Accusati di aver segregato due anziani a Caltignaga, si difendono: “Li abbiamo seguiti e curati”

Accusati di aver segregato due anziani a Caltignaga, si difendono: “Li abbiamo seguiti e curati”
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NOVARA, Sono stati ascoltati i due imputati e altri testi, ieri mattina in Tribunale a Novara, al processo che vede alla sbarra Stefana Arena, 62 anni, e il figlio Antonio, di 31, arrestati nel marzo dello scorso anno dai Carabinieri, perché reputati, a seguito di una lunga serie di indagini, come “spietati carcerieri” (così riferirono i carabinieri in una nota stampa) di due anziani residenti a Caltignaga. Un’udienza che, rispetto all’ultima, quando era stata ascoltata in camera di consiglio nella casa di riposo dove si trova l’anziana che sarebbe stata segregata, ha visto sfilare una serie di persone che hanno sostenuto come i due imputati non fossero in alcun modo carcerieri, «ma persone che aiutavano i due anziani in difficoltà».

«Gli volevamo bene – ha riferito Stefana Arena – Ho speso tanto per lei. Soldi suoi e soldi anche miei. La pensione la prelevava lei, anche se era sempre senza soldi – ha sostenuto l’imputata – Prendeva 680 euro al mese di pensione. Le prendevo il cibo e sì anche i vestiti. Andavo a comprarle anche le sigarette. Io e mio figlio ci occupavamo di lei. La seguivamo». E ancora: «Se usciva e si allontanava, andavamo noi a recuperarla. Un giorno poi vediamo che nasconde qualcosa, le chiediamo cosa sia. Sembra abbia quasi un bozzo. Era la carta di una denuncia a noi, nella quale si diceva che la tenevamo chiusa in casa. Le abbiamo chiesto il perché di questo. “Ma chi ti tiene chiusa, se vuoi, puoi andartene”. E lei ci spiegò che non sapeva cosa aveva fatto e che era nervosa e che era stata la sua malattia a farle fare questo». L’imputata ha poi aggiunto che non sono mai stati al freddo. Antonio Arena: «Confermo quanto ha detto mia madre. Ho voluto bene loro come fossero i miei nonni, che ho perso da piccolo. Non li ho mai picchiati».

mo.c.

 

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola sabato 21 gennaio

NOVARA, Sono stati ascoltati i due imputati e altri testi, ieri mattina in Tribunale a Novara, al processo che vede alla sbarra Stefana Arena, 62 anni, e il figlio Antonio, di 31, arrestati nel marzo dello scorso anno dai Carabinieri, perché reputati, a seguito di una lunga serie di indagini, come “spietati carcerieri” (così riferirono i carabinieri in una nota stampa) di due anziani residenti a Caltignaga. Un’udienza che, rispetto all’ultima, quando era stata ascoltata in camera di consiglio nella casa di riposo dove si trova l’anziana che sarebbe stata segregata, ha visto sfilare una serie di persone che hanno sostenuto come i due imputati non fossero in alcun modo carcerieri, «ma persone che aiutavano i due anziani in difficoltà».

«Gli volevamo bene – ha riferito Stefana Arena – Ho speso tanto per lei. Soldi suoi e soldi anche miei. La pensione la prelevava lei, anche se era sempre senza soldi – ha sostenuto l’imputata – Prendeva 680 euro al mese di pensione. Le prendevo il cibo e sì anche i vestiti. Andavo a comprarle anche le sigarette. Io e mio figlio ci occupavamo di lei. La seguivamo». E ancora: «Se usciva e si allontanava, andavamo noi a recuperarla. Un giorno poi vediamo che nasconde qualcosa, le chiediamo cosa sia. Sembra abbia quasi un bozzo. Era la carta di una denuncia a noi, nella quale si diceva che la tenevamo chiusa in casa. Le abbiamo chiesto il perché di questo. “Ma chi ti tiene chiusa, se vuoi, puoi andartene”. E lei ci spiegò che non sapeva cosa aveva fatto e che era nervosa e che era stata la sua malattia a farle fare questo». L’imputata ha poi aggiunto che non sono mai stati al freddo. Antonio Arena: «Confermo quanto ha detto mia madre. Ho voluto bene loro come fossero i miei nonni, che ho perso da piccolo. Non li ho mai picchiati».

mo.c.

 

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