Addio all’artista che faceva parlare le pietre

Addio all’artista che faceva parlare le pietre
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La notizia è subito rimbalzata “in continente” e schizzata nel Novarese, cui era unito da lunga amicizia. Si è spento venerdì notte all’ospedale di Cagliari Piunuccio Sciola (nella foto), scultore e pittore sardo conosciuto in tutto il mondo per le sue “Pietre sonore”. A 74 anni - da alcuni la salute cagionevole - se n’è andata una delle figure più importanti dell’arte contemporanea, personalità di primo piano della scultura europea. Sciola era legato da amicizia quarantennale al Novarese: in particolare risale al 1977 il gemellaggio tra gli scolari di Vespolate e quelli di San Sperate (suo luogo natale). Durante quello scambio culturale l’artista era stato ospite del paese della Bassa Novarese dove aveva dipinto alcuni murales e donato alla comunità una delle sue opere, un aratro. A Vespolate era tornato tre anni fa, nel 2013: Novara aveva infatti ospitato la sua mostra delle famose “Pietre sonore” con appuntamenti anche al Broletto. A Vespolate si ricorda una grande festa al parco giochi con gli amici sardi del “Centro Servizi Volontariato - Sardegna Solidale” che avevano consegnato e inaugurato un “seme della solidarietà” dell’artista, collocato accanto all’aratro. Sciola non c’era in quella occasione, ma era cordialmente passato a far visita ai vespolini qualche giorno dopo in veste amichevole e non ufficiale (alla castagnata dei volontari, ndr). Grande il cordoglio espresso dalla comunità vespolina nelle parole del sindaco Pierluigi Migliavacca, legato da amicizia anche personale con l’artista: «L’avevo sentito al telefono poche settimane fa - ricorda con la voce rotta dalla commozione - mi raccontava tutta l’emozione della sua prossima partecipazione per una performance nella basilica di San Pietro in Vincoli a Roma, proprio dove è conservato il Mosé di Michelangelo. Sciola, ricordando il leggendario  “Perché non parli?”, scherzava sul fatto che lui, invece, la piertra era risucito a farla parlare...». Migliavacca ha tempestivamente fatto pervenire «al collega sindaco di San Sperate Enrico Collu, e per suo tramite alla famiglia del ‘maestro’, le condoglianze a nome di tutta la comunità per la perdita di un grande artista e amico. Il “seme della pace” donato a Vespolate manterrà vivo in noi il suo ricordo».

Nato a San Sperate nel 1942, Sciola è noto in tutto il mondo per le sue “pietre sonore”, grandi blocchi di calcare o di basalto che scolpiva in modo che potessero emettere un suono se percorsi con le mani o con altre pietre più piccole. L’effetto sonoro veniva ottenuto praticando profonde incisioni sulla roccia.

ari.mar.

La notizia è subito rimbalzata “in continente” e schizzata nel Novarese, cui era unito da lunga amicizia. Si è spento venerdì notte all’ospedale di Cagliari Piunuccio Sciola (nella foto), scultore e pittore sardo conosciuto in tutto il mondo per le sue “Pietre sonore”. A 74 anni - da alcuni la salute cagionevole - se n’è andata una delle figure più importanti dell’arte contemporanea, personalità di primo piano della scultura europea. Sciola era legato da amicizia quarantennale al Novarese: in particolare risale al 1977 il gemellaggio tra gli scolari di Vespolate e quelli di San Sperate (suo luogo natale). Durante quello scambio culturale l’artista era stato ospite del paese della Bassa Novarese dove aveva dipinto alcuni murales e donato alla comunità una delle sue opere, un aratro. A Vespolate era tornato tre anni fa, nel 2013: Novara aveva infatti ospitato la sua mostra delle famose “Pietre sonore” con appuntamenti anche al Broletto. A Vespolate si ricorda una grande festa al parco giochi con gli amici sardi del “Centro Servizi Volontariato - Sardegna Solidale” che avevano consegnato e inaugurato un “seme della solidarietà” dell’artista, collocato accanto all’aratro. Sciola non c’era in quella occasione, ma era cordialmente passato a far visita ai vespolini qualche giorno dopo in veste amichevole e non ufficiale (alla castagnata dei volontari, ndr). Grande il cordoglio espresso dalla comunità vespolina nelle parole del sindaco Pierluigi Migliavacca, legato da amicizia anche personale con l’artista: «L’avevo sentito al telefono poche settimane fa - ricorda con la voce rotta dalla commozione - mi raccontava tutta l’emozione della sua prossima partecipazione per una performance nella basilica di San Pietro in Vincoli a Roma, proprio dove è conservato il Mosé di Michelangelo. Sciola, ricordando il leggendario  “Perché non parli?”, scherzava sul fatto che lui, invece, la piertra era risucito a farla parlare...». Migliavacca ha tempestivamente fatto pervenire «al collega sindaco di San Sperate Enrico Collu, e per suo tramite alla famiglia del ‘maestro’, le condoglianze a nome di tutta la comunità per la perdita di un grande artista e amico. Il “seme della pace” donato a Vespolate manterrà vivo in noi il suo ricordo».

Nato a San Sperate nel 1942, Sciola è noto in tutto il mondo per le sue “pietre sonore”, grandi blocchi di calcare o di basalto che scolpiva in modo che potessero emettere un suono se percorsi con le mani o con altre pietre più piccole. L’effetto sonoro veniva ottenuto praticando profonde incisioni sulla roccia.

ari.mar.

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