Adolescente di Verolengo salva la vita alla mamma donandole il midollo osseo
A soli 15 anni si sottopone a un delicato intervento chirurgico per donare il midollo osseo per salvare la vita alla madre.
Un'adolescente di Verolengo ha salvato la vita alla sua mamma con la donazione del midollo osseo come riporta il portale La Nuova Periferia.
Salva la vita alla mamma donandole il midollo osseo
E' una storia di coraggio quella riportata dai colleghi della Nuova Periferia. Dafne Battistutta, che ora ha 15 anni, ha deciso di donare il midollo osseo (iscrivendosi all'associazione donatori di midollo osseo) per salvare la vita a sua mamma, dopo una diagnosi di leucemia acuta mieloide. Aveva solo 14 anni quando ha deciso di salvare la sua mamma. Di regalarle una seconda vita. Il suo, un gesto di estremo coraggio che ha trasformato questa adolescente in un’eroina per Verolengo. Dafne Battistutta, infatti, aveva appunto 14 anni quando le è stato chiesto: «Vuoi aiutare la tua mamma donandole il midollo osseo?». Una domanda alla quale la giovane non ha certamente detto di no perché per la mamma sarebbe stata pronta a tutto, ma che ha comportato tante emozioni a questa studentessa del Liceo Europa Unita di Chivasso. Una storia che Dafne insieme a mamma Alessia Fuoco ora vuole raccontare, anche per spronare le persone a donare il midollo, attraverso l’iscrizione all’associazione Admo (Associazione Donatori di Midollo Osseo), per salvare la vita ad altri malati.
La storia
«Era maggio del 2018 – racconta Alessia, 43 anni infermiera coordinatrice alla Casa di Riposo Infermeria Santo Spirito di Crescentino – quando mi si era rotto un dente. Subito sono andata dal dentista Andrea Toson che è intervenuto curandolo. Dopo poco ho iniziato ad accusare altri dolori ai denti. Mi sono di nuovo rivolta al dentista che, dopo aver esaminato la situazione, mi ha prescritto un antibiotico. Era un’infezione che mi creava un dolore intenso. Poi, con il passare dei giorni quel dolore era passato, ma era comparsa la febbre. Mi sentivo debilitata, non riuscivo a muovermi e a mangiare. Avevo le placche in gola. Anche il quel caso mi è stato prescritto un antibiotico che mi ha risolto il problema. Peccato che, terminata la cura, si è ripresentato il dolore ai denti. A quel punto avevo capito che c’era qualcosa che non andava e su indicazione del dentista e del medico curante Luigi Borasio mi sono rivolta al Pronto soccorso dell’ospedale Martini di Torino. Ma lì nulla. Così ho deciso di andare alle Molinette dove mi ha visitato un otorino. Ma anche in quel caso non risultava nulla. Eppure io avevo capito che c’era qualcosa di grave. Così ho chiesto al mio dottore di farmi fare dei controlli, una semplice analisi del sangue. E proprio da quello abbiamo scoperto che avevo la leucemia acuta mieloide. Era il 10 luglio del 2018».
I cicli di chemio e la ricerca del donatore
«Durante il secondo ciclo di chemioterapia – racconta Alessia – mi hanno spiegato che la percentuale di donatori nel mio caso era molto bassa. A quel punto si è dovuto optare per i consanguinei, cioè figli, genitori e fratelli o sorelle. Mia mamma però non aveva le caratteristiche necessarie (un’età troppo elevata, un peso ridotto). Mi restavano solo le mie figlie, più precisamente solamente Dafne perché la seconda era troppo piccola. Quando ho capito che dovevamo chiedere a lei questa donazione ho provato tanta paura. Lei è sempre stata molto paurosa e temevo che non ce la facesse». «Per mia mamma ho dovuto vincere tutte le mie paure – racconta Dafne orgogliosa di questo grande gesto d’amore -. Certo, avevo paura. Temevo di non risvegliarmi dall’anestesia perché io sono stata sottoposta alla donazione del midollo attraverso il prelievo dalle ossa del bacino. Dunque anestesia totale». Dafne, che aveva poi già compiuto il 15esimo anno di età, per regalare questa seconda vita alla sua mamma ha dovuto naturalmente sottoporsi ad un colloquio informativo con i medici, agli esami del caso e poi naturalmente all’intervento avvenuto il 13 dicembre 2018, il giorno di Santa Lucia.
Un grazie a Verolengo e Crescentino
Alessia e la sua famiglia vogliono ringranziare tutti i verolenghesi e i crescentinesi che in questi mesi gli sono stati vicini. Con un bacio, una preghiera, una parola di supporto. Tutti al suo fianco per lottare contro questo male che Alessia ha sconfitto. «Un grazie a tutti ma in maniera particolare a Dafne che mi ha salvato la vita».
La storia di Alessia e Dafne è una storia a lieto fine, una bella pagina per Verolengo che dal dicembre scorso vanta una piccola grande donna tra i suoi abitanti.