Tribunale

Aggredì i carabinieri per strada. Ora si difende: "Mi avevano dato la droga dello stupro"

L'accusa per la donna è di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale

Aggredì i carabinieri per strada. Ora si difende: "Mi avevano dato la droga dello stupro"
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Aggredì i carabinieri in mezzo alla strada: è iniziato da poco il processo a carico di una donna di 49 anni di origine ucraina che dovrà rispondere delle accuse di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.

Aggredì i carabinieri a Belgirate

Aggredì i carabinieri, mezza nuda, per strada. E’ iniziato nei giorni scorsi presso il tribunale di Verbania, e riprenderà il prossimo 12 novembre, il processo a carico di una 49enne ucraina, residente a Novara, chiamata a rispondere di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. I fatti al centro del dibattimento sono avvenuti nell’estate del 2018, dentro e fuori le mura di una struttura turistica di Belgirate.

La ricostruzione dei fatti

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, dopo essere uscita dalla sua stanza in vestaglia e in uno stato visibilmente alterato, la donna prima aveva girovagato per i corridoi dell’albergo e poi si era portata in strada, dove aveva provato a fermare delle auto, rischiando anche di essere investita. Sul posto erano arrivate un’ambulanza del 118 e i militari di Stresa i quali, non senza fatica, erano riusciti a ricondurre la 49enne alla calma, stringendole le manette attorno ai polsi. A uno dei due carabinieri era stato strizzato un testicolo. L’altro giorno la donna ha fornito una versione diversa dell’accaduto. Ha raccontato di aver preso una camera insieme a un pugliese che aveva conosciuto su internet (“volevamo trascorrere un fine settimana romantico sul lago, dormendo nella matrimoniale solo per risparmiare”), di aver rifiutato un rapporto chiesto da lui e di aver assunto un liquido da una bottiglietta che gli aveva fornito sempre l’uomo e che successivamente, all’esito di un presunto esame fatto da un medico, sarebbe risultato essere la cosiddetta “droga della stupro”.

La versione della donna e il processo in corso

"Quella sera che sono scesa in strada ero fuori di me e non ricordo cosa ho fatto, ma non avevo bevuto: mi era stata data la droga dello stupro". Al processo si sono costituiti parte civile il carabiniere aggredito e il suo collega di pattuglia intervenuto quella sera sulla statale 33. A novembre, dopo aver ascoltato altri testimoni, il giudice si pronuncerà in merito all’episodio di resistenza e oltraggio, mentre per quanto riguarda la “nuova” versione raccontata dall’ucraina, le valutazioni sono rimesse alla procura della Repubblica di Verbania. Al momento, non risulterebbero denunce nei confronti del pugliese il quale, secondo la ricostruzione dei fatti, quella sera sarebbe fuggito dall’albergo mentre l’amica conosciuta in rete era in bagno.

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