All’estero da studenti: “S’impara a vivere”

All’estero da studenti: “S’impara a vivere”
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Attoniti e increduli di fronte ad un destino tanto crudele quanto inaspettato e imprevedibile. Cos., in una manciata di minuti hanno perso la vita nel pauroso incidente stradale in Catalogna sette ragazze italiane, giovani studentesse universitarie impegnate nello scambio Erasmus. Avevano tutte tra i 22 e i 25 anni... Erasmus è l’acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students. E’ nato nel 1987 per opera della Comunità Europea e dà la possibilità a uno studente universitario europeo di effettuare in una università straniera un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla propria università. Tanti sono i giovani, anche novaresi, che in questi anni hanno potuto partecipare a questo o ad altri progetti di studio all’estero. Un’occasione importante, dicono, per studiare, conoscere, sperimentare, capire, per imparare a vivere... 

Come racconta Alberto Benaglia: “Dell’incidente a Barcellona mi ha colpito il fatto che sia avvenuto durante una gita all’avventura, proprio come i tanti viaggi che ho fatto durante la mia permanenza in Germania”. Alberto, 25enne originario di Novara che ora vive a Milano,

dell’esperienza Erasmus ricorda con piacere anche e soprattutto quelle iniziative “collaterali” al programma di studio. Dopo la laurea triennale in Economia e Commercio, Alberto ha frequentato il corso specialistico di Scienze Bancarie all’Università Cattolica trascorrendo durante l’ultimo anno un periodo (da febbraio a fine luglio 2014) all’università di Ingolstadt, cittadina della Baviera. Ma durante quel periodo ha viaggiato anche nelle più importanti città della Germania e perfino a Praga. Del resto Erasmus è più di un programma di studio.

.Ero partito con l’idea di imparare il tedesco – racconta – Ma in realtà  ho vissuto un’importante esperienza umana Sono stati i sei mesi più intensi della mia esperienza universitaria e penso che rimarranno tra i più spensierati della mia vita. Credo che siano sentimenti condivisi da ogni studente Erasmus, perchè ad oggi non ho trovato nessuno che abbia vissuto male questa esperienza”. Per questo Alberto consiglia a chi è ancora studente di non lasciarsi sfuggire l’opportunità Erasmus, senza avere paura di incidenti o attentati. “Viaggerei lo stesso – risponde senza esitazioni– sarò fatalista, ma non ho più timore lontano da casa: se deve succedere qualcosa di brutto, ahimé, succede ovunque”.

Leggi tutte le testimonianze sul Corriere di Novara di giovedì 24 marzo 2016 

Attoniti e increduli di fronte ad un destino tanto crudele quanto inaspettato e imprevedibile. Cos., in una manciata di minuti hanno perso la vita nel pauroso incidente stradale in Catalogna sette ragazze italiane, giovani studentesse universitarie impegnate nello scambio Erasmus. Avevano tutte tra i 22 e i 25 anni... Erasmus è l’acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students. E’ nato nel 1987 per opera della Comunità Europea e dà la possibilità a uno studente universitario europeo di effettuare in una università straniera un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla propria università. Tanti sono i giovani, anche novaresi, che in questi anni hanno potuto partecipare a questo o ad altri progetti di studio all’estero. Un’occasione importante, dicono, per studiare, conoscere, sperimentare, capire, per imparare a vivere... 

Come racconta Alberto Benaglia: “Dell’incidente a Barcellona mi ha colpito il fatto che sia avvenuto durante una gita all’avventura, proprio come i tanti viaggi che ho fatto durante la mia permanenza in Germania”. Alberto, 25enne originario di Novara che ora vive a Milano,

dell’esperienza Erasmus ricorda con piacere anche e soprattutto quelle iniziative “collaterali” al programma di studio. Dopo la laurea triennale in Economia e Commercio, Alberto ha frequentato il corso specialistico di Scienze Bancarie all’Università Cattolica trascorrendo durante l’ultimo anno un periodo (da febbraio a fine luglio 2014) all’università di Ingolstadt, cittadina della Baviera. Ma durante quel periodo ha viaggiato anche nelle più importanti città della Germania e perfino a Praga. Del resto Erasmus è più di un programma di studio.

.Ero partito con l’idea di imparare il tedesco – racconta – Ma in realtà  ho vissuto un’importante esperienza umana Sono stati i sei mesi più intensi della mia esperienza universitaria e penso che rimarranno tra i più spensierati della mia vita. Credo che siano sentimenti condivisi da ogni studente Erasmus, perchè ad oggi non ho trovato nessuno che abbia vissuto male questa esperienza”. Per questo Alberto consiglia a chi è ancora studente di non lasciarsi sfuggire l’opportunità Erasmus, senza avere paura di incidenti o attentati. “Viaggerei lo stesso – risponde senza esitazioni– sarò fatalista, ma non ho più timore lontano da casa: se deve succedere qualcosa di brutto, ahimé, succede ovunque”.

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