Amianto Vespolate: chiesto dissequestro
“Più tempo rimane l’amianto sulle strade più rischi vi sono per i cittadini”. Il consigliere delegato all'Ambiente della Provincia di Novara, Giuseppe Cremona inizia così ad illustrare la scelta dell’amministrazione provinciale di chiedere alla Procura della Repubblica, tramite incarico affidato all’avvocato Edoardo Pozzi, la restituzione dell’area di bonifica posto sotto sequestro dal Corpo Forestale dello Stato in territorio di Vespolate nel mese di luglio. Una vicenda iniziata nel 2007 con la scoperta di alcune strade di campagna contaminate da pietrisco ferroviario contenente amianto, nel territorio dei Comuni di Vespolate e Nibbiola.
L’allora amministrazione provinciale aveva affidato le operazioni di bonifica. Lavori di bonifica che in seguito erano stati interrotti anche perché tra le varie le problematiche della vicenda, vi era quella relativa alla ditta vincitrice della gara d’appalto che nella primavera scorsa, era stata segnalata dalla Prefettura di Bergamo alla Provincia di Novara come “eliminata” dalla “White list”, l’elenco di imprese che possono lavorare con la pubblica amministrazione. A seguito della segnalazione era stata quindi estromessa dall’incarico con relativa sospensione dei lavori.
A luglio il personale della Forestale, gli addetti dell’Arpa e i consulenti tecnici di parte in quell’occasione avevano ispezionato la vasca coperta, situata nei pressi del cimitero di Vespolate, che dovrebbe contenere il pietrisco amiantifero.
Erano stati effettuati carotaggi a una profondità di circa tre- quattro metri. L’operazione aveva come finalità verificare se fossero stati eseguiti in maniera corretta le operazioni di bonifica e se nella vasca fosse stato inserito anche altro materiale tossico. Inoltre erano stati portati via campioni di pietrisco da tutte le strade campestri all’epoca interessate dall’ordine di chiusura.
Questa operazione per verificare se la misura di pietrisco asportato corrispondesse alle indicazioni di legge. Sempre in estate nei giorni precedenti il Corpo Forestale aveva sequestrato ampia documentazione nei locali di corso Cavallotti della Provincia di Novara, quelli che ospitano il settore Ambiente, ufficio Rifiuti e Valutazione impatto ambientale.
Va inoltre ricordato che in precedenza Giuseppe Cremona aveva anche ricordato il fatto che: “La Provincia ha già versato alla ditta i pagamenti ma dalla Regione ha avuto solo lo stanziamento per i primi due stati di avanzamento lavoro per circa 400mila euro. Ne mancano altri tre per un totale di 800mila euro. La Regione ritiene non sia stata eseguita in maniera tutta la procedura burocratica che noi riteniamo completa”. Ora la decisione della Provincia di chiedere il dissequestro potrebbe forse sbloccare la situazione.
Massimo Delzoppo
Leggi l’articolo integrale sul Corriere di Novara di sabato 21 novembre 2015
“Più tempo rimane l’amianto sulle strade più rischi vi sono per i cittadini”. Il consigliere delegato all'Ambiente della Provincia di Novara, Giuseppe Cremona inizia così ad illustrare la scelta dell’amministrazione provinciale di chiedere alla Procura della Repubblica, tramite incarico affidato all’avvocato Edoardo Pozzi, la restituzione dell’area di bonifica posto sotto sequestro dal Corpo Forestale dello Stato in territorio di Vespolate nel mese di luglio. Una vicenda iniziata nel 2007 con la scoperta di alcune strade di campagna contaminate da pietrisco ferroviario contenente amianto, nel territorio dei Comuni di Vespolate e Nibbiola.
L’allora amministrazione provinciale aveva affidato le operazioni di bonifica. Lavori di bonifica che in seguito erano stati interrotti anche perché tra le varie le problematiche della vicenda, vi era quella relativa alla ditta vincitrice della gara d’appalto che nella primavera scorsa, era stata segnalata dalla Prefettura di Bergamo alla Provincia di Novara come “eliminata” dalla “White list”, l’elenco di imprese che possono lavorare con la pubblica amministrazione. A seguito della segnalazione era stata quindi estromessa dall’incarico con relativa sospensione dei lavori.
A luglio il personale della Forestale, gli addetti dell’Arpa e i consulenti tecnici di parte in quell’occasione avevano ispezionato la vasca coperta, situata nei pressi del cimitero di Vespolate, che dovrebbe contenere il pietrisco amiantifero.
Erano stati effettuati carotaggi a una profondità di circa tre- quattro metri. L’operazione aveva come finalità verificare se fossero stati eseguiti in maniera corretta le operazioni di bonifica e se nella vasca fosse stato inserito anche altro materiale tossico. Inoltre erano stati portati via campioni di pietrisco da tutte le strade campestri all’epoca interessate dall’ordine di chiusura.
Questa operazione per verificare se la misura di pietrisco asportato corrispondesse alle indicazioni di legge. Sempre in estate nei giorni precedenti il Corpo Forestale aveva sequestrato ampia documentazione nei locali di corso Cavallotti della Provincia di Novara, quelli che ospitano il settore Ambiente, ufficio Rifiuti e Valutazione impatto ambientale.
Va inoltre ricordato che in precedenza Giuseppe Cremona aveva anche ricordato il fatto che: “La Provincia ha già versato alla ditta i pagamenti ma dalla Regione ha avuto solo lo stanziamento per i primi due stati di avanzamento lavoro per circa 400mila euro. Ne mancano altri tre per un totale di 800mila euro. La Regione ritiene non sia stata eseguita in maniera tutta la procedura burocratica che noi riteniamo completa”. Ora la decisione della Provincia di chiedere il dissequestro potrebbe forse sbloccare la situazione.
Massimo Delzoppo
Leggi l’articolo integrale sul Corriere di Novara di sabato 21 novembre 2015