Arrestato in flagranza di reato per estorsione: al processo nega ogni addebito

Arrestato in flagranza di reato per estorsione: al processo nega ogni addebito
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NOVARA - Arrestato a ottobre per estorsione, venerdì 18 marzo è comparso in Tribunale a Novara per la prima udienza del processo a suo carico. Alla sbarra, assistito dall’avvocato Antonio Costa Barbè, si trova Mario Bizzantino, 56enne originario di Salerno, ma residente a Romentino, dedito alla raccolta amatoriale di rifiuti recuperabili. L’operazione era stata condotta dalla Squadra Mobile, a seguito della denuncia di un commerciante di Romentino, cui l’uomo aveva prestato soldi, pretendendo poi interessi annui oscillanti tra il 300% e il 1600%.

Una situazione che aveva messo in difficoltà il commerciante (parte civile con l’avvocato Antonella Lobino), che, piano piano, si era trovato a vivere un incubo, ripercorso oggi in aula. Tutto era iniziato nel 2013. Gradualmente la situazione debitoria dell’uomo era diventata insostenibile e questi ha chiesto di poter dilazionare la restituzione del denaro dovuto. Da questo momento l’imputato sarebbe diventato minaccioso e violento e avrebbe iniziato a tormentare e minacciare commerciante e famigliari. «Lo trovavamo ovunque», ha detto la madre. 

In aula ieri ha parlato la vittima (che ha avuto a che fare con la dipendenza dalle macchinette) e c’è stato l’esame dell’imputato, che ha negato gli addebiti: «io non ho fatto usura». Ha anche negato le minacce. L’udienza è stata aggiornata al primo aprile.

mo.c.

 

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola


NOVARA - Arrestato a ottobre per estorsione, venerdì 18 marzo è comparso in Tribunale a Novara per la prima udienza del processo a suo carico. Alla sbarra, assistito dall’avvocato Antonio Costa Barbè, si trova Mario Bizzantino, 56enne originario di Salerno, ma residente a Romentino, dedito alla raccolta amatoriale di rifiuti recuperabili. L’operazione era stata condotta dalla Squadra Mobile, a seguito della denuncia di un commerciante di Romentino, cui l’uomo aveva prestato soldi, pretendendo poi interessi annui oscillanti tra il 300% e il 1600%.

Una situazione che aveva messo in difficoltà il commerciante (parte civile con l’avvocato Antonella Lobino), che, piano piano, si era trovato a vivere un incubo, ripercorso oggi in aula. Tutto era iniziato nel 2013. Gradualmente la situazione debitoria dell’uomo era diventata insostenibile e questi ha chiesto di poter dilazionare la restituzione del denaro dovuto. Da questo momento l’imputato sarebbe diventato minaccioso e violento e avrebbe iniziato a tormentare e minacciare commerciante e famigliari. «Lo trovavamo ovunque», ha detto la madre. 

In aula ieri ha parlato la vittima (che ha avuto a che fare con la dipendenza dalle macchinette) e c’è stato l’esame dell’imputato, che ha negato gli addebiti: «io non ho fatto usura». Ha anche negato le minacce. L’udienza è stata aggiornata al primo aprile.

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