"Appalterò i lavori sforando il patto"

"Appalterò i lavori sforando il patto"
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SAN PIETRO MOSEZZO - "Ho atteso troppo a lungo risposte mai arrivate. Anche a fronte dell'interessamento che ho sollecitato da parte di Prefettura ed esponenti politici locali attivi ai livelli superiori, non ho ricevuto alcun aiuto. La nostra voce, evidentemente, non arriva a Regione e Governo centrale. Perchè noi, alla guida dei piccoli comuni, ci sentiamo abbandonati a noi stessi, alle nostre iniziative e alle nostre responsabilità. Ma qui c'è un'urgenza da risolvere quindi, con il conforto della mia Amministrazione, vado avanti da solo per la mia strada. Mi prendo i rischi del caso perché l'opera non può essere ulteriormente differita". L'amaro sfogo è del sindaco Mauro Degregori. Nocciolo della questione: l'intervento alle difese spondali del torrente Agogna in un punto franato nel tratto di competenza al confine tra San Pietro Mosezzo e Novara, non distante dal ponte ferroviario della Novara - Varallo e dalla strada provinciale. Un'urgenza operativa che, però, tira in ballo altri problemi 'tecnici' quali il patto di stabilità e l'avanzo di Amministrazione. Un passo indietro, prima di arrivare a quello che sembra assumere i contorni del 'paradosso'. Spiega il primo cittadino: "Nel dicembre 2013 una piena dell'Agogna fece franare un tratto di sponda. Per finanziare l'opera di ripristino la Regione assegnò al Comune di San Pietro Mosezzo 165mila euro. Il Comune, tramite l'ufficio tecnico, ha subito provveduto alla realizzazione del progetto, che è pronto per essere appaltato. Ma i soldi da Torino ancora non sono arrivati. Il Comune avrebbe la forza di anticiparli ma così andrebbe a sforare il tanto famigerato patto di stabilità, con tutte le ben note penalità che ne conseguono. Ho quindi chiesto nelle scorse settimane di ottenere l'autorizzazione a sforarlo perché ritengo che nei casi di emergenza come questo possa e debba essere allentato".
Arianna Martelli 

Leggi di più sul Corriere di Novara di giovedì 24 settembre 2015

SAN PIETRO MOSEZZO - "Ho atteso troppo a lungo risposte mai arrivate. Anche a fronte dell'interessamento che ho sollecitato da parte di Prefettura ed esponenti politici locali attivi ai livelli superiori, non ho ricevuto alcun aiuto. La nostra voce, evidentemente, non arriva a Regione e Governo centrale. Perchè noi, alla guida dei piccoli comuni, ci sentiamo abbandonati a noi stessi, alle nostre iniziative e alle nostre responsabilità. Ma qui c'è un'urgenza da risolvere quindi, con il conforto della mia Amministrazione, vado avanti da solo per la mia strada. Mi prendo i rischi del caso perché l'opera non può essere ulteriormente differita". L'amaro sfogo è del sindaco Mauro Degregori. Nocciolo della questione: l'intervento alle difese spondali del torrente Agogna in un punto franato nel tratto di competenza al confine tra San Pietro Mosezzo e Novara, non distante dal ponte ferroviario della Novara - Varallo e dalla strada provinciale. Un'urgenza operativa che, però, tira in ballo altri problemi 'tecnici' quali il patto di stabilità e l'avanzo di Amministrazione. Un passo indietro, prima di arrivare a quello che sembra assumere i contorni del 'paradosso'. Spiega il primo cittadino: "Nel dicembre 2013 una piena dell'Agogna fece franare un tratto di sponda. Per finanziare l'opera di ripristino la Regione assegnò al Comune di San Pietro Mosezzo 165mila euro. Il Comune, tramite l'ufficio tecnico, ha subito provveduto alla realizzazione del progetto, che è pronto per essere appaltato. Ma i soldi da Torino ancora non sono arrivati. Il Comune avrebbe la forza di anticiparli ma così andrebbe a sforare il tanto famigerato patto di stabilità, con tutte le ben note penalità che ne conseguono. Ho quindi chiesto nelle scorse settimane di ottenere l'autorizzazione a sforarlo perché ritengo che nei casi di emergenza come questo possa e debba essere allentato".
Arianna Martelli 

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