Bonifica amianto, «nessuna proroga»

Bonifica amianto, «nessuna proroga»
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OLEGGIO - Un sopralluogo da parte di Arpa e delle Forze dell’ordine all’ex fornace Zanetti. Dopo l’esposto del 25 maggio alla Procura della Repubblica firmato dall’avvocato Cecilia Vesce, che abita proprio in quella zona, preoccupata per il possibile pericolo derivante dall’amianto presente sul tetto, ora il controllo circa la pericolosità dell’area. Vesce già da qualche tempo si è interessata della questione incontrando diverse volte il sindaco e chiedendo l’accesso agli atti; a gennaio il primo cittadino aveva emesso un’ordinanza di immediata ripresa dei lavori, «ordinanza a cui però la società che ha in carico i lavori non ha fatto seguito – sottolinea Vesce – E se il sindaco ha emesso un’ordinanza per l’immediata ripresa, allora perché poi non l’ha fatta rispettare? Ora fortunatamente qualcuno si è interessato della zona e dei lavori». Dello stesso parere di Vesce anche il Movimento Civico Per Oleggio che, più volte, ha ribadito l’urgenza in merito alla rimozione dell’amianto dal sito: «Il sindaco persiste, in maniera scomposta, nel fare riferimento al termine di ottobre per la conclusione delle operazioni di smaltimento dell'amianto, affermando di non avere  il potere di intervenire – dichiara Massimiliano Ferrari, capogruppo - Si dimentica di avere adottato nel mese di gennaio un'ordinanza contingibile e urgente con la quale ingiungeva alla società proprietaria dell'area l'immediata ripresa dei lavori, stante la già accertata situazione di potenziale pericolo per la salute umana. Sarebbe stato sufficiente che avesse vigilato in ordine all'effettiva ottemperanza di detta ordinanza e, qualora avesse rilevato l'inerzia della proprietà, fosse intervenuto senza indugi con i poteri che la legge gli attribuisce. Ci chiediamo, quindi, per quale ragione il sindaco non abbia fatto nulla di tutto ciò, continuando a segnalare ottobre come termine per la ditta. A questo punto, confidiamo che l'intervento di organi diversi dal Comune contribuisca a fare definitiva e completa chiarezza in ordine alla reale situazione ambientale dell'area: l'immobilismo di questa Amministrazione e l'incapacità di affrontare efficacemente la questione non sono più tollerabili». «A fronte dell’ordinanza emessa a gennaio la ditta ha comunicato che avrebbe ripreso i lavori la prima settimana di giugno e così è stato fatto – spiega Marcassa – Nei prossimi giorni avremo riscontro del sopralluogo fatto da Arpa, qualora risultasse un pericolo per la salute pubblica sarà fatta una nuova ordinanza, ma solo dopo i risultati di Arpa. L’area è in quelle condizioni ormai da decenni e l’amministrazione ha iniziato a lavorare per la bonifica sin dal suo primo insediamento. Gran parte dei lavori di bonifica sono stati fatti, mancano la rimozione e demolizione del tetto in eternit che entro ottobre (come stabilito dagli accordi presi con la società all’inizio dei lavori: ndr) dovranno essere finiti. Nessuna proroga».

Silvia Biasio

OLEGGIO - Un sopralluogo da parte di Arpa e delle Forze dell’ordine all’ex fornace Zanetti. Dopo l’esposto del 25 maggio alla Procura della Repubblica firmato dall’avvocato Cecilia Vesce, che abita proprio in quella zona, preoccupata per il possibile pericolo derivante dall’amianto presente sul tetto, ora il controllo circa la pericolosità dell’area. Vesce già da qualche tempo si è interessata della questione incontrando diverse volte il sindaco e chiedendo l’accesso agli atti; a gennaio il primo cittadino aveva emesso un’ordinanza di immediata ripresa dei lavori, «ordinanza a cui però la società che ha in carico i lavori non ha fatto seguito – sottolinea Vesce – E se il sindaco ha emesso un’ordinanza per l’immediata ripresa, allora perché poi non l’ha fatta rispettare? Ora fortunatamente qualcuno si è interessato della zona e dei lavori». Dello stesso parere di Vesce anche il Movimento Civico Per Oleggio che, più volte, ha ribadito l’urgenza in merito alla rimozione dell’amianto dal sito: «Il sindaco persiste, in maniera scomposta, nel fare riferimento al termine di ottobre per la conclusione delle operazioni di smaltimento dell'amianto, affermando di non avere  il potere di intervenire – dichiara Massimiliano Ferrari, capogruppo - Si dimentica di avere adottato nel mese di gennaio un'ordinanza contingibile e urgente con la quale ingiungeva alla società proprietaria dell'area l'immediata ripresa dei lavori, stante la già accertata situazione di potenziale pericolo per la salute umana. Sarebbe stato sufficiente che avesse vigilato in ordine all'effettiva ottemperanza di detta ordinanza e, qualora avesse rilevato l'inerzia della proprietà, fosse intervenuto senza indugi con i poteri che la legge gli attribuisce. Ci chiediamo, quindi, per quale ragione il sindaco non abbia fatto nulla di tutto ciò, continuando a segnalare ottobre come termine per la ditta. A questo punto, confidiamo che l'intervento di organi diversi dal Comune contribuisca a fare definitiva e completa chiarezza in ordine alla reale situazione ambientale dell'area: l'immobilismo di questa Amministrazione e l'incapacità di affrontare efficacemente la questione non sono più tollerabili». «A fronte dell’ordinanza emessa a gennaio la ditta ha comunicato che avrebbe ripreso i lavori la prima settimana di giugno e così è stato fatto – spiega Marcassa – Nei prossimi giorni avremo riscontro del sopralluogo fatto da Arpa, qualora risultasse un pericolo per la salute pubblica sarà fatta una nuova ordinanza, ma solo dopo i risultati di Arpa. L’area è in quelle condizioni ormai da decenni e l’amministrazione ha iniziato a lavorare per la bonifica sin dal suo primo insediamento. Gran parte dei lavori di bonifica sono stati fatti, mancano la rimozione e demolizione del tetto in eternit che entro ottobre (come stabilito dagli accordi presi con la società all’inizio dei lavori: ndr) dovranno essere finiti. Nessuna proroga».

Silvia Biasio

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