A Strasburgo un gruppo di novaresi scampati agli spari
Erano in piazza Kleber poco prima che il terrorista agisse.
A Strasburgo un gruppo di novaresi scampati agli spari. Erano in piazza Kleber poco prima che il terrorista agisse.
A Strasburgo un gruppo di novaresi scampati agli spari
«Siamo partiti da Strasburgo attorno alle 19, prima di partire eravamo proprio dove si è verificata la sparatoria meno di un’ora dopo». Roberto Conti, giornalista, fino a paio di mesi fa addetto stampa della Provincia di Novara, fornisce una testimonianza diretta della realtà vista nella cittadina francese fino a poco prima della strage di martedì sera in piazza Kléber. Conti si trovava a Strasburgo con un gruppo di amministratori comunali del Novarese recatosi al Parlamento europeo per la seduta plenaria mensile su invito dell’europarlamentare piemontese Mercedes Bresso. Guidato dall’ex presidente della Provincia di Novara, e sindaco di Castelletto Ticino, Matteo Besozzi, era composto da 36 persone. Tra loro i sindaci di Sizzano, Casalbeltrame, Cavaglietto, il vicesindaco di Cameri, tutta la giunta e alcuni consiglieri di maggioranza di Castelletto Ticino, e tre consiglieri di minoranza dei Comuni di Arona, Trecate e Tornaco.
Amministratori comunali invitati al Parlamento europeo
Il gruppo era arrivato in Francia lunedì, come racconta Conti: «Nella mattinata di martedì ci siamo recati al Parlamento europeo. Vi erano evidenti e notevoli misure di sicurezza, con un’ampia presenza di Forze dell’ordine. Abbiamo assistito alla seduta, poi verso le 13 abbiamo avuto un incontro con alcuni funzionari della struttura europea che ci hanno spiegato il funzionamento delle varie istituzioni dell'Unione Europea. Nel pomeriggio poi abbiamo avuto a disposizione un po’ di tempo per visitare il centro della città».
Massima sicurezza
Che situazione c’era a livello di percezione della sicurezza? «Per accedere all’isola che costituisce il centro storico di Strasburgo si passa dai ponti sui canali e su ognuno poliziotti e militari controllavano borse e zaini. Il clima era però sereno. C’era tanta gente, turisti e gente arrivata per la plenaria. I mercatini erano affollati, si respirava un’atmosfera natalizia».
Siete ripartiti appena prima della sparatoria, come avete appreso la notizia? «Mentre eravamo in viaggio di ritorno sul pullman abbiamo iniziato a ricevere messaggi telefonici da parte di amici e parenti preoccupati che ci chiedevano delle nostre condizioni. Abbiamo appreso così la notizia di quanto era avvenuto e che vi erano stati morti e feriti. Difficile commentare. Un lieve ritardo e saremmo stati ancora là».
m.d.