Attentato di Tunisi: il cordoglio del vescovo di Novara

Attentato di Tunisi: il cordoglio del vescovo di Novara
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NOVARA – Era un ex dipendente della Sun, Francesco Caldara, il 64enne novarese rimasto vittima ieri mercoledì 18 marzo dell’attentato di Tunisi. L’uomo si trovava a bordo di un bus insieme alla compagna, Sonia Reddi, di 55 anni, anche lei rimasta ferita, ma fortunatamente in maniera non grave.

NOVARA – Era un ex dipendente della Sun, Francesco Caldara, il 64enne novarese rimasto vittima ieri mercoledì 18 marzo dell’attentato di Tunisi. L’uomo si trovava a bordo di un bus insieme alla compagna, Sonia Reddi, di 55 anni, anche lei rimasta ferita, ma fortunatamente in maniera non grave.

Si era deciso a questa vacanza da sogno per festeggiare il compleanno di Sonia e, soprattutto, per celebrare questo suo nuovo amore. Dopo un’intera vita a lavorare, alla guida dei bus della Sun, e dopo il dolore per la morte della moglie, il 64enne era tornato alla vita, si era ripreso, grazie all’amore per la 55enne. La crociera a bordo della Costa Fascinosa era il regalo. Francesco ci teneva che fosse un compleanno bello e speciale e così si era deciso a trascorrere, a vivere la prima crociera della sua vita.

La compagna, intanto, è stata operata e ora sta meglio. Probabilmente farà rientro in Italia nelle prossime ore, forse già domani. A casa tutti la stanno aspettando e alcuni famigliari si sono recati a Tunisi per starle accanto.

Intanto il Vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla, insieme alle comunità cristiane della diocesi, e in particolare con la parrocchia di Santa Rita (quartiere dove vivevano Reddi e Caldara), si unisce alle tante voci che hanno manifestato il proprio sgomento davanti all’orribile strage avvenuta ieri a Tunisi, che ha coinvolto anche molti nostri connazionali.

“Il pesantissimo bilancio delle vittime ci lascia ancora una volta ammutoliti e increduli davanti al continuo e ripetuto disprezzo della vita in nome di un’ideologia fanatica di un gruppo estremista che continua a seminare terrore in tante parti del mondo – scrive il vescovo – Tra le vittime italiane c’è anche un nostro concittadino, Francesco Caldara. Con lui, anche la signora Sonia Reddi è rimasta ferita. Affidiamo al Signore Risorto Francesco con tutte le altre vittime. Preghiamo per i feriti perché ritrovino presto la guarigione del corpo e dello spirito. Siamo vicini ai familiari che, lontani dai loro cari, soffrono con loro. Siamo vicini anche alla comunità tunisina così numerosa nel nostro territorio, segnata profondamente da questo atto terroristico. La nostra diocesi desidera, in questo momento drammatico della storia, non chiudere gli occhi, ma come “sentinella che vigila”, invita a non guardare la “notte oscura del male” bensì all’aurora della Pasqua che sorge. La logica della chiusura su se stessi e della vendetta contro la barbarie – lo insegna la storia – non ha mai prodotto nulla di buono. Desideriamo invitare tutti a non lasciarsi coinvolgere in un sentimento di odio e rancore indiscriminato, ma a coltivare sentimenti e a porre gesti di pace, soprattutto nelle parole e nei commenti. Perciò, se alle forze politiche internazionali toccherà il compito di fare scelte commisurate alla gravità della situazione, a tutti i cristiani è invece richiesto l’arduo compito di vivere la logica evangelica dell’amore nelle relazioni quotidiane, eliminando diffidenze o paure immotivate verso gli altri”.

mo.c.

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