«Basta furti. Da cittadino onesto, non ne posso più»

«Basta furti. Da cittadino onesto, non ne posso più»
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GALLIATE - «Basta furti, non ne posso più». All’indomani dell’ennesimo “colpo” subito alla concessionaria “Icomoto”, è amaro lo sfogo di Luciano Caviggioli. «Dopo tre tentativi con scasso, l’ultimo furto è stato devastante, con sette moto rubate - tutte da cross (facili da piazzare sul mercato, i ladri sono andati a colpo sicuro) - e danni alla struttura, con l’ennesima vetrina distrutta a mazzate. Ma il danno più pesante è quello morale e psicologico a tutta la famiglia: ci sentiamo “violentati” da questi delinquenti, colpiti nella nostra sicurezza personale, nel nostro lavoro. Non siamo più tranquilli». Quel che è peggio, prosegue Caviggioli, è che «dalle immagini riprese dalle telecamere, che ora sono al vaglio dei Carabinieri (che sono intervenuti anche con il reparto Scientifico per riuscire a trovare qualche traccia), risulta che a mettere a segno il colpo, senz’altro studiato nei minimi dettagli, siano state persone giovani, probabilmente dell’Est dove mi dicono siano specializzati in questo genere di furti. Dunque, se non li fermiamo, avranno ancora davanti a sè molti anni per delinquere. Fermiamoli, per favore! Lo chiedo a Carabinieri e Polizia. Altrimenti un cittadino cosa deve fare? Farsi giustizia da solo (e l’istinto, lo assicuro, ti viene quando sei esasperato...) o essere costretto a chiudere per conquistare la tranquillità da cittadino onesto? Non ci sono telecamere, inferriate o allarmi che siano sufficienti a proteggerci da criminali così organizzati».
«Io - prosegue Caviggioli - appartengo a quella generazione in cui la porta di casa si lasciava sempre aperta e nessuno aveva paura che qualcuno potesse entrare a rubare. Perché ora non possiamo tornare a quei tempi? L’Italia di oggi è un Paese dove tutto è permesso perché spesso i delinquenti si sentono impuniti e anche le forze dell’ordine hanno le mani legate da una giustizia che non riesce ad assicurare pene certe a chi compie reati tanto odiosi contro le persone. Non è questione di razzismo, ma alla fine non avrà ragione proprio quel tal politico tacciato come razzista? Quel che so è che questa Italia proprio non mi piace».
l.c.

GALLIATE - «Basta furti, non ne posso più». All’indomani dell’ennesimo “colpo” subito alla concessionaria “Icomoto”, è amaro lo sfogo di Luciano Caviggioli. «Dopo tre tentativi con scasso, l’ultimo furto è stato devastante, con sette moto rubate - tutte da cross (facili da piazzare sul mercato, i ladri sono andati a colpo sicuro) - e danni alla struttura, con l’ennesima vetrina distrutta a mazzate. Ma il danno più pesante è quello morale e psicologico a tutta la famiglia: ci sentiamo “violentati” da questi delinquenti, colpiti nella nostra sicurezza personale, nel nostro lavoro. Non siamo più tranquilli». Quel che è peggio, prosegue Caviggioli, è che «dalle immagini riprese dalle telecamere, che ora sono al vaglio dei Carabinieri (che sono intervenuti anche con il reparto Scientifico per riuscire a trovare qualche traccia), risulta che a mettere a segno il colpo, senz’altro studiato nei minimi dettagli, siano state persone giovani, probabilmente dell’Est dove mi dicono siano specializzati in questo genere di furti. Dunque, se non li fermiamo, avranno ancora davanti a sè molti anni per delinquere. Fermiamoli, per favore! Lo chiedo a Carabinieri e Polizia. Altrimenti un cittadino cosa deve fare? Farsi giustizia da solo (e l’istinto, lo assicuro, ti viene quando sei esasperato...) o essere costretto a chiudere per conquistare la tranquillità da cittadino onesto? Non ci sono telecamere, inferriate o allarmi che siano sufficienti a proteggerci da criminali così organizzati».
«Io - prosegue Caviggioli - appartengo a quella generazione in cui la porta di casa si lasciava sempre aperta e nessuno aveva paura che qualcuno potesse entrare a rubare. Perché ora non possiamo tornare a quei tempi? L’Italia di oggi è un Paese dove tutto è permesso perché spesso i delinquenti si sentono impuniti e anche le forze dell’ordine hanno le mani legate da una giustizia che non riesce ad assicurare pene certe a chi compie reati tanto odiosi contro le persone. Non è questione di razzismo, ma alla fine non avrà ragione proprio quel tal politico tacciato come razzista? Quel che so è che questa Italia proprio non mi piace».

l.c.

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