A processo per estorsione sessantenne

A processo per estorsione sessantenne
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NOVARA – Tre anni e sei mesi di reclusione e 9mila euro di multa. E’ la pena richiesta martedì 23 giugno, in Tribunale a Novara, dal pm Giovanni Caspani, nei confronti di Domenico Truglio, alla sbarra con l’accusa di estorsione. L’uomo, un sessantenne di origine siciliana, era stato arrestato nel marzo dello scorso anno dalla Squadra Mobile novarese. E’ difeso dall’avvocato Davide Vitali, che interverrà con la sua arringa difensiva alla prossima udienza, fissata al 26 gennaio 2016.

La vicenda era iniziata il 13 marzo 2014 quando un quarantenne novarese si era presentato negli uffici della Squadra Mobile, denunciando di essere vittima di usura ed estorsione. L’uomo, già piccolo imprenditore, aveva dovuto chiudere la sua attività. “Senza un lavoro – aveva spiegato in una nota stampa la Polizia – da alcuni mesi era caduto nel vizio del gioco ai videopoker”. A dicembre 2013, sempre per la Questura, era stato avvicinato da un suo conoscente, che, sapendo della sua mancanza di liquidità, “gli ha offerto – continuava il comunicato – un piccolo prestito di 300 euro, a fronte del quale dopo 15 giorni avrebbe dovuto restituirgli la somma di 400 euro, con un interesse quindi del 33,3% in soli 15 giorni. L’operazione è stata ripetuta più volte sino a che la vittima non è più riuscita a pagare. Da quel momento sono iniziate le richieste sempre più pressanti per la consegna del denaro, compresi gli interessi, richieste accompagnate – riportava la Squadra Mobile – da minacce nel caso la vittima non avesse ottemperato”. A quel punto il quarantenne, consigliato da un amico, si era presentato alla Polizia. Le indagini sono state avviate subito e il 17 marzo di un anno fa avevano portato all’arresto del sessantenne, colto in flagranza di reato di estorsione. L’uomo era stato anche denunciato a piede libero per il reato di usura. Stamani in aula sono stati escussi la parte offesa e il cognato di quest’ultimo. C’è stata poi la requisitoria del pm. “La vittima era senza lavoro, aveva il padre invalido e si era buttato, in quelle difficoltà, sulle macchinette. Era veramente nel bisogno ed è stato così raggiunto dall’imputato. Non è vero che non fa paura il 60enne (rispondendo a quanto sostenuto dal difensore dell’uomo). Se uno mi minaccia, io ho paura. Sussiste sia l’usura continuata sia l’estorsione continuata”. L’imputato sin dall’inizio rigetta ogni addebito e lo stesso difensore sostiene come non ci sia in alcun modo il reato contestato.

mo.c.

NOVARA – Tre anni e sei mesi di reclusione e 9mila euro di multa. E’ la pena richiesta martedì 23 giugno, in Tribunale a Novara, dal pm Giovanni Caspani, nei confronti di Domenico Truglio, alla sbarra con l’accusa di estorsione. L’uomo, un sessantenne di origine siciliana, era stato arrestato nel marzo dello scorso anno dalla Squadra Mobile novarese. E’ difeso dall’avvocato Davide Vitali, che interverrà con la sua arringa difensiva alla prossima udienza, fissata al 26 gennaio 2016.

La vicenda era iniziata il 13 marzo 2014 quando un quarantenne novarese si era presentato negli uffici della Squadra Mobile, denunciando di essere vittima di usura ed estorsione. L’uomo, già piccolo imprenditore, aveva dovuto chiudere la sua attività. “Senza un lavoro – aveva spiegato in una nota stampa la Polizia – da alcuni mesi era caduto nel vizio del gioco ai videopoker”. A dicembre 2013, sempre per la Questura, era stato avvicinato da un suo conoscente, che, sapendo della sua mancanza di liquidità, “gli ha offerto – continuava il comunicato – un piccolo prestito di 300 euro, a fronte del quale dopo 15 giorni avrebbe dovuto restituirgli la somma di 400 euro, con un interesse quindi del 33,3% in soli 15 giorni. L’operazione è stata ripetuta più volte sino a che la vittima non è più riuscita a pagare. Da quel momento sono iniziate le richieste sempre più pressanti per la consegna del denaro, compresi gli interessi, richieste accompagnate – riportava la Squadra Mobile – da minacce nel caso la vittima non avesse ottemperato”. A quel punto il quarantenne, consigliato da un amico, si era presentato alla Polizia. Le indagini sono state avviate subito e il 17 marzo di un anno fa avevano portato all’arresto del sessantenne, colto in flagranza di reato di estorsione. L’uomo era stato anche denunciato a piede libero per il reato di usura. Stamani in aula sono stati escussi la parte offesa e il cognato di quest’ultimo. C’è stata poi la requisitoria del pm. “La vittima era senza lavoro, aveva il padre invalido e si era buttato, in quelle difficoltà, sulle macchinette. Era veramente nel bisogno ed è stato così raggiunto dall’imputato. Non è vero che non fa paura il 60enne (rispondendo a quanto sostenuto dal difensore dell’uomo). Se uno mi minaccia, io ho paura. Sussiste sia l’usura continuata sia l’estorsione continuata”. L’imputato sin dall’inizio rigetta ogni addebito e lo stesso difensore sostiene come non ci sia in alcun modo il reato contestato.

mo.c.

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