Borgomanero medici a giudizio per la morte di un 83enne
Secondo il sostituto Mezzina i due medici finiti nei guai sarebbero stati responsabili di negligenza per non aver fatto ricoverare prima l’anziano
E’ in corso di svolgimento e si avvia alle battute finali, presso il tribunale di Verbania, il processo a due dottoresse chiamate a rispondere di omicidio colposo in relazione al decesso di un ottantatreenne avvenuto il 1° aprile di quattro anni fa all’ospedale di Borgomanero.
I fatti
L’anziano, va detto, si era ammalato di Covid mentre era ospite di una Casa di riposo sul lago Maggiore e, secondo la procura che aveva aperto un fascicolo d’indagine affidandolo al sostituto procuratore Nicola Mezzina, le due imputate – una medico di continuità assistenziale, l’altra in servizio al 118 – avrebbero sostanzialmente trascurato i sintomi del virus. Stando a quanto emerso, il 22 marzo 2020 il personale sanitario dell’istituto aveva fatto chiamare il medico di famiglia dell’Asl competente per territorio affinché visitasse l’83enne che, così pare, soffriva di alcune patologie e accusava problemi respiratori importanti. Il giorno successivo, poi, considerata l’assenza di miglioramenti, era stato fatto intervenire anche il 118.
Nel giro di 48 ore i due medici avevano visitato il paziente non ritenendo che vi fossero le condizioni utili e necessarie per richiederne il ricovero in ospedale. Lo stato di salute, insomma, non era stato valutato così critico. E’ quanto hanno sostenuto la scorsa settimana, comparse nelle aule di corso Europa a Pallanza davanti al pubblico ministero e alla giudice, Beatrice Alesci; una attraverso dichiarazioni spontanee, l’altra facendosi interrogare. Il trasferimento dalla Casa di riposo al nosocomio di Borgomanero era poi stato effettuato il 29 marzo: l’anziano vi era giunto in condizioni ormai molto serie, ed era morto due giorni dopo, il 1° aprile 2020.
Secondo il sostituto Mezzina i due medici finiti nei guai sarebbero stati responsabili di negligenza per non aver fatto ricoverare prima l’anziano. Nel corso della prossima udienza, già calendarizzata al tribunale di Verbania, sarà ascoltato il perito che era stato indicato dalla procura della Repubblica, e dopo la sua relazione il processo si avvierà a conclusione. La sentenza, salvo imprevisti, dovrebbe arrivare a breve. Si tratta, va detto, di una delle molte storie Covid finite in tribunale in un periodo, quello degli anni scorsi caratterizzato dal picco pandemico, dove morirono tantissime persone in ogni parte d’Italia e non solo.