enne, per non finire in carcere, ad aprile, era fuggito all’estero, dove è stato rintracciato appunto una decina di giorni fa. Nel processo dell’altro giorno il borgomanerese è accusato di essere stato il ‘palo’ in una serie di sei rapine a cavallo tra il Novarese e le province limitrofe. L’ultimo colpo, quello del 19 gennaio 2006 alla Banca Intesa di Varallo Pombia, l’aveva portato all’arresto.

mo.c.


NOVARA - Si trova ancora in Brasile, dove è stato raggiunto e arrestato una decina di giorni fa a seguito di un mandato di cattura internazionale emesso dalla Corte d’Appello di Torino, Gianluca Medina, 42 anni, con una serie di processi per rapina a suo carico in Tribunale a Novara.

Uno di questi procedimenti era in programma martedì mattina a Palazzo Fossati. Un processo nel quale il pm, all’ultima udienza, aveva chiesto nove anni di reclusione e 1.300 euro di multa per una serie di rapine tra Novara, Biella e Vercelli, e l’assoluzione per il possesso di un’arma. Medina, assistito ora da un nuovo avvocato (dopo due legali di Vercelli, l’avvocato Massimo Barbero, adesso è seguito dall’avvocato Giuseppe Ruffier), ha ottenuto un rinvio del processo, facendo valere il suo ‘legittimo impedimento’, che gli impediva di essere presente in aula. L’udienza è stata così aggiornata al 26 gennaio 2016.

Si attende, dunque, il suo rientro in Italia. Anche se, come si apprende dallo stesso legale, il borgomanerese pare farà opposizione all’estradizione nel nostro Paese. Vuole essere ascoltato dalle autorità brasiliane, per raccontare la sua versione dei fatti.

Il 42enne, per non finire in carcere, ad aprile, era fuggito all’estero, dove è stato rintracciato appunto una decina di giorni fa. Nel processo dell’altro giorno il borgomanerese è accusato di essere stato il ‘palo’ in una serie di sei rapine a cavallo tra il Novarese e le province limitrofe. L’ultimo colpo, quello del 19 gennaio 2006 alla Banca Intesa di Varallo Pombia, l’aveva portato all’arresto.

mo.c.


 

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