Cordoglio

Addio allo storico alfiere Avis di Veruno Mario Giussani

L'uomo si era trasferito a Revislate con la moglie da Milano qualche decennio fa.

Addio allo storico alfiere Avis di Veruno Mario Giussani
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Cordoglio nell'alto novarese per la morte di Mario Giussani, storico alfiere dell'Avis di Veruno.

Addio allo storico alfiere Avis Mario Giussani

E' scomparso l'avisino dal cuore d'oro. Mario Giussani era nato l'11 maggio 1930 e lascia la moglie Giuliana. La coppia arrivò dal Milanese, ma presto si distinse per una spiccata passione verso la solidarietà. Entrambi divennero donatori della sezione verunese Avis: «All'inizio scelsero di continuare a donare a Milano - ricordano i consiglieri avisini - erano gli anni '70 del secolo scorso, ma poi li convincemmo a recarsi come noi a Borgomanero. Tenevano molto a questa causa, esprimevano entusiasmo e desiderio di stare insieme, tanto che Mario con 52 donazioni raggiunse la medaglia d'oro, diventando alfiere. Faceva parte anche della Sovracomunale borgomanerese, in cui si era formato il gruppo alfieri molto solido sia per riunioni che per manifestazioni. Guai a mancare in quelle occasioni, erano davvero importanti per il nostro lavoro. Ben voluto da tutti, lo ricordiamo con affetto nelle feste nelle varie lotterie». L’uomo era molto presente anche al di fuori delle attività dell’associazione: «Era una persona disponibile in tutto e per tutto - spiegano dalla sezione - sensibile quando vedeva qualcuno soffrire. Nel momento in cui non sono riusciti più a donare per raggiunti limiti di età, per lui e Giuliana fu doloroso. Di compagnia e sempre presente, dava il suo contributo umano e materiale». Giussiani partecipava anche alla vita della comunità in cui viveva: «Andava alla "Sagra dei ravanìt" della Pro loco - spiegano - amava orchestre e ballo. Aveva lavorato nell'azienda Olivetti a Milano, ma si innamorò delle nostre zone, ne fece una scelta di vita e scaricava la tensione nella natura. Era un gran lavoratore nei boschi e lo si poteva trovare immerso a tenere in ordine il suo appezzamento. Era orgoglioso di portare lo stemma della sezione, la medaglia d'oro l'aveva lasciata alla nostra nostra sede. Fino a quasi 90 anni ha fatto tutto il maniera autonoma e generosa, purtroppo anche un uomo tanto forte non ha potuto fare nulla contro il naturale termine della vita. Ma siamo certi che ha vissuto i suoi giorni con pienezza, serenità, allineato ai suoi valori fondanti».

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