A processo per sequestro di persona e violenza sessuale 45enne

A processo per sequestro di persona e violenza sessuale 45enne
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NOVARA – Finito a processo con le accuse di violenza sessuale e sequestro nei confronti di una conoscente, una vicina di casa, un marocchino di 45 anni, Rahal Bouchama, è stato assolto da entrambi i capi d’imputazione.

Assolto dal sequestro di persona perché il fatto non sussiste e dalla violenza sessuale perché non costituisce reato.

L’ultima udienza del processo si è svolta venerdì mattina 6 febbraio, in Tribunale a Novara. L’imputato accompagnava in genere in auto una vicina di casa senegalese sino alla scuola dei bambini, nel Novarese. Un giorno, l’uomo cambiò il solito tragitto, a quanto pare per fare benzina alla vettura, e la donna si spaventò, pensando la portasse altrove, in un bosco.

NOVARA – Finito a processo con le accuse di violenza sessuale e sequestro nei confronti di una conoscente, una vicina di casa, un marocchino di 45 anni, Rahal Bouchama, è stato assolto da entrambi i capi d’imputazione.

Assolto dal sequestro di persona perché il fatto non sussiste e dalla violenza sessuale perché non costituisce reato.

L’ultima udienza del processo si è svolta venerdì mattina 6 febbraio, in Tribunale a Novara. L’imputato accompagnava in genere in auto una vicina di casa senegalese sino alla scuola dei bambini, nel Novarese. Un giorno, l’uomo cambiò il solito tragitto, a quanto pare per fare benzina alla vettura, e la donna si spaventò, pensando la portasse altrove, in un bosco.

L’imputato, a quel punto, stando a quanto emerso, avrebbe appoggiato la mano sulla parte alta della gamba della donna. Quest’ultima raccontò al marito questo e scattò la denuncia.

Il 45enne, come spiegato anche dal suo difensore, l’avvocato Fabrizio Cardinali, accompagnò quel gesto della mano sulla gamba con le parole ‘Tranquilla, tranquilla’, per calmare la donna che sembrava essersi spaventata per la strada diversa presa dal veicolo. Nulla, dunque, d’altro, se non un tentativo di calmare la giovane senegalese, che si era spaventata per la novità del tragitto. Escluso anche il fatto che l’avesse chiusa in auto sul sedile posteriore.

mo.c.

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